Richiesta ai Segretari dei Partiti politici per chiedere chi vorrà essere portavoce in Europa delle problematiche dei militari.

lunedì 10 maggio 2004

Questa breve introduzione ha lo scopo di accompagnare una lettera che, in  accordo con tutti i componenti della Segreteria Nazionale, ho deciso di inviare ai Segretari dei partiti politici nell’imminenza delle votazioni per il rinnovo del Parlamento europeo.

La nostra Associazione è, per Statuto, apolitica e apartitica: è questo un principio dal quale assolutamente non si può prescindere. E’ altrettanto chiaro, ormai, che gli obiettivi che perseguiamo, cito solo i più importanti, la libertà di espressione, la libertà di associazione, il riconoscimento di veri strumenti di tutela, un giusto rapporto tra cittadino e fisco, sono raggiungibili solo attraverso la politica. Il loro riconoscimento passa attraverso modifiche legislative la cui approvazione è spesso l’arrivo di percorsi sofferti e travagliati; basti pensare alla riforma della rappresentanza militare in Commissione Difesa ormai da due legislature.

Non sono più tra coloro che credono in mutamenti, in questi campi, che possano costituire il frutto di evoluzioni progressive interne. Dico “non più” con rammarico, poiché in passato ero invece, un convinto sostenitore della tesi opposta.

Le leggi, lo sappiamo tutti, le formula o le modifica il Parlamento, quello italiano sino a qualche tempo addietro, oggi, anche quello europeo. Il Parlamento è formato da Deputati e da Senatori che sono eletti dai cittadini.

Tra i cittadini  ci sono anche i militari. Anzi oggi molti militari hanno capito di essere prima cittadini e poi militari, hanno, cioè acquisito la consapevolezza del diritto-dovere di partecipare, con tutte le cautele previste dalle norme, alla “politica”, al “governo della città”, inteso quale contesto sociale, ai vari livelli, in cui può esprimere le proprie aspirazioni ed evidenziare i propri bisogni.

Tutti hanno compreso quindi che occorre essere rappresentati nelle sedi ove “si decide”. E questa rappresentanza non deve e non può più essere generica, deve essere diretta, deve, per così dire, “rispondere”.

Tutto questo per sostenere, con convinzione, di essere nella piena legittimità quando chiedo, nella veste di Segretario Generale dell’Associazione “FINANZIERI, CITTADINI e SOLIDARIETA’”, ai Segretari dei vari partiti politici di inserire nei loro programmi per le prossime elezioni europee, l’ impegno alla soluzione dei problemi che affliggono i “cittadini militari”, primo fra tutti quello della libertà di associazione; altrettanto giusto, mi sembra, chiederlo ai singoli candidati delle diverse liste che compongono gli schieramenti.

L’iniziativa si riassume nella lettera che ho inviato in data 5 maggio e che allego a questa breve premessa. 

 

                                                                                                                   Il segretario generale

                                                                                                                        Carlo GERMI


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