CONTRATTI: COCER A.M. A BRUNETTA, NOI SENZA DIRITTI SINDACALI
(AGI) - Roma, 10 giu. - “Abbiamo letto con molta attenzione la (sua) dotta ed interessante proposta specie per cio’ che attiene alla contrattazione, alle relazioni sindacali ed alle ipotesi di riforma del lavoro nel settore pubblico. Ora pero’ un dubbio amletico ci assale: ma noi lavoratori con le stellette (circa 350mila tra forze armate, carabinieri e guardia di finanza) siamo interessati a cio’? Evidentemente no”. Il Consiglio centrale di rappresentanza dell’Aeronautica militare si rivolge in una nota direttamente al ministro per
“Noi non siamo considerati quale parte sociale - lamenta il Cocer -, non avendo una rappresentanza che sia tale, tanto e’ vero che il Cocer non e’ stato interessato agli incontri sul tema. A noi della rappresentanza militare tutte le distinzioni giuridiche tra contrattazione, consultazione, concertazione ed informazione nelle materie del rapporto di lavoro, che il ministro Brunetta fa, non si applicano: partecipiamo infatti solo a sterili processi di consultazione, informazione e caso mai di concertazione, sempre e comunque con l’assistenza e il tutoraggio, come si conviene ai minori ed agli incapaci, dello Stato maggiore della difesa”.
“Lui si’ - prosegue la nota - che di fatto almeno concerta, basta infatti la sua sigla perche’ qualsiasi accordo sia valido a prescindere dal nostro volere, che e’ quello dell’unico organo democraticamente eletto dai militari per la tutela dei propri interessi sociali ed economici. Carissimo ministro Brunetta, le riconosciamo grandi capacita’, anche di provocazione. Allora proviamo a metterci, per quest’ultimo aspetto, sullo stesso suo livello. Proponga alle ‘parti sociali’ un modello di revisione delle relazioni sindacali e delle procedure di contrattazione a similitudine di quello in vigore per la rappresentanza militare. Ascolti il boato derivante dalla proposta, crediamo un misto di ilarita’ e sconcerto con probabile richiesta d’intervento della Croce verde, e poi provi a pensare a noi”.
“No - conclude il Cocer -, non a noi del Cocer, ma agli uomini ed alle donne con l’uniforme e le stellette, senza diritti sindacali e senza una vera rappresentanza sociale. Nella speranza che anche per noi ci sia una riforma e che lei, spesso, voce fuori dal coro, ne sia l’artefice”. (AGI)