D’ARRIGO AL SOLE 24 ORE: "OBIETTIVO GDF LAVORO NERO E FALSE FATTURAZIONI, PREMI ANTIEVASIONE QUESTIONE DI PARI DIGNITÀ PER I FINANZIERI, ORDINAMENTO MILITARE VALORE AGGIUNTO PER LA COLLETTIVITÀ (MA SUL PUNTO NON POSSO ESSERE IMPARZIALE)”

giovedì 19 giugno 2008

Pubblichiamo di seguito l’ampia intervista al Comandante generale della Guardia di finanza, Cosimo D’Arrigo, apparsa oggi sul quotidiano Il  Sole 24 Ore.

 

 

IL SOLE 24 ORE, giovedì 19 giugno 2008, pagina 17

 

“COLPIREMO LAVORO NERO E FALSE FATTuRAZIONI”

 

D’Arrigo: quest’anno già scoperti 3mila evasori totali

Il comandante generale della Guardia di finanza illustra oggi il bilancio 2007 e indica le priorità dell’azione investigativa

Accertamento dell’Iva a quota 2,1 miliardi, il recupero dei redditi non dichiarati lievitato del 40 per cento

Decisiva l’intelligence

Gli accertamenti: l'anno scorso scoperti danni erariali per 900 milioni di euro

Tra i principali obiettivi anche l'antiriciclaggio e la lotta alla contraffazione

 

(di Elio Silva)

 

Saper leggere ciò che le scritture contabili raccontano, ma anche scoprire quel che le carte non dicono, magari perché non esistono, o sono state nascoste al Fisco.
Con un obiettivo su tutti: stanare gli evasori totali, ancora troppi nel nostro Paese. È questo, in sintesi, il messaggio che il comandante generale della Guardia di finanza, Cosimo D'Arrigo, lancia nel giorno che segna il 234° anniversario della fondazione del Corpo.
In un'ampia intervista al Sole 24 Ore (la prima da quando, un anno fa, fu chiamato al vertice della Gdf nei giorni roventi dello scontro fra il viceministro Visco e il generale Speciale), Cosimo D'Arrigo-catanese, 63 anni,una lunga esperienza nell'Esercito, già sottocapo di Stato maggiore della Difesa traccia le linee d'intervento delle Fiamme gialle nei mesi a venire, su tutti i diversi ambiti di competenza, dall'antiriciclaggio ai controlli sulla spesa sanitaria.
Dalla sua ha le cifre di un trend da record, che sarà reso pubblico oggi a Roma, alla presenza del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Tra le cifre che «Il Sole 24 Ore» è in grado di anticipare spicca, in particolare, il più 40% nel recupero a tassazione di redditi nascosti, fatto registrare nei primi 5 mesi dell'anno rispetto al corrispondente periodo del 2007. Ma D'Arrigo si fa forte soprattutto della convinzione che la lotta all'evasione si può vincere purché si utilizzino al meglio due armi: da un lato analisi scientifiche sofisticate, condotte con l'aiuto delle nuove tecnologie, dall'altro la capacità investigativa sul territorio, tipica di una forza di polizia quale è la Guardia di finanza.

D. Lei si trova in un punto d'osservazione fondamentale per interpretare l'evoluzione dei comportamenti del contribuente italiano. Quali valutazioni ne ha tratto?

R. I dati sembrano indicare un cambiamento in positivo. Le statistiche relative alla riscossione e ai controlli suggeriscono che, da un diffuso sentimento di disaffezione verso gli adempimenti tributari, si sta passando a una maggiore consapevolezza del dovere costituzionale di partecipare alla spesa pubblica. È un fenomeno che può essere inteso come un segnale di crescita e maturazione della coscienza fiscale dei cittadini, e che va sostenuto e incoraggiato.

D. Anche le statistiche sull'evasione, però, hanno tutte il segno più. Può sembrare una contraddizione...

R. In realtà non lo è, perché le statistiche stanno a dimostrare semplicemente che i controlli sono diventati più efficaci. Anche la deterrenza produce i suoi effetti. Una delle caratteristiche della Guardia di finanza è proprio il fatto che l'attività porta a risultati misurabili, e questi risultati non sono parametri di propaganda, ma una base concreta per pianificare le azioni successive.

D. Spesso,però,c'è un divario enorme fra gli importi contestati e le somme riscosse. Da questo punto di vista l'ipotesi di dare maggiore valenza di prova ai verbali di constatazione della Gdf in fase di accertamento può risultare utile?


R. Io posso dire solo che, mediamente, i controlli sono eseguiti bene; è chiaro che, poi, scatta una fase diversa, che al momento non dipende da noi. Se in futuro la situazione normativa cambierà ne prenderemo atto.

D. Quali sono, comunque, i fenomeni di evasione più rilevanti?

R. Sono ancora molto numerosi gli evasori totali. Mi riferisco, in particolare, a imprenditori e professionisti che scelgono di sfuggire completamente agli obblighi tributari, non dichiarando affatto le attività svolte e i redditi percepiti. Al 31 maggio scorso sono state scoperte quasi tremila posizioni di questo tipo, che si aggiungono alle 8.862 dell'anno passato.
Un altro comportamento molto diffuso riguarda, purtroppo, l'impiego di manodopera in nero irregolare. In realtà le violazioni riscontrate sono relative, per lo più, proprio a quest'ultima forma di inadempimento. È il caso, ad esempio, del versamento di parte delle retribuzioni in nero, con i cosiddetti compensi fuori busta, o all'effettuazione di ritenute sulle paghe dei dipendenti che però,successivamente, non vengono versate. Complessivamente, i lavoratori irregolari scoperti nei primi cinque mesi dell'anno sono stati 16.500, di cui 8mila in nero.

D. E il fenomeno delle false fatturazioni?

R. È uno dei reati tributari più gravi, punito con la reclusione fino a 6 anni. Qui abbiamo constatato un livello di evasione elevatissimo: si è passati, infatti, dall'accertamento di Iva evasa per circa un miliardo nel 2005 a 1,6 miliardi nello scorso 2007.

 

D. Come giudica il grado di efficacia dell'azione di contrasto?

R. L'importo dei redditi segnalati per il recupero a tassazione è aumentato, al 31 maggio scorso, del 40% rispetto a quello del corrispondente periodo 2007: si è passati, infatti, da 9,1 a 12,8 miliardi di euro. Sono dati assolutamente rilevanti, se si considera che quelli dell'anno scorso si erano già attestati sui migliori standard storici, con il recupero di 31 miliardi di imponibili e 5,3 miliardi di Iva.

D. Quali sono le armi strategiche con cui la Guardia di finanza può vincere la guerra agli evasori?

R. Credo che i pilastri della nostra azione siano due. Il primo è il miglioramento della qualità scientifica delle analisi. In questo, ovviamente, possiamo contare sull'aiuto della tecnologia e su profili di rischiosità delle categorie sempre più raffinati. Il secondo pilastro è il rafforzamento della capacità investigativa sul territorio, tipica di una forza di polizia. Dobbiamo scoprire, insomma, anche ciò che le carte non dicono, magari perché non ci sono.

D. L'ultima Finanziaria ha introdotto la possibilità di confiscare beni come forma di cautela patrimoniale per la riscossione delle imposte evase. Quali effetti sta producendo questa norma?


R. Sono già numerosi, in tutta Italia, i sequestri di beni disposti dall'autorità giudiziaria. I casi più rilevanti si sono registrati in Sardegna, Trentino Alto Adige, Puglia e Sicilia. Non va dimenticato, però, che è al vaglio della Corte costituzionale la questione di legittimità sulla portata retroattiva di questa norma, per i reati commessi fino al 31 dicembre scorso. Circostanza, questa, che naturalmente ha il suo peso per un buon numero di decisioni della magistratura ancora pendenti.

D. Quali risultati sta portando la lotta alla criminalità organizzata e, in particolare, alle organizzazioni mafiose?

R. Gli accertamenti patrimoniali e finanziari antimafia sviluppati nei primi mesi del 2008 hanno portato al sequestro di beni per 900 milioni di euro, con un netto incremento rispetto ai 63 milioni registrati nello stesso periodo del 2007. Un ulteriore dato significativo riguarda il numero di persone fisiche e giuridiche finite sotto indagine: lo scorso anno sono state 2.900, con una crescita del 50% rispetto al 2006, trend che continua anche quest'anno. La novità è rappresentata dall'utilizzo di un nuovo strumento informatico, realizzato dallo Scico, il Servizio centrale di investigazione per la criminalità organizzata, in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia. Si tratta di un software che consente di elaborare, incrociare ed analizzare rilevanti masse di dati con metodologie rapide, per risalire ai collegamenti tra gli indiziati ed eventuali società utilizzate come schermo.

D. Si è intensificata anche la lotta al riciclaggio. Che cosa sta accadendo riguardo alle segnalazioni per operazioni sospette?

R. Nel 2007 la Guardia di finanza ha analizzato circa 13mila segnalazioni di operazioni sospette pervenute dall'Ufficio italiano cambi, ora Unità di informazione finanziaria. Complessivamente è stato contestato il reato di riciclaggio nei confronti di 912 persone, 158 delle quali sono state arrestate. Al tempo stesso sono stati denunciati 905 soggetti per mancato rispetto della normativa antiriciclaggio, soprattutto per violazioni agli obblighi di identificazione della clientela.

D. Una particolare attenzione è stata riservata agli operatori di money transfer. Con quali risultati?

R. In effetti, nei confronti delle agenzie di money transfer abbiamo maturato una significativa esperienza investigativa ormai da tre anni. Le indagini hanno finora portato alla denuncia di 612 persone per abusiva attività finanziaria e 18 per riciclaggio, e all'accertamento di transazioni illecite per oltre due miliardi di euro.

D. Come pensate di contrastare le frodi comunitarie?

R. In questo settore, le 1.200 ispezioni effettuate l'anno scorso nei confronti di società e imprese beneficiarie di aiuti comunitari per lo sviluppo e per l'agricoltura hanno fatto luce su truffe per 350 milioni di euro. I sistemi di frode sono diversi, ma i principali si basano sulla falsa rendicontazione di costi mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

D. Vicende recenti e di forte impatto mediatico, come il caso della clinica Santa Rita a Milano, hanno dimostrato l'importanza dei controlli sulla spesa pubblica, in particolare sanitaria. Come pensate di muovervi su questo fronte?

R. In questo campo, negli ultimi 17 mesi, abbiamo eseguito 3.500 interventi, accertando danni erariali per irregolarità nelle procedure di affidamento di servizi e forniture, richieste di rimborso false e irregolare svolgimento di attività libero- professionali da parte di dipendenti pubblici. Nello specifico, la spesa sanitaria rappresenta una quota rilevante delle uscite del bilancio pubblico ed è per questo che, coerentemente con le direttive dell'autorità politica, ma anche con le aspettative dei cittadini, intendiamo mantenere alto il livello di attenzione sugli sprechi e sulle inefficienze nella gestione del Servizio sanitario nazionale.

 

D. Un altro fronte caldo è quello della tutela del made in Italy dalle contraffazioni. Quali sono i risultati conseguiti e i programmi d'intervento?

R. L'azione di contrasto all'industria del falso ha portato, tra il 2007 e il primo scorcio del 2008, al sequestro di oltre 127 milioni di prodotti contraffatti o non conformi alle norme sulla sicurezza e alla segnalazione di circa 25mila responsabili, di cui 631 arrestati. In particolare, posso segnalare un incremento dei sequestri per contraffazione nel settore della moda, per violazioni alla sicurezza dei prodotti e in materia di tutela del made in Italy. Di recente le attività investigative hanno evidenziato il notevole spessore imprenditoriale assunto dal fenomeno, le sue ricorrenti connotazioni transnazionali e il coinvolgimento di organizzazioni criminali che gestiscono i canali d'importazione, i centri di produzione, stoccaggio e distribuzione delle merci contraffatte.

D. Come giudica l'assetto degli organici e la dotazione tecnologica?

R. L'attuale dotazione organica della Guardia di finanza, pari a oltre 68mila unità, è sicuramente adeguata. A fronte di questo potenziale, tuttavia, le risorse in servizio sono poco più di 63mila, con una differenza rispetto all'organico di circa 5mila unità. Il problema è già stato portato all'attenzione del Governo che, nel Consiglio dei ministri dello scorso 21 maggio, ha dato una forte risposta, autorizzando poco meno di 4mila reclutamenti nelle forze di polizia, unitariamente considerate. Per quanto attiene, invece, ai mezzi tecnologici, penso di poter affermare che siamo all'avanguardia nel settore dell'informatica.

D. Come giudica la mancata previsione di premi incentivanti per i finanzieri in relazione ai risultati della lotta all'evasione?

R. Gli appartenenti al Corpo hanno forti aspettative per il riconoscimento di una pari dignità di trattamento rispetto al personale delle altre componenti dell'Amministrazione finanziaria, già beneficiarie del cosiddetto "premio incentivante". Spero in una favorevole definizione di questo problema.

D. Lei è uno strenuo difensore dell'ordinamento militare. Per quali ragioni?

R. Premesso che sono un militare e, dunque, non posso essere imparziale su questo aspetto, credo davvero che l'ordinamento militare rappresenti un valore aggiunto, soprattutto perché consente un'organizzazione spendibile in ogni circostanza. Sono convinto, insomma, che questo tipo di ordinamento si traduce in un vantaggio per la collettività.

 


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