IL SOLE 24 ORE: “IL SOMMERSO DIMINUISCE MA RESISTE, PER L’ISTAT IL NERO OSCILLA TRA 227 E 250 MILIARDI DI EURO”

giovedì 19 giugno 2008

IL SOLE 24 ORE, giovedì 19 giugno 2008, pagina 17

 

I dati Istat: tra il 2001 e il 2006, l’economia in nero è calata di 45 miliardi di euro, il 3% del Prodotto interno lordo.

 

Il fenomeno si attesta tra i 227 e i 250 miliardi di euro, pari a oltre il 15% del Pil.

 

L’agricoltura unico settore dove il peso è salito al 31,4% del totale.

 

(di Rossella Bocciarelli)

Quasi tre punti di Pil, più o meno 45 miliardi di euro ai valori attuali. Di tanto è "dimagrito" negli ultimi anni il settore sommerso dell'economia: per l'esattezza fra il 2001, anno del picco, che, considerando il sommerso nella sua accezione più ampia, ha portato l'economia in nero a sfiorare il 20% del Prodotto interno lordo e il 2006, anno in cui, secondo l'ipotesi massima calcolata dall'Istat, il sommerso è sceso a quota 16,9 per cento.
Di sicuro, però, il fenomeno mantiene tuttora proporzioni vistose: nel 2006 infatti, secondo l'indagine dell'Istituto nazionale di statistica diffusa ieri, il valore aggiunto del sommerso economico italiano ricopriva un perimetro oscillante fra i 227 miliardi di euro ( accezione minima, che corrisponde a una percentuale del 15,3% del Pil) e i 250 miliardi di euro.

Nella fase espansiva del 2001, spiega ancora l'Istat, hanno assunto un ruolo più marcato quelle componenti dell'economia sommersa che non si possono direttamente ricondurre all'uso di lavoro irregolare: si tratta di sottodichiarazione del fatturato ottenuta con occupazione regolarmente iscritta nei libri-paga, rigonfiamento dei costi intermedi, attività edilizia abusiva, locazioni in nero.
A partire dal 2002, inoltre, si è aperta una fase in cui il peso, sia in termini assoluti che relativi, della componente di valore aggiunto che si può ricondurre al lavoro irregolare si è andato progressivamente riducendo per effetto della sanatoria a favore dei lavoratori extracomunitari irregolari (gli effetti cessano nel 2004). Infine, nel 2006 si assiste di nuovo a una riduzione in termini sia assoluti che relativi del valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso (la percentuale in rapporto al Pil scende di un punto)e ciò si deve,annota l'Istat,esclusivamente alla diminuzione della componente di sommerso non ascrivibile al lavoro irregolare. Quanto a quest'ultima grandezza, nel 2006 le unità di lavoro non regolari erano pari a 2,969 milioni, pari al 12% del totale delle unità di lavoro (nel 2001 il tasso d'irregolarità era invece pari al 13,8%).

L'indagine dell'Istat fornisce inoltre anche una stima del peso del sommerso per settore di attività economica. In agricoltura questo peso risulta crescente nel corso del tempo e nel 2006 si attestava al 31,4% del valore aggiunto di settore. Nell'industria, al contrario, si è molto ridotto, passando dal 14,9% del 2001 al 10,4 del 2006. Anche nel settore del terziario la serie statistica mostra una riduzione e nel 2006 la percentuale del sommerso si attesta al 20,9 per cento. Tuttavia L'Istat ricorda che, nel considerare il peso del sommerso nel settore dei servizi occorre tener presente l'effetto "calmieratore" del settore pubblico, nel quale il fenomeno del sommerso è assente. Al netto dello Stato, il sommerso nel terziario è pari al 27,2 per cento.

 

LE CIFRE

250 MILIARDI: IL PIL SOMMERSO.

È il valore massimo della forchetta: il sommerso in nero oscilla tra 227 e 250 miliardi di euro.

45 MILIARDI: IL CALO DELL’ECONOMIA SOMMERSA.

È il dato relativo al periodo 2001-2006, con un passaggio dal 20 al 16,9% del Pil.

 

31,4%: PESO DEL SOMMERSO IN AGRICOLTURA

Nel terziario il peso sul valore aggiunto è del 20,9%, nell’industria del 10,4%.

 


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