SOLDI E ASSUNZIONI, POLIZIA E FIAMME GIALLE ALL’ATTACCO DEGLI IMPIEGATI MINISTERIALI (IL MESSAGGERO)

mercoledì 25 giugno 2008

 

Martedì 24 Giugno 2008

 

 

di PIETRO PIOVANI


ROMA La dichiarazione più plateale l’ha fatta la Consap, uno dei sindacati che rappresentano gli agenti di polizia: «Presenteremo al ministro Brunetta la lista degli impiegati civili fannulloni», annuncia il Consap alla stampa. E promette di denunciare i nomi e i cognomi «degli impiegati pubblici che non lavorano adeguatamente al ministero dell’Interno e nelle questure di tutta Italia».

 

L’iniziativa, per quanto folcloristica, fa capire che aria si respira di questi tempi nei ministeri. In particolare in quelli dove si trovano a convivere personale dei corpi armati e personale civile. Il dibattito sugli statali nullafacenti ha probabilmente favorito il riemergere di vecchie tensioni e ha fatto tornare d’attualità rivendicazioni che durano da anni.

 

Al ministero dell’Interno la polemica riguarda in particolare i posti di lavoro negli uffici. Da una parte ci sono i dipendenti civili che lamentano l’utilizzo di troppi agenti di polizia per assolvere funzioni di tipo amministrativo. Secondo i sindacati dei ministeriali, i poliziotti seduti a una scrivania sarebbero ben 25 mila. In altre parole, ogni tre uomini destinati a compiti operativi ce ne sarebbe uno in ufficio.


«Sono cifre infondate» ribatte Claudio Giardullo, segretario generale della Silp (il sindacato di polizia confederato alla Cgil). «Non si possono contare fra gli amministrativi anche quelli che, per esempio, lavorano al computer per svolgere le indagini». Secondo i sindacati della Ps, il problema non è l’esubero di poliziotti in ufficio, ma la carenza degli organici. Insomma, bisognerebbe fare più assunzioni.


La questione è abbastanza controversa, secondo i dati ufficiali la Polizia di Stato non ha diminuito il numero di dipendenti negli ultimi anni; eppure Giardullo ricorda che «venti anni fa a Roma giravano 24 pattuglie per turno, e ognuna con tre operatori; adesso ne girano 12, e con due persone ciascuna». E se poi vogliamo dire che i passaporti o il porto d’armi li può anche rilasciare un impiegato civile, «allora non si vede perché quelle pratiche debbano essere affidate ai dipendenti del Interno invece che ai comuni».


Anche al ministero dell’Economia è in corso un’aspra controversia fra sindacati del personale civile e Cocer della Guardia di Finanza. Oggetto del contendere sono i soldi destinati ai premi di produttività. Da dieci anni esiste un fondo che raccoglie parte dei soldi ricavati dalla lotta all’evasione fiscale: il fondo viene ripartito fra i dipendenti del ministero e delle Agenzie fiscali, ma i militari delle Fiamme gialle reclamano da tempo la loro parte. Adesso il nuovo decreto di Tremonti ha sottratto circa 45 milioni al fondo, e ne ha girato alla Guardia di Finanza una quota di 20 milioni. Se la cifra venisse distribuita in parti uguali fra tutti e 60 mila i finanzieri, sarebbero circa 330 euro lordi a testa. Forse non basterà a fare felici i militari, ma di sicuro è bastato a far infuriare i civili: oggi manifestazione di Cgil, Cisl e Uil davanti al ministero.


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