L’ESPRESSO: BLUFF IN TUTA MIMETICA. TROPPI AGENTI IMPEGNATI DIETRO UNA SCRIVANIA. SOLDATI NELLE STRADE. MA LE NOSTRE FORZE DELL'ORDINE SONO LE PIÙ NUMEROSE DELLA UE.

venerdì 27 giugno 2008

Troppi agenti impegnati dietro una scrivania. Per compiti che potrebbero svolgere il personale civile

 

Soldati nelle strade. ma le nostre forze dell'ordine sono le più numerose della UE. Così una trovata di immagine sostituisce l'uso efficiente delle risorse

 

 

di Gianluca Di Feo

 

Impatto zero virgola otto. Anzi, per essere più esatti 0,85: questo è il contributo numerico che daranno i soldati mandati dal governo nelle strade delle metropoli. I conti si fanno rapidamente e mostrano quanto sia limitato l'effetto concreto della spedizione militare: tremila soldati che si aggiungono a 355.126 uomini delle forze dell'ordine. E se anche si volesse limitare il confronto al personale di polizia e carabinieri, che maggiormente si occupano di controllo del territorio, il responso statistico cambierebbe di poco: gli operativi in servizio sono 214 mila, il che fa salire i rinforzi dell'Esercito all'1,4 per cento.


Insomma, i numeri non indicano certo la volontà di rispondere a
un'emergenza: i pattuglioni di bersaglieri e alpini serviranno soprattutto per motivi di immagine. E che si tratti di propaganda più che di sostanza lo dimostra l'ultimo annuncio del ministro della Difesa Ignazio La Russa, che include nel pacchetto il battaglione Tuscania dei carabinieri: paracadutisti dell'Arma da sempre impegnati come riserva nelle emergenze, dal G8 a Scampia, ma in parte promessi anche a George W. Bush per potenziare gli istruttori in Iraq e Afghanistan. Con una piccola nota: dal 2001, negli anni del precedente governo Berlusconi, ad agosto un'intera compagnia del Tuscania veniva mandata a proteggere la dimora del premier a Porto Certo. Un'operazione molto speciale, che teneva impegnati un centinaio di baschi amaranto: forse quest'anno l'arroccamento di villa Certosa non verrà ripetuto? O forse, come sta accadendo per altri provvedimenti ad personam, anche la serenità delle vacanze del presidente del Consiglio finirà nelle leggi varate in nome della sicurezza collettiva?


"L'impressione che si trae dalle ultime dichiarazioni del vertice della Difesa è che ci sia un certo scoordinamento: forse il ministro parla prima di avere sentito il parere dei capi di stato maggiore", chiosa il generale dell'esercito Giovanni Bernardi, che sul sito 'Pagine di difesa' alimenta il dibattito sulla materia: "Il ministro dia pure gli indirizzi politici, ma quelli che hanno il compito tecnico di valutarne la fattibilità sono i capi di Stato maggiore".


I proclami in questi giorni non mancano.
Quello che invece latita da anni è una politica della sicurezza che esca dall'emergenza per ripensare globalmente la materia. A partire proprio dai numeri. I cinque corpi di polizia attivi nel nostro Paese segnano un record: ci sono più uomini in divisa che in ogni altra parte d'Europa. Certo, il confronto è falsato: nessuno ha in casa la minaccia di organizzazioni criminali come mafia, 'ndrangheta e camorra. E i dati ufficiali della Ue sono contestati dalle nostre istituzioni. Uno studio Eurostat censisce 561 operatori della sicurezza ogni 100 mila abitanti, contro 469 in Spagna e 300 in Francia. L'Arma invece ribatte che ci sono soltanto 374 poliziotti e carabinieri in servizio ogni 100 mila cittadini, mentre in Francia se ne contano 397 e in Germania 329. Ma guardando al totale, il primato italiano resta indiscusso. E pensare che se si sommassero al personale statale anche i vigili urbani, si arriverebbe a uno schieramento impressionante: 415 mila persone.

Una simile armata dovrebbe essere sufficiente per ogni minaccia. Per questo in passato l'Esercito è sceso in campo solo in presenza di gravi crisi e per contrastare le mafie. Come in Sicilia dopo le stragi del 1992: i fanti presidiavano palazzi a rischio e posti di blocco, permettendo agli agenti di concentrarsi sulle indagini. Oggi il nemico è la criminalità o addirittura la piccola delinquenza: inseguire uno scippatore o uno spacciatore con un fucile mitragliatore Beretta lungo un metro e pesante cinque chili è impresa difficile anche per i commandos più addestrati. Forse i politici non lo sanno, ma i nostri soldati faticano a trovare pistole e mitra 'corti' persino per armare il contingente in Afghanistan, figuriamoci per le ronde urbane.

Più che mandare parà in missione metropolitana, forse è arrivata l'ora di definire competenze, modi e orari di impiego dei 415 mila poliziotti nazionali e locali già disponibili. Il modello è il solito, sempre evocato e mai attuato: New York. La vera rivoluzione dietro la tolleranza zero è quella che ha trasformato la polizia newyorchese.

 

Pochi concetti chiari: prima di Rudolph Giuliani due terzi degli agenti facevano servizio in ufficio e il resto per strada; dopo di lui, due terzi tra la gente e uno alla scrivania. Prima della tolleranza zero, due terzi dei poliziotti erano in servizio di giorno, con Giuliani invece la maggioranza delle attività è stata concentrata dopo il tramonto. Caserme, comandi e presidi sono stati redistribuiti in base alla mappa dei reati: più personale dove serviva, meno per rappresentanza. Non solo: un sistema di monitoraggio del crimine, quello reale e quello soltanto percepito, orientava le risorse. In un quartiere ci sono più delitti o più paura? Se dopo un mese il commissariato non riprende il controllo, si mandano rinforzi. E se neanche i rinforzi funzionano, si cambiano comandanti e metodi. È chiaro, non si può sollevare di peso dalla scrivania un sergente che per vent'anni si è occupato di multe e mandarlo di notte nel Bronx: bisogna motivarlo e istruirlo. Pagare di più l'attività operativa che comporta rischi e addestrare al meglio chi la deve svolgere. Tutto molto semplice a parole. Che anche in Italia i vertici di polizia e carabinieri cercano di realizzare, affrontando resistenze enormi. A partire dalle carenze di fondi.

 

Ad esempio, siamo gli ultimi in Europa per l'uso di personale civile 'non specializzato'. Negli altri paesi i poliziotti si occupano di indagini e sicurezza: centralini, archivi, computer e ogni altra mansione non operativa viene affidata a impiegati, non addestrati e pagati meno. Non ci sono ispettori che rinnovano passaporti o marescialli che buttano ore a compilare denunce di smarrimento. Lo ha sottolineato anche 'L'indagine conoscitiva sulla sicurezza in Italia', un documento realizzato due mesi fa dalla commissione Interni della Camera sotto la presidenza di Luciano Violante. Nel resto dell'Ue ogni quattro agenti c'è un impiegato che smaltisce le carte o smista le telefonate: il 20 per cento del personale è civile. Da noi invece questa percentuale precipita al 5 per cento: ciò significa che carabinieri e poliziotti, istruiti e pagati per fermare i violenti, condurre inchieste e individuare i delinquenti devono invece inserire dati nei computer o rispondere al centralino.


Reti informatiche e esternalizzazione potrebbero aumentare la sicurezza per strada molto più dei pattuglioni in tuta mimetica. Il comandante generale dell'Arma Gianfranco Siazzu ha illustrato al Parlamento un esempio: creando un centro amministrativo nazionale che gestisce le pratiche al posto dei 26 uffici territoriali, è stato possibile recuperare 1.100 carabinieri e aprire nuove caserme nelle periferie. Ma le riforme richiedono fondi. E da noi sono carenti pure quelli per l'ordinaria amministrazione. Il caso più citato, ma ancora irrisolto, è quello delle auto: il 43 per cento delle volanti e la metà delle auto civetta ha più di sette anni.


Ristrutturare, coordinare e distribuire in modo più razionale le risorse permetterebbe di risparmiare uomini e mezzi. L'osservazione venne fatta pochi mesi fa dal ministero del Tesoro: "Una analisi preliminare applicata alla distribuzione territoriale del personale delle Prefetture indica che vi sono importanti spazi potenziali di miglioramento dell'efficienza". Secondo il Tesoro, solo riorganizzando le prefetture si potrebbe liberare un quarto del personale. Insomma, i margini per migliorare sono tanti e garantiscono risorse anti-crimine più numerose dei pattuglioni. Anche perché di impieghi per i soldati nelle ultime settimane ne sono stati invocati parecchi. "Abbiamo scoperto che la monnezza a Napoli non funziona e abbiamo invocato l'Esercito", sottolinea il generale Bernardi: "E se domani scopriamo che la pubblica istruzione non funziona, che facciamo, l'affidiamo alle Forze armate? A ciascuno il suo". Pensare che nel 2001, per non distogliere fanti e carristi dalle loro specialità si decise di affidare ai vigilantes privati la sorveglianza delle basi militari. Oggi invece quelle truppe vengono mandate di ronda. A ciascuno il suo.

 

È quello che si mormora anche nei corpi di polizia. Si cita il capitolo della relazione parlamentare che parla di 'dignità', evidenziando tre aspetti: mezzi, retribuzione, rispetto. C'è la questione degli straordinari inesistenti che trasformano l'attività notturna degli agenti e dei carabinieri in volontariato. Perché soprattutto in provincia il personale addestrato per dare la caccia ai criminali passa le notti a rilevare incidenti stradali, supplendo alla scomparsa dei vigili dopo il tramonto. E basta il blocco degli straordinari appena deciso dal Comune di Roma per vanificare qualunque rinforzo di soldati: i fanti rimpiazzeranno le volanti sprecate per supplire alla riduzione di pizzardoni. Ma se è per far scena allora mimetiche e mitragliatori funzionano meglio delle palette dei vigili.

 

(20 giugno 2008)

 

IN FILA PER SEI (SCHEDA)

 

POLIZIA DI STATO Sulla carta dovrebbero esserci 117 mila agenti, ma in servizio sono 109 mila, inclusi quasi 6 mila tra tecnici e sanitari di supporto. Nei prossimi tre anni altri 1.300 andranno in pensione: si stima che nel 2010 mancheranno 10 mila agenti. Un dettaglio: i poliziotti di quartiere sono solo 1.827 e, assieme ai carabinieri, pattugliano 748 aree cittadine.


CARABINIERI Sono circa 110 mila, 5 mila in meno di quanto stabilito. Gestiscono una rete capillare sul territorio: 6.140 presidi con 4.632 stazioni. In più ci sono 1.874 carabinieri di quartiere. Ma costituiscono una forza armata, al pari di Esercito, Marina e Aeronautica: hanno compiti di polizia militare e sono impegnati con contingenti in tutte le missioni internazionali, dall'Iraq alla Bosnia.


GUARDIA DI FINANZA L'organico prevede 68.134 persone mentre in realtà sono soltanto 63.635. Sono militari, anche se si tratta di un corpo specializzato nelle indagini fiscali, doganali e patrimoniali. Il contributo alla sicurezza resta comunque notevole. C'è un'unità, il Gico, che si occupa di criminalità organizzata; ci sono nuclei per la lotta alla droga e i baschi verdi che contribuiscono alla vigilanza degli stadi. Infine, motovedette, aerei ed elicotteri restano in prima linea nel controllo dell'immigrazione clandestina.


FORESTALE Anche in questo caso si tratta di un corpo militare, che dipende dal ministero delle Politiche agricole. L'organico prevede 9.400 uomini mentre solo 8.500 sono in servizio. Ai tradizionali compiti di tutela dei boschi e dei parchi si sono aggiunte negli ultimi anni attività di tutela ecologica, con indagini contro l'inquinamento e controlli contro le sofisticazioni alimentari.


POLIZIA PENITENZIARIA Dovrebbe schierare 45.109 uomini e donne per la vigilanza dei detenuti, ma soltanto 41.867 sono in servizio. Nell'agosto 2007 prima dell'indulto, si occupavano di 45.600 persone agli arresti. Il confronto europeo nel loro caso mostra la necessità di rivedere il sistema carcerario: in Francia solo 31 mila agenti sorvegliano quasi 60 mila reclusi. Ma da noi ci sono 205 istituti di pena, contro i 192 d'Oltralpe. E, soprattutto, mancano strumenti tecnologici d'avanguardia.


DIA La Direzione investigativa antimafia venne creata 16 anni fa. Inizialmente doveva assorbire competenze e uomini di tutti i reparti degli altri corpi impegnati nelle indagini sulla criminalità organizzata. Di fatto, si è trasformata in un doppione. Oggi ha una struttura centrale e 13 centri operativi sul territorio. L'organico dovrebbe essere di circa mille persone, distaccate dai ranghi di polizia, carabinieri e finanza.


Tua email:   Invia a: