LEGGE DINI, MANCATA ATTUAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE, INTERROGAZIONE DELL’ON. ANTONINO LO PRESTI (PDL): “FORTI MALUMORI TRA IL PERSONALE DELLE FF.OO. CON AVVIO DI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI PER DICHIARARNE L'INCOSTITUZIONALITÀ”

martedì 01 luglio 2008

Riportiamo di seguito l’interrogazione a risposta orale presentata il 23 giugno scorso dall’on. Antonino LO PRESTI al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali sulla mancata attuazione del cosiddetto “secondo pilastro” della legge Dini che ha introdotto il sistema previdenziale contributivo.

 

L’interrogazione fa riferimento anche a iniziative giudiziarie in corso di presentazione da parte di appartenenti alle Forze dell’ordine.

 

In merito, ricordiamo che La Rete Legale ha quasi ultimato la predisposizione di DUE RICORSI, il primo dei quali sarà riservato agli appartenenti alle Forze Armate e di Polizia in regime contributivo, al costo di euro 10 per gli iscritti a Ficiesse.

 

L’on. Lo Presti è vicepresidente della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

 

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3-00054

presentata dall’on.ANTONINO LO PRESTI
lunedì 23 giugno 2008 nella seduta n.021


LO PRESTI. –

 

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

- Per sapere - premesso che:

la riforma del sistema previdenziale avviata con la legge 30 dicembre 1992, n. 305, e proseguita con legge 8 agosto 1995 n. 355 ha previsto, tra le altre cose, un nuovo sistema di calcolo della pensione da corrispondere agli aventi diritto, secondo l'anzianità maturata alla data del 31 dicembre 1995;

in particolare si è stabilito di mantenere il sistema:

1) retributivo per i dipendenti che potevano contare su almeno 18 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995;

2) contributivo per i neoassunti, a far data dal 1o gennaio 1996;

3) misto per quei dipendenti che potevano mantenere alla stessa data meno di 18 anni di contributi;

per il sistema previdenziale privato, la cosiddetta riforma Maroni ha introdotto la previdenza complementare entrata in vigore nel 2007, allo scopo di rimediare alla sperequazione che nel tempo si sarebbe venuta a creare ai danni di coloro i quali fossero entrati a far parte del cosiddetto sistema contributivo, in base al quale il calcolo della pensione viene effettuato non più tenendo conto della media delle retribuzioni percepite, ma è vincolato alla contribuzione accreditata nell'arco dell'intera vita lavorativa;

di contro, per il settore pubblico, il cosiddetto secondo pilastro da attuarsi attraverso i fondi pensione, non è mai entrato in vigore, sebbene ritenuto intervento prioritario da tutti Governi che si sono succeduti dal 1995 ad oggi;

in particolare, per il personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, ad ordinamento militare e civile, le procedure di negoziazione e concertazione del trattamento di fine rapporto e previdenza complementare, non sono state concretamente avviate;

tale situazione di stallo ha provocato forti malumori tra gli appartenenti alle Forze dell'ordine;

risulta all'interrogante che migliaia di carabinieri stanno avviando procedimenti giudiziari finalizzati ad ottenere una dichiarazione di incostituzionalità della legge di riforma e quindi un ritorno al sistema di calcolo retributivo, almeno fino a quando il sistema di previdenza complementare non sia concretamente attuato -:

quali iniziative intenda assumere per estendere anche al settore pubblico e nel più breve tempo possibile, il sistema di previdenza complementare già introdotto per il settore privato e come intenda il Governo eventualmente affrontare il vasto contenzioso costituzionale che si prefigura sull'argomento. (3-00054)

 

 


Tua email:   Invia a: