TREMONTI E CONSIGLIO DI STATO CONFERMANO CHE, SENZA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA, DIFFICILMENTE CI POTRANNO ESSERE PREMI ANTIEVASIONE PER IL PERSONALE GDF - di Gianluca Taccalozzi
La diatriba tra Guardia di Finanza e Ministero dell’Economia sulle risorse derivate dalla lotta all’evasione fiscale e destinate per il 35% al delle strutture e per il 65 % al personale del Ministero fa registrare due importanti fatti:
1. la presa di posizione del Governo ed in particolare del ministro Tremonti, che, dopo aver ritirato il decreto in precedenza emanato dal suo predecessore Padoa Schioppa, ha tratto dal fondo destinato al Ministero 20 milioni di euro (su un totale di 450 milioni di euro circa) destinandoli al Fondo Assistenza Finanzieri, art.67 comma 1 Decreto Legge 112 del 25 giugno 2008;
2. la prima pronuncia del Consiglio di Stato, che ha rinviato la decisione chiedendo il parere della Ragioneria dello Stato e della Segreteria del Consiglio dei Ministri, confermando notevoli elementi di ostacolo alla corresponsione del premio al personale della Guardia di Finanza, più che alla amministrazione stessa.
In sostanza, sia Tremonti che il Consiglio di Stato hanno confermato le nostre preoccupazioni (vgs. articolo “Andiamo sul concreto …” pubblicato sul sito www.ficiesse.it il 19.05.2008), il premio antievasione sarà difficilmente distribuito al personale della Guardia di Finanza come trattamento economico e potrà al limite essere corrisposto alla struttura GdF o al Fondo Assistenza Finanzieri, come già disposto dal ministro seppur per un importo relativamente limitato.
Allo stato, dunque, le rivendicazioni della Guardia di Finanza sembrano essere state disattese sia dal ministro (i 20 milioni destinati al FAF appaiono insoddisfacenti nell’importo e nella destinazione) che dal Consiglio di Stato che non ha accolto la tesi per cui il premio spettava di diritto anche alla Guardia di Finanza, soprattutto nella parte relativa al personale, in dipendenza della mancanza di contrattazione integrativa (per la verità l’ordinamento militare Guardia di Finanza non prevede nemmeno la contrattazione di I livello).
Per la definizione del contendere bisognerà comunque attendere la conversione in legge del DL 112, la sentenza del Consiglio di Stato ed il conseguente nuovo decreto di distribuzione. Ma le previsioni non sono certo incoraggianti per la Guardia di Finanza: con queste premesse, infatti, al massimo si potrà assistere a qualche euro elargito all’amministrazione militare per il potenziamento della struttura o ad ulteriori risorse destinate al FAF.
GIANLUCA TACCALOZZI
Segretario Sezione Ficiesse Roma
gianlucataccalozzi@alice.it