AUDIZIONE DEL COCER-GDF ALLE COMMISSIONI DIFESA RIUNITE: ECCO I PUNTI CHE ABBIAMO SOLLEVATO PARTENDO DAL DOCUMENTO CONCLUSIVO DE L’AQUILA – di Maurizio Dori

sabato 02 agosto 2008

Il 30 luglio 2008 il Cocer della Guardia di Finanza ha svolto un’audizione presso le Commissioni Difesa del Senato e della Camera dei Deputati.

 

Il presidente Minervini ha fatto innanzitutto presente che quanto esposto non rappresenta una posizione personale bensì l'espressione della maggioranza dell'Organismo e che non si sarebbe tornati sui contenuti del decreto 112 in quanto già ampiamente discussi nel corso di precedenti interventi.

 

Minervini ha invece illustrato i contenuti del documento conclusivo dell’assise generale dei delegati della Rappresentanza Militare del Corpo tenutasi a L’Aquila e a Roma il 22 al 24 gennaio 2008.

 

In particolare, ha evidenziato che quell'assemblea in tema di riforma della rappresentanza militare ha auspicato, all’unanimità, che i nuovi organismi debbano essere esterni e autonomi rispetto alla Amministrazione, attraverso la separazione, nell’interesse del personale ma anche dell’efficienza del Corpo, tra linea di comando e organo di tutela del personale e in grado di contrattare a livello nazionale come ai livelli territoriali. Inoltre, la rappresentanza dovrà essere capace di tutelare concretamente il personale sia sul piano collettivo sia su quello individuale, attivando procedure di conciliazione e di arbitrato che permettano di limitare il ricorso al contenzioso in sede giudiziaria.

 

Il generale Minervini ha poi rappresentato l’anomalia della collocazione del Cocer della Guardia di Finanza in quello Interforze. Infatti, il Corpo, pur con l’orgoglio della sua militarità, nella quale individua un valore aggiunto, e pur nella condivisione dei valori fondamentali in cui credono gli appartenenti alle Forze Armate (lealtà, solidarietà, fedeltà alle istituzioni), è chiaramente diversa per formazione, cultura, obiettivi e aspettative. Inoltre, i finanzieri dipendono dal ministro dell’Economia e delle Finanze e v’è quindi un'ulteriore, obiettiva difficoltà ad avere quali interlocutori per le loro problematiche il Capo di Stato Maggiore della Difesa ed il Ministro della Difesa.

 

Per questi motivi, è stato raccomandato ai parlamentari una particolare sensibilità ed attenzione sulla (per noi denegata) ipotesi di un transito dei marescialli in esubero dalle Forze Armate ai Corpi di Polizia ad ordinamento militare. E ciò non solo per la difficoltà connaturata ad una totale diversa professionalità richiesta ai finanzieri, ma anche per le frizioni e le recriminazioni che l’ipotetico inserimento nelle fila del Corpo provocherebbe, tenuto conto dei vantaggi di carriera che nel tempo i marescialli delle Forze Armate hanno avuto rispetto ai parigrado  della Guardia di Finanza.

 

Terminato l’intervento del generale Minervini, ho ritenuto di dover prendere la parola per porre all’attenzione dei parlamentari alcune considerazioni personali. Tra queste, in primo luogo il rammarico per l’assenza, nei tavoli tecnici presso i vari ministeri, di un rappresentante del Governo sulle materie in discussione. Quindi, una risposta al tenente colonnello CULTRERA, dell’Esercito, che aveva fatto riferimento ai 20 milioni di euro riconosciuti dall’attuale Governo al Corpo della Guardia di Finanza, per precisare che solo le Fiamme Gialle abbiamo l’obbligo di rispondere al ministro dell’Economia e delle Finanze sul raggiungimento degli obiettivi assegnati per la lotta all’evasione fiscale.

 

Successivamente mi sono rivolto al presidente della Commissione Difesa della Camera, on. CIRIELLI, per sottolineare come gli incarichi demandati ai finanzieri comportino rischi quotidiani per l’espletamento dei servizi tributari, aggravati dalla grave carenza di corsi di aggiornamento professionale, indispensabili come possono confermare il senatore RAMPONI e l’onorevole SPECIALE, già comandanti generali della Guardia di Finanza, per affrontare in modo adeguato novità continue, come quelle contenute ogni anno nelle leggi finanziarie.

 

Ho espresso poi contrarietà in merito all'ipotesi di estendere ope legis ai volontari delle Forze Armate la qualifica di Agente di PS, attribuita al personale delle Forze di Polizia previa frequenza di un corso non inferiore a 9/12 mesi. Infine, circa la richiesta avanzata dal generale RAGGETTI, presidente del Cocer Carabinieri, di riformare la rappresentanza militare partendo dal testo presentato dal senatore Ramponi, ho osservato che quel testo rappresenta un evidente arretramento rispetto addirittura all’attuale disciplina.

 

MAURIZIO DORI

Delegato Cocer Guardia di Finanza X Mandato

Segretario nazionale Ficiesse

dorimaurizio@libero.it

 

 

 


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