MISURE ANTI-FANNULLONI, OPERAZIONE DI FACCIATA - di Francesco Zavattolo
In questi giorni, grazie al momentaneo arresto della macchina del calcio e in attesa delle ormai prossime olimpiadi, tra le immancabili notizie di cronaca e i vessanti allarmismi sull’ovvio caldo d’agosto, per fortuna c’è anche qualcuno che trova lo spazio per parlare delle misure anti-fannulloni ideate e firmate dal ministro Brunetta.
Si snocciolano dati e cifre, si mettono in luce le grandi stanze della poderosa macchina statale alla ricerca della media di giorni di malattia, si fanno differenze tra ministeriali nel senso stretto del termine e appartenenti alle Forze dell’Ordine o alle Forze Armate, tra dipendenti civili e militari, tra medici ed insegnanti, tutti intenti a verificare quanto costerà, al povero malcapitato, una banale influenza.
Se di dati si vuol parlare, parliamone.
La macchina statale, dal punto di vista della media su base annua delle assenze per malattia (fonte Ragioneria Generale dello Stato anno 2005), è divisa tra i virtuosi appartenenti alle Forze Armate, che hanno una media di 0,5 giorni l’anno per dipendente, e i ministeriali in senso stretto che di giorni medi di assenze per malattia ne hanno quasi 23; nel mezzo della disputa ci sono gli appartenenti alle Forze di Polizia con 13 giorni l’anno.
Alla luce di quanto detto e ridetto, dobbiamo notare, qualora non fosse ancora chiaro, che grazie all’entrata in vigore del decreto anti-fannulloni, in ragione della diversa articolazione delle voci stipendiali, chi pagherà le spese di questo conto malattia saranno proprio i poliziotti, i carabinieri e i finanzieri; uomini e donne che, senza nulla togliere agli altri, sono chiamati ad operare in ogni condizione di tempo e di luogo.
Eppure, nonostante ciò, 9 euro al giorno è la cifra che verrà detratta ad un insegnante, 32 euro al giorno è la cifra minima che verrà sottratta alla famiglia di un appartenente alle Forze dell’Ordine.
Forse ormai non ci scandalizziamo più di nulla, ma la situazione attuale dovrebbe quantomeno farci riflettere. E’ stata costruita una campagna elettorale sul problema sicurezza, addirittura hanno affiancato migliaia di soldati alle Forze di Polizia perché c’è un problema di sicurezza, ma mancano i soldi per le manutenzioni delle caserme e mancano i soldi per la benzina delle autovetture; e, come se non bastasse, le condizioni economiche di tutti gli operatori del comparto sicurezza e difesa, grazie al D.l. 112 diventano sempre più spoglie. Come lo affrontiamo il problema sicurezza? Con quali mezzi e con quali fondi?
Restando sul tema oggetto di questa disamina, va rilevato che mentre il problema assenze per malattia è stato risolto e “affrontato” in tempi record, di detassazione degli straordinari se ne parlerà, forse, nella prossima primavera; il che lascia supporre che è più urgente disincentivare le assenze che non incentivare le presenze. A questo punto però la domanda sorge spontanea: quanti sono i veri fannulloni nel nostro Paese? Come si possono stanare e successivamente punire? La risposta fornita dal nostro ministro più che risolvere questi dubbi spara su tutti i dipendenti pubblici senza distinzione alcuna. Non è forse più logico “punire” o disincentivare chi prolunga oltre modo la propria malattia anziché quanti, nell’arco di un anno rischiano di prendere una banale influenza perché, con alto senso del sacrificio, operano senza badare al vento, alla pioggia o al caldo torrido del mese di agosto?
La situazione attuale troverebbe senso in una proposta mirata a scoraggiare l’abuso del riposo per malattia, ma dal momento in cui, forse, il vero senso di questo decreto è quello di batter cassa risparmiando sugli stipendi e considerato che non c’è altro modo per poterlo fare, probabilmente sarebbe stato più onesto – da parte dei media – battezzare il decreto legge in questione “decreto cuci tasche”.
In conclusione, senza tediare oltre il lettore, non posso non pensare alla povera casalinga di Voghera, tanto osannata dal nostro onorevole ministro Brunetta: chissà se userà il matterello per stendere la pasta o per invitare il povero marito ministeriale a recarsi al lavoro nonostante i suoi 38 gradi di febbre?
D’altra parte il ministro non lo sa, ma oggi è sempre più difficile arrivare alla fine del mese.
FRANCESCO ZAVATTOLO
Segretario Sezione Ficiesse Pratica di Mare