RISPOSTA AL VICE DIRETTORE DEL QUOTIDIANO “LIBERO”: RICONOSCIMENTO DELL'IMPEGNO E DEI SACRIFICI E REALI MOTIVAZIONI, ECCO COSA SERVE AL PERSONALE DELLE FORZE DI POLIZIA – di Paolo Finetti

sabato 09 agosto 2008

Pubblichiamo la lettera aperta inviata oggi da Paolo Finetti al giornalista Gianluigi Paragone,  vicedirettore di Libero, in risposta all’articolo dal titolo “Il poliziotto batte cassa, il PDL si spacca. Anche in divisa si premi il merito” apparso ieri sul quotidiano, pubblicato sul nostro sito e che comunque riportiamo di seguito.

 

LETTERA APERTA AL VICEDIRETTORE DI LIBERO

 

Egregio Dott. Paragone,

ho letto con attenzione il Suo interessante editoriale pubblicato il 5 agosto e devo dire che ne condivido in gran parte il contenuto.

Concordo con Lei quando afferma che il risanamento dei conti dello Stato, attraverso drastici ma indispensabili tagli di bilancio, debba riguardare ogni singola Amministrazione; nessuna esclusa. Lei afferma, giustamente, che gli appartenenti al comparto sicurezza sono lavoratori pubblici e che, per questo motivo, non possono pretendere di essere esclusi pregiudizialmente dal riordino della P.A.

Concordo, inoltre, con Lei quando sostiene che anche all’interno delle caserme si trovano imboscati e fannulloni. Eccome se esistono!

Ma….

Con la conversione in legge del “famigerato” decreto 112 si andrà a colpire indiscriminatamente TUTTI gli appartenenti alle Forze di polizia; i fannulloni e anche chi, da sempre, svolge con coscienza ed abnegazione il proprio dovere.

Mi perdonerà se porto come esempio il mio caso personale.

Sono un giovane Luogotenente della Guardia di Finanza, sono comandante di  un’articolazione operativa del Corpo e in 21 anni di carriera sono stato assente per malattia 15 giorni nel 1990 (sono stato tamponato e, mi creda, avrei potuto tenere il “collarino” per tanto tempo ancora!) e 3/4 giorni una decina di anni fa per un’influenza. Ringrazio Dio di avermi donato una salute ferrea, ma gli anni passano e potrebbe succedere che mi possa ammalare. Supponiamo che il prossimo inverno mi venga la febbre a 40°. Rimango a letto per un po’ e subisco un recupero in busta paga di ben 32 euro al giorno (fonte: Libero Mercato del 25 luglio). Mi dica: con quali stimoli potrei poi tornare al lavoro?

Stimoli. Di questo vorrei parlare.

Come Le dicevo in precedenza, a 40 anni ho già raggiunto il grado apicale. Mi attendono almeno altri 20 anni di servizio senza avere come obiettivo alcuna possibile progressione di carriera. Egoisticamente parlando, sono felice di aver bruciato le tappe ma, se venissi trattato come un fannullone, se mi si rubasse la dignità, non sarebbe umano che mi venisse l’istinto di “sedermi”? di dire: “ma chi me lo fa fare?” (solo l’istinto, mi conosco: continuerei a lavorare come sempre, come farebbe del resto la stragrande maggioranza dei miei colleghi).

Il comparto sicurezza è in attesa da anni di un provvedimento legislativo di riordino delle carriere che non ha mai visto la luce; speriamo che, con questa solida maggioranza, sia la volta buona.

Stimoli. Nel Suo editoriale, Lei sostiene che “il poliziotto o il carabiniere (aggiungo anche il finanziere) non possono essere messi sullo stesso piano del funzionario del catasto per la particolarità della mansione svolta, per l'emergenzialità che contraddistingue la loro prestazione”. Non vorrei scadere nella retorica, ma è risaputo che chi è impiegato nei reparti operativi deve continuamente sostenere, di tasca propria, spese per telefonate di servizio (ad esempio, durante i pedinamenti) o per acquistare testi giuridici per il proprio aggiornamento professionale. Questa naturalmente è solo la punta dell’iceberg. Converrà ancora? Converrà ancora ad un Ispettore comandare un reparto? Non esiste un’indennità di comando (se non un piccolo incentivo a fine anno) e lo stipendio (bassino, lo possiamo dire?) è perfettamente identico al parigrado che non ha alcuna responsabilità, fa le sue 36 ore settimanali, finite le quali può spegnere il cellulare e “chiudere la mente”.

Converrà ancora lavorare in certi reparti (gruppi operativi antidroga, nuclei mobili etc.), dove si sa quando si inizia e non si sa quando si finisce, senza essere neppure retribuiti? In caso di determinate operazioni di servizio quali, ad esempio, arresti o “consegne controllate” di stupefacenti si lavora ad oltranza. Ho detto: “senza neppure essere retribuiti”? Confermo. Visto che Lei invita l’esecutivo a corrispondere lo straordinario a chi lo fa, tenga conto che l’importo orario netto, riferito al grado apicale degli Ispettori, è pari a € 6,59: no, non è un errore di battitura! Il monte-ore mensile medio varia dalle 10 alle 15 max 20-25 ore, o qualcuna in più per i comandanti. Il resto viene tagliato e trasformato in riposi compensativi.

Aggiungerei che il buono-pasto per le Forse di Polizia è di €. 4,65 (!), ma non voglio aprire altri fronti di discussione. Stimoli.

La ringrazio per la Sua attenzione e per la particolare simpatia e gratitudine che Lei e la testata di cui è vice-direttore ripongono nei confronti degli appartenenti al Comparto.

Cordiali saluti.

6 agosto 2008

 

PAOLO FINETTI

 

 

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LIBERO – 5 agosto 2008

 

La protesta contro Brunetta

II POLIZIOTTO BATTE CASSA, IL PDL SI SPACCA. ANCHE IN DIVISA SI PREMI IL MERITO

Giusta la linea dura con gli agenti fannulloni. Ma si paghino gli straordinari a chi lavora

Editoriale di Gianluigi Paragone (vicedirettore di Libero)

Dicono che i sindacati siano in rivolta perché si sentono schedati dal ministro Brunetta. Dicono anche che parecchi deputati del centrodestra, soprattutto di area Alleanza Nazionale, siano in affanno perché «così perdiamo tanti voti».

Se cosi fosse, le speranze (già basse...) di avere una classe politica in grado di affrontare o solo gestire una bella sforbiciata alla spesa pubblica si riducono al lumicino. Cosa significa infatti tagliare la spesa pubblica se non farsi parecchi nemici? Se i palazzi del potere romano non si possono toccare perché sono una riserva di voti, se i dipendenti pubblici vanno coccolati perché anche lì il PdL ha i suoi consensi, se le Province non si possono toccare sennò i leghisti si incavolano, se le Comunità montane si salvano anche stavolta nonostante tutti fossero concordi nell'abolirle,. se eccetera eccetera, allora lasciamo perdere e continuiamo a sognare l'arrivo di una qualche Thatcher che parli italiano. Giulio Tremonti non è sulla cattiva strada, però se ciascuno solleva eccezioni buona notte al secchio...

La spesa di Tonino

La questione dei poliziotti è paradigmatica dell'allergia dei politici al rigore dei tagli indistinti. Una seria politica dei tagli non partorisce figli e figliastri, non conosce parentele né sacche elettorali. Pertanto o si ha il coraggio di parlare chiaro e agire di conseguenza, oppure si finisce succubi delle varie categorie, le quali sono perennemente alla ricerca di un padrino politico che grida più forte. Oggi, per le forze di polizia e per le forze armate, l'occasionale compagno di viaggio si chiama Tonino Di Pietro, al quale non sembra vero di poter entrare dentro l'elettorato di An per fare la spesa di voti.

Se i poliziotti davvero sciopereranno perché si sentono schedati dal ministro Brunetta sono in torto. Sebbene in divisa, si devono ricordare di essere comunque dei dipendenti pubblici; pertanto se un riordino della Pubblica amministrazione va compiuto, non possono considerarsi esclusi pregiudizialmente.

Niente sconti

Non piace il termine schedatura? Si usi monitoraggio o verifica, l'importante è verificare a fine mese chi baratta, il furbo e chi ha lavorato. Gli imboscati esistono dappertutto (pure nelle caserme), guai quindi a coprire talune sacche privilegiate solo perché titolari di un bottino elettorale. Se il PdL vuole afferrare il testimone delle politiche thatcheriane (così parlò Berlusconi in campagna elettorale...) deve avere il coraggio di non guardare in faccia ad alcuno, per il bene di tutti.

Discorso diverso se le forze dell'ordine rivendicano il sacrosanto diritto a vedersi pagate le ore di straordinario non in modo forfetario (il monte-ore si sgonfia sempre a seconda delle esigenze di cassa) ma per il lavoro in più effettivamente svolto. Se il poliziotto o il carabiniere non possono essere messi sullo stesso piano del funzionario del catasto è proprio per la particolarità della mansione svolta, per l'emergenzialità che contraddistingue la loro prestazione. Per tanti anni abbiamo chiesto ai ragazzi in uniforme sacrifici enormi; di più ancora gliene chiederà questo governo che ha fatto della sicurezza una delle sue priorità: a maggior ragione è necessario riconoscere loro il lavoro straordinario effettuato con una busta paga dignitosa. Dico di più. Così come il governo ha detassato gli straordinari nel settore privato, si dovrebbe fare altrettanto anche nel comparto sicurezza. Si tratterebbe di soldi pubblici ben spesi, di incrementi della retribuzione per nulla regalati. Così si motiverebbero i ragazzi in uniforme. A proposito, non si potrebbe garantire maggiormente il ricircolo del materiale a cominciare proprio dalle divise? Ho saputo che agli agenti in abiti civili lo Stato consegna un buono-spesa annuale compreso tra i 30 e i 120 euro: una barbonata...

A favore delle forze dell'ordine Libero ha una simpatia e una gratitudine particolare, è noto; per questo non esiteremmo a criticare il governo laddove trattasse i nostri ragazzi in uniforme come o peggio di quanto fece il governo Prodi. Quando recentemente stava montando la polemica sui tagli al Viminale e la sinistra stava inzuppando il biscotto, chiedemmo lumi al ministro Maroni. Il quale ci spiegò che laddove fosse stato necessario agire di forbici, queste forbici non sarebbero finite sulle buste paga dei poliziotti ma sulle spese riguardanti le prefetture (uffici quanto mai superflui e troppo pieni di dipendenti pubblici: ecco, una sfoltita da quelle parti non sarebbe operazione vana). Maroni aggiunse che col ministro Alfano aveva anche pensato di destinare una buona parte del tesoro confiscato alla mafia a favore della lotta alla criminalità e all'intero comparto sicurezza. Non ho ragioni per dubitare delle parole di Maroni, non fosse altro perché una buona parte del capitale elettorato della Lega passa per la questione sicurezza. so e risultare contraddittorio: riconoscere alle forze dell'ordine e alle forze armate il giusto guadagno non dipende dalla loro appartenenza politica, ma dall'importanza che il loro molo riveste in un dato momento storico. Se oggi l'opinione pubblica chiede maggiore sicurezza, il governo non può che aumentare l'offerta di sicurezza; questo aumento di offerta ha però un prezzo. Che è sacrosanto riconoscere a chi è in servizio. Non a chi ha il vizietto della malattia lampo o si imbosca.

La sicurezza costa.

Con ciò non vorrei essere frainteso e risultare contraddittorio: riconoscere alle forze dell`ordine e alle forze armate il giusto guadagno non dipende dalla loro appartenenza politica, ma dall`importanza che il loro ruolo riveste in un dato momento storico. Se oggi l`opinione pubblica chiede maggiore sicurezza, il governo non può che aumentare l`offerta di sicurezza; questo aumento di offerta ha però un prezzo. Che è sacrosanto riconoscere a chi è in servizio. Non a chi ha il vizietto della malattia lampo o si imbosca.

 

 

 


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