«FINANZIERI, RESTITUITE GLI STRAORDINARI». PERSONALE IN FERIE OBBLIGATE PER NON PAGARE, SERVIZI A RISCHIO (CORRIERE DELLA SERA)
Corriere della Sera di martedì 23 settembre 2008, pagina 27
Richieste di migliaia di euro. Personale in ferie obbligate per non pagare, servizi a rischio
«FINANZIERI, RESTITUITE GLI STRAORDINARI»
Il Consiglio di Stato: gli agenti hanno lavorato oltre il limite fissato
di Luigi Ferrarella
MILANO - C'è la vedova del militare della Guardia di Finanza, che si sta preoccupando perché teme di essere lei a dover rimettere mano al portafoglio al posto del marito morto (che certo non potrà barattare i soldi in riposi compensativi). C'è chi, ormai ex finanziere, è andato in pensione o è passato a un'altra amministrazione, e anche lui avrebbe problemi a restituire ciò che ora gli si chiede indietro. E ci sono appartenenti alle Fiamme Gialle per le quali la lettera che si rigirano tra le mani vale l'ansia di dover restituire alla Gdf molte migliaia di euro, legittimamente incassate anni fa a saldo di montagne di ore di straordinario. «Oggetto del procedimento: recupero somme corrisposte a titolo di compenso lavoro straordinario e interessi legali per il periodo 19962000». Comincia così la lettera che in tutta Italia molti finanzieri hanno ricevuto o stanno cominciando a ricevere dai Reparti tecnici logistici amministrativi della Guardia di Finanza, e con la quale l'amministrazione comunica loro di aver «avviato un procedimento amministrativo finalizzato al recupero» dei soldi che i Tar (Tribunali amministrativi regionali) avevano invece riconosciuto loro. Tutto perché, a rovesciare certezze e conseguenze, è la giurisprudenza del Consiglio di Stato. Che si traduce così: per quegli straordinari i finanzieri non hanno diritto ai soldi ricevuti, che dovrebbero dunque restituire; però, al posto dei soldi, hanno diritto a commutare le ore di straordinario non pagato in riposi compensativi.
Con due effetti che, in attesa di chiarimenti dal Comando generale Gdf, destano timori tanto fra i singoli interessati quanto negli Uffici. Gli uni temono di dover restituire consistenti somme di denaro, sulle quali avevano già fatto affidamento, che magari in molti casi hanno già utilizzato, e che sono tanto più rilevanti in rapporto agli stipendi certo non alti di questi appartenenti alle forze dell'ordine. I comandi fanno quattro conti sulla dimensione temporale dei riposi che dovranno assicurare in cambio, e cominciano a temere di non poter facilmente pianificare la normale operatività con personale che si ritroverebbe a dover smaltire settimane o addirittura mesi di assenza. In ballo c'è il diritto o meno di riscuotere in denaro il compenso per lo svolgimento del servizio prestato anche fuori del normale orario di lavoro e oltre i limiti fissati per il lavoro straordinario in quattro anni, dall'ottobre 1996 al dicembre 2000. I finanzieri, di solito concentrati nelle unità più operative, cioè quelle nelle quali era impensabile interrompere un servizio (come un pedinamento, o un lavoro sotto "copertura") che andasse oltre l'orario di lavoro o lo straordinario preventivabile, si erano visti negare dal Ministero dell'Economia-Comando generale della Gdf il pagamento dei soldi perché l'amministrazione assumeva che, per le prestazioni effettuate oltre l'orario obbligatorio ed eccedenti il monte-ore di straordinari ripartito dalla prefettura tra le varie forze di polizia, i militari avrebbero invece dovuto presentare tempestivamente (cioè prima di fare lo straordinario) un'apposita istanza per usufruire di un riposo compensativo.
Nel 2002 il ministero dell'Economia, incalzato dai finanzieri, si trova a dover subire un decreto ingiuntivo. Fa opposizione, ma se la vede respingere nel 2003 dal Tar della Lombardia (e poi di altre regioni). Il Ministero non si arrende e nel 2005 si appella al Consiglio di Stato, che con tre sentenze (l'ultima è recente) accoglie il ricorso e rovescia la decisione dei Tar. Nel presupposto che le casse sono vuote: «In considerazione dei ristretti limiti di stanziamento per liquidare il lavoro straordinario, vanno valutate positivamente le misure che, per far fronte ad indifferibili e persistenti esigenze di servizio, prevedano in alternativa la possibilità di riposi compensativi ».