RIFORMARE LA GUARDIA DI FINANZA? YES, WE CAN (E SENZA RIVOLUZIONI) - di Gianluca Taccalozzi
RIORDINO E RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA POSSONO RENDERE IL CORPO UNA MODERNA POLIZIA ECONOMICO FINANZIARIA.
- di Gianluca Taccalozzi
La separazione del comparto sicurezza e difesa non è nell’agenda politica del Governo (Ministro Maroni permettendo) e non è tra le priorità dell’opposizione. E’ questa la considerazione più importante che venuta fuori dall’incontro/dibattito sul riordino delle carriere con il Sen. Saltamartini e l’On. Villecco organizzato da Ficiesse il 25.06.2009.
Tuttavia il comparto, pur rimanendo unito, inevitabilmente vedrà aumentare le distanze e le frizioni tra Forze Armate (spinte per nuovo modello di Difesa) e Forze di Polizia civili (spinte verso separazione del comparto e unificazione delle polizie). In questo contesto, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza corrono il serio rischio di veder rotto quel sottile e precario equilibrio tra militarità e regole di impiego civile che fino ad oggi ha permesso loro di operare nel settore sicurezza pur essendo militarmente organizzate.
Dunque il comparto “non s’ha da separare”, ma dal convegno è emersa comunque la possibilità di trovare comunque soluzioni soddisfacenti per molte delle problematiche causate dalla disomogeneità del comparto, attraverso le due più importanti riforme in discussione (Riordino e Rappresentanza militare).
Si tratterebbe di ampliare, sempre all’interno del comparto, i margini di manovra di Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza attribuendogli un ruolo indipendente, autonomo ed idoneo alle loro specifiche esigenze che permettano di non seguire e subire passivamente le spinte di Polizia e Forze Armate.
Una soluzione che permetterebbe di mantenere unito il comparto, salvare il modello misto sicurezza civile/militare e, contestualmente, rendere possibile la modernizzazione della Guardia di Finanza (e se del caso anche dell’Arma), senza traumatici scioglimenti, accorpamenti, ecc..
Basterebbe che:
l’eventuale Legge Delega di Riordino non imponga criteri stringenti e perentori (in particolare l’assoggettamento a prescindere delle Forze di polizia ad ordinamento militare ai criteri pensati per le Forze Armate), individui solo 4 punti di carattere generale (unificazione ruoli esecutivi, valorizzazione ruolo ispettori, nuovo ruolo direttivo e nuovo ruolo dirigenziale) e lasci alla decretazione delegata il compito di individuare i modelli di carriera ed i metodi di progressione professionale meglio rispondenti alle diverse esigenze delle singole amministrazioni (pur all’interno della “sostanziale non omogeneità degli ordinamenti” imposta dalla Corte Costituzionale);
l’eventuale riforma della rappresentanza militare permetta di rispondere alle esigenze di democraticità, trasparenza e tutela avanzate dal personale militare, attraverso l’adozione di un istituto di rappresentanza indipendente (finanziariamente e gerarchicamente) e la concessione della piena libertà di associazione. Magari con sistemi di rappresentanza differenti tra il settore difesa (dove l’esigenza di massima operatività e coesione è maggiore) ed il settore sicurezza (dove la stessa esigenza è molto minore).
Per quanto riguarda la Guardia di Finanza, con queste premesse, sarebbe possibile modernizzare il Corpo con l’adozione di:
un modello di carriera dei ruoli non dirigenziali più idoneo ai compiti di polizia economico-finanziaria e non più basato esclusivamente sull’anzianità di servizio (analogamente a quanto già previsto per il ruolo Ufficiali dal D.Lgs. 69/2001), dando sostanza ad un progetto già in qualche modo iniziato con l’introduzione delle qualifiche di “investigatore economico finanziario” ed “esperto d’area” per il ruolo Ispettori;
una vera riforma della Rappresentanza militare che permetta di poter tutelare adeguatamente gli interessi collettivi ed individuali del personale, contribuendo a migliorare la comunicazione interna ed a diminuire il grado di conflittualità, senza incidere sulla capacità operativa del Corpo.
Per una moderna Polizia Economico Finanziaria, non si dovrebbe dunque arrivare necessariamente alla separazione dei comparti (ed all’inevitabile smilitarizzazione del Corpo), ma si potrebbe trovare una soluzione meno traumatica e, allo stato, più fattibile, rimanendo all’interno dell’attuale comparto e dell’ordinamento militare.
GIANLUCA TACCALOZZI
Segretario Sezione Ficiesse Roma
gianlucataccalozzi@alice.it