SICUREZZA: CONTRATTO; SAP, INSUFFICIENTI 80 EURO LORDI - CASSAZIONE: NON EMETTE SCONTRINO, MULTA E NEGOZIO CHIUSO. LINEA DURA CON COMMERCIANTI RECIDIVI ANCHE SE PAGANO SANZIONE

mercoledì 16 settembre 2009

SICUREZZA: CONTRATTO; SAP, INSUFFICIENTI 80 EURO LORDI
(ANSA) - ROMA, 13 SET - Sono insufficienti 80 euro lordi di
aumento mensile per il rinnovo del contratto del settore
sicurezza. Lo afferma Nicola Tanzi, segretario generale del Sap,
il sindacato autonomo di polizia, nell'editoriale dell'house
organ Sapflash.
In vista dei tavoli contrattuali che partiranno mercoledi'
prossimo, dopo quasi due anni di ritardo, spiega Tanzi, ''al
ministro Brunetta porremo subito le condizioni per una
trattativa seria e responsabile: disponibilita' immediata del
Governo e della maggioranza a reperire, entro l'anno e nelle
more dell'approvazione della legge di bilancio 2010, congrue
risorse per la nostra specificita' e, nel contempo, l'Esecutivo
dovra' attivarsi per presentare il disegno di legge delega sul
riordino delle carriere, considerando che su questo c'e' un
preciso impegno del sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio, Gianni Letta, che lo scorso giugno ha risposto con
una nota ufficiale scritta ad un sollecito del Sap''.
''Con l'avvio delle trattative contrattuali - rileva poi il
segretario del Sap - non si risolve, automaticamente, il nodo
delle risorse. Dai conti che abbiamo effettuato sulle base delle
risorse attualmente disponibili, la somma disponibile pro capite
dovrebbe oscillare tra gli 80 e gli 85 euro lordi mensili. Senza
un euro per la specificita'. Si tratta di una situazione
inaccettabile. Non accetteremo compromessi, non accetteremo
soluzioni umilianti per il personale, furbizie o patacche''.
(ANSA)

CASSAZIONE: NON EMETTE SCONTRINO, MULTA E NEGOZIO CHIUSO
LINEA DURA CON COMMERCIANTI RECIDIVI ANCHE SE PAGANO SANZIONE
(ANSA) - ROMA, 14 SET - Scatta l'obbligo delle saracinesche
abbassate per i commercianti sorpresi a non rilasciare lo
scontrino ai clienti, e la circostanza che paghino la sanzione
per non aver battuto cassa non salva i recidivi dell'evasione
fiscale dalla condanna a tenere il negozio chiuso per un certo
periodo di tempo. Lo sottolinea la Cassazione - con la sentenza
19626 - dando ragione al Fisco contro una decisione della
Commissione tributaria della Campania troppo 'clemente' con
Maria P., proprietaria di un negozio di alimentari di Caserta.
Alla signora, beccata per la quarta volta in cinque anni a non
rilasciare lo scontrino, era stata inflitta una multa
accompagnata dall'ordine di chiusura per quindici giorni.
Ma, accogliendo il reclamo della signora, contro la
disposizione impartita dal direttore dell'Ufficio delle Entrate
di Caserta, la chiusura temporanea venne revocato dalla
Commissione tributaria provinciale. A nulla sono valse, in
appello, le proteste del Ministero dell'Economia che insisteva
per il ripristino dell'ordine di chiusura. Ad avviso dei giudici
tributari di secondo grado il pagamento della sanzione in
denaro, anche non completo, ''impediva l'irrogazione di sanzioni
accessorie''. Ma la Cassazione e' stata di diverso parere e ha
ordinato a Maria P. di chiudere il negozio per due settimane in
quanto questo tipo di sanzione 'complementare' ''non e'
impedita'' dalla definizione agevolata del pagamento della
multa.(ANSA).

CASSAZIONE: SCONTRINO FISCALE; TORNA CHIUSURA NEGOZI
(ANSA) - ROMA, 14 SET - Lo scontrino fiscale torna nell'
occhio del ciclone, dopo che la Cassazione ha fatto scattare
l'obbligo di chiusura per i commercianti sorpresi in piu'
occasioni a non rilasciare lo scontrino ai clienti, anche nel
caso in cui abbiano pagato la sanzione prevista. Confesercenti
commenta il provvedimento come iniquo, mentre per Confcommercio
non c'e' da stupirsi.
Piu' in dettaglio, la chiusura scatta per i negozianti che
siano stati colti dagli ispettori fiscali a non rilasciare
scontrini per piu' di tre volte, in tre giorni doversi, nell'
arco di cinque anni. Per far partire la chiusura non e' prevista
una soglia minima, piu' volte richiesta, oppure una differenza
in base all'ammontare dell'acquisto. Le serrande abbassate
possono durare da tre giorni a un mese.
Secondo il vice direttore generale di Confesercenti, Mauro
Bussoni, si tratta di un provvedimento ''iniquo e abnorme'',
visto che la mancata emissione dello scontrino riguarda ''nel
90% dei casi importi di pochi euro''. Per la Confesercenti la
chiusura e' quindi un provvedimento ''grave'' che si riflette
negativamente sull'impresa e sui lavoratori. ''Quella degli
scontrini e' - sottolinea Bussoni - una partita fastidiosa, ci
sono strumenti piu' complessi ed efficaci, come gli studi di
settore, per evidenziare quelle che sono le vere e proprie
evasioni''. E, infine, si domanda ''perche' mai la norma valga
solo per le imprese commerciali e non per le altre''. Mentre
Costante Persiani, vice direttore generale di Confcommercio,
confessa: ''Non mi sento di dire che la Cassazione abbia
sbagliato'', ''da avvocato posso dire che non ci si deve stupire
per un provvedimento del genere''. Anche Persiani critica ''la
mancanza, nella normativa, di una differenza delle sanzioni per
omesso scontrino in base alla rilevanza dell'acquisto''.
L'obbligo di abbassare le saracinesche a seguito della
mancata emissione dello scontrino fiscale aveva fatto registrare
un boom di chiusure temporanee nel 2007, quando l'Agenzia delle
Entrate e la Guardia di Finanza avevano fatto chiudere 1.214
negozi colpevoli. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Corte
dei Conti, che si riferiscono sempre al 2007, le contestazioni
per la mancata emissione sono state (a partire dal novembre
2006) 130.472, e di queste 19.070 delle Entrate e 111.402 della
Gdf; 91.603 sono diventati veri e propri atti di contestazione.
E 1.214 alla fine sono stati, appunto, i negozi chiusi. Per
quest'anno, intanto, i reparti della Guardia di finanza, secondo
i dati di meta' luglio, hanno gia' eseguito 730 mila controlli
per scontrini fiscali.

 


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