LETTERA APERTA SULLA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA: ALCUNI DELEGATI DEL COCER CARABINIERI TRADISCONO IL LORO MANDATO (di Michele Fornicola)
Gentile avvocato Carta,
Caro Giorgio,
. . . . . . . non ero presente quel giorno, ero impegnato a fare il delegato (in erba) dell’ottavo mandato della Rappresentanza Militare. Non sapevo e non potevo immaginare. Ricordo appena, in quei giorni, che si parlava di proroga del mandato e del fatto poteva essere confermata anche per il nostro mandato.
Era già consuetudine, infatti, concedere proroghe ai mandati della rappresentanza Militare anche se tali provvedimenti potevano violare il principio di imparzialità ovvero fossero ispirati a favoritismi nei confronti di determinati soggetti a scapito di altri.
Concorderai che le determinazioni assunte, infatti, talvolta non perseguivano l’interesse pubblico, bensì l’interesse degli organi di rappresentanza scaduti che hanno visto ingiustificatamente prorogato il proprio mandato. Uno sviamento del potere; un’azione amministrativa rivolta al perseguimento di interessi di determinati soggetti o gruppi a discapito della legalità, del buon andamento e dell'imparzialità dell'organizzazione amministrativa imposti dall'articolo 97 della Costituzione.
Una ventina di colleghi illuminati hanno quindi giustamente intrapreso un’azione legale chiedendo ed ottenendo che il provvedimento fosse annullato al fine di procedere al più presto al rinnovo dei Consigli di rappresentanza scaduti.
Passano gli anni e molti di questi colleghi illuminati sono stati eletti negli organismi della Rappresentanza Militare del nono mandato anche al livello centrale. Colleghi che si sono distinti per la loro “attività” concertativa ottenendo, fra l’altro, la “rieleggibilità”. Ed infatti molti di quei delegati sono riusciti a concludere il mandato e ad essere eletti anche nel decimo mandato (quello attuale). La loro attività, quindi, dovrebbe interrompersi per tornare a svolgere l’attività di istituto.
Pur considerando i limiti dell’attuale sistema della rappresentanza militare, l’elezione dei propri delegati nell’Ordinamento militare è certamente un aspetto unico ed importante in cui ciascuno può esplicitare la propria volontà in modo democratico. Un momento che definirei: alto.
È di questi giorni la notizia che anche il decimo mandato della rappresentanza militare ha ottenuto la proroga di un anno rispetto la naturale scadenza. Come sai il mio giudizio sul decimo mandato del CoCeR Carabinieri è sempre stato severo anche nella considerazione che il CoBaR Lombardia di cui sono componente, per primo ha sospeso il giudizio sulla piena legittimità già all’indomani delle elezioni. Un CoCeR composto anche da questi delegati illuminati che risulta siano stati favoriti durante le elezioni per il numero superiore delle preferenze loro attribuite a causa di “errori” a partire dal livello CoBaR Lazio. Errori che non sono mai stati adeguatamente valutati dal Comando Generale dell’Arma.
Si è parlato molto del silenzio assordante del CoCeR Carabinieri (X^ mandato) sui molti problemi che affliggono i colleghi rappresentati. Una fiducia che, a mio parere, è stata più volte tradita come possono confermare i numerosi atti di censura e mozioni di sfiducia. Un CoCeR che, a costo di apparire pavido, ha rinunciato al confronto con gli organismi confluenti anche quando espressamente previsti dalla Legge.
Quale e se ci si stata una moneta di scambio non mi importa. Credo sarebbe importante conoscere i motivi per cui alcuni di questi illuminati colleghi pare abbiano perso la bussola. Dimenticando anche quei valori ai quali si erano appellati per poter entrare nella Rappresentanza Militare e svolgendo addirittura il loro ruolo in antitesi con quei principi. Determinati solamente nell’ottenere la proroga del mandato e infischiandosene degli altri colleghi a cui avrebbero tolto quei diritti di cui ti parlavo all’inizio di questo mio sfogo. Diritti che tu conosci meglio di me e che sono serviti a quei delegati illuminati che ora sono anche al CoCeR Carabinieri.
Potrai immaginare, caro Giorgio, anche le comprensibili perplessità e malumore tra il personale che, nei prossimi mesi, intendeva candidarsi per tale delicata funzione rappresentativa.
È stata scritta un’altra pagina di storia nell’Arma dei Carabinieri. Un’immagine sbiadita dove lo smalto sembra essere ancora meno lucido.
Michele Fornicola