CONGRESSO FICIESSE 2009: IL CONTRIBUTO DELLA SEZIONE DI TORINO SULLA PROBLEMATICA DEI SUICIDI NELLE FORZE DI POLIZIA (di Giovanni Verna)

venerdì 20 novembre 2009

Riportiamo l'intervento svolto il 14 novembre 2009 nel corso del III Congresso Nazionale di FICIESSE da Giovanni Verna, socio della Sezione di Torino e neo-eletto nel Direttivo nazionale.

 

Buongiorno a tutti, mi chiamo Giovanni Verna e sono socio della Sez. Territoriale di Torino.
Mi sono avvicinato all’Associazione inizialmente tramite il Forum. Sul Forum, nella Sezione Tematica “Discussioni Generali” è attivo un frequentatissimo topic avente per oggetto “Suicidi in Finanza” .
Non ricordo a memoria il numero degli interventi e delle letture ma sicuramente è uno dei topic, unitamente a quelli aventi per oggetto la smilitarizzazione/sindacalizzazione della Guardia di Finanza, i trasferimenti ed il riordino della carriere, uno degli argomenti più frequentati sul Forum del sito web dell’Associazione, a riprova della sensibilità che hanno i frequentatori del Forum verso questa problematica.
In ragione di ciò mi sono attivato, di concerto con la sede nazionale dell’Associazione, al fine attivare dei contatti con una associazione di volontariato operante nel settore del servizio di ascolto telefonico.
A seguito di tali incontri è stata attivata una partnership denominata “S.O.S. Ficiesse” i cui dettagli sono stati precedentemente illustrati dal Segretario Nazionale Carlo Germi e dei quali potete verificare i contenuti sulla Home Page del sito internet della Ns. Associazione (http://www.ficiesse.it/sos_ficiesse.htm - http://www.telefonoamicocevita.it/downloads/ACCORDO.pdf).
Proprio per tener fede alla parola “Solidarietà” che è uno dei cardini del nome della Ns. Associazione, sto personalmente frequentando un “Corso sulla comunicazione” tenuta dall’Associazione Telefono Amico di Rivoli (TO), con la quale è stata attività la predetta collaborazione.
L’attività di FICIESSE sul problema non si ferma, tuttavia, a questa solidale collaborazione ma sono stati attivati ulteriori contatti in via di definizione per ulteriori iniziative a cura del segretario della Sezione di Roma Anagnina, Mimmo Vallefuoco, con operatori del sociale nel comune di Roma nonché, sempre a cura della Ns. Sezione Territoriale, con il Centro Ricerche e Studi del Gruppo Abele di Torino.
Sull’argomento dei suicidi tra gli appartenenti alle Forze di Polizia ed alle Forze Armate volevo illustrarVi un’interessante studio approntato dagli Avv.ti Gabriele Pezzano ed Andrea Sardo, quest’ultimo socio della Sez. Territoriale di Torino e figlio di ex appartenente al Corpo della Guardia di Finanza.
Diversi studi hanno messo in evidenza che è frequente il suicidio nelle Istituzioni caratterizzate da peculiarità come un elevato grado di controllo sul personale, un basso grado di autonomia decisionale ed un basso grado di libertà di movimento. Istituzioni di questo tipo sono le istituzioni militari, militarizzate o ad impronta simil militare, come possono essere le forze di polizia e la Guardia di Finanza in particolare.
Nelle Istituzioni così rigidamente strutturate il suicidio non ha una valenza psicopatologica vera e propria, spesso rappresenta la rivendicazione del proprio status di uomo libero e autodeterminato di fronte alle coercizioni subite e ritenute ingiuste. Quando l’appartenenza ad una Istituzione militare e la rigida vita di caserma opprime la persona con costrizioni ambientali, pretende il dominio del rigore formale, esige il rispetto gerarchico prevalente sulla libera espressione della personalità, ecco che per una persona già in crisi di suo, il suicidio assume il significato di una fuga liberatoria.
Le istituzioni totali, la caserma e la vita militare tuttavia possono solo funzionare da aumento del rischio, ma non sono una causa diretta in grado di condurre al suicidio.
Gli operatori di polizia arrivano in questo modo a sommare al proprio disagio personale ed esistenziale il contatto con situazioni fortemente problematiche e la partecipazione ad episodi drammatici.
Gli operatori delle forze dell'ordine sono, secondo statistiche nazionali, demotivati, soli, oppressi dai mille rischi che quotidianamente si trovano ad affrontare.
Così cadono più facilmente vittime di stati di stress distruttivi che, in casi estremi, portano addirittura al suicidio. I carabinieri e i finanzieri, in particolare, si suiciderebbero più degli altri tutori dell'ordine, tanto che il 66% dei casi di suicidio nelle Forze Armate ha riguardato i soli carabinieri.
Allo stato attuale tutte le attività di prevenzione, limitate alle visite di controllo all’atto della selezione psicoattitudinale, hanno dato risultati assolutamente insoddisfacenti. Per la prevenzione efficace nelle forze di polizia il primo passo da effettuare è organizzare una conoscenza del fenomeno in atto (come l’osservatorio epidemiologico) ed assicurare un miglioramento dell’habitat psicologico attraverso una maggiore attenzione alla qualità delle relazioni e dei rapporti interpersonali. La selezione psicologica di tipo attitudinale rimane un punto valido per valutare lo stato di integrità psicologica al momento dell’incorporamento, purtroppo non si può avere alcuna predittività tramite test psicologici sul rischio del suicidio, soprattutto se questo è dovuto a situazioni che hanno avuto luogo dopo l’incorporamento. E’ importante il monitoraggio delle tensioni emotive e dello stress del servizio in quanto gli eventi connessi al servizio possono modificare, alterare, squilibrare lo stato psicologico iniziale. L’assenza di un supporto psicologico ha determinato nel personale la necessità di tenersi il malessere ed il disagio dentro di sé, finché questo sia possibile.
I suicidi nei comparti di Pubblica Sicurezza tendono inesorabilmente ad aumentare.
Nel numero di episodi oggetto di indagini è possibile individuare un dato che conduce a ritenere che in determinati casi di morte violenta sia possibile individuare episodi di "mobbing" quali espressioni di violenza psicologica attuati deliberatamente in un ambiente lavorativo, a scapito di uno o più soggetti.
Tali condotte, sole o congiunte alle condizioni del singolo militare, possono essere ritenute concorrenti o addirittura determinanti circa la realizzazione di condotte auto lesive.
Dati ufficiali del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri chiariscono quanto sia drammatica la questione dei suicidi nell’Arma: dal 1978 al gennaio 2000 ben 293 militari si sono uccisi in ambienti appesantiti da comportamenti opprimenti e vessatori.
Non meno drammatica è la situazione nel Corpo della Guardia di Finanza. Gli unici dati in merito sono quelli emersi nel corso di un seminario tenutosi a Campobasso nell’anno 2006 a cura del Comando Regionale “Molise” in collaborazione con la locale Università (http://www.forzepolizia.org/dblog/articolo.asp?articolo=93) da cui è emerso che in soli dieci anni sono 74 i suicidi di appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza. A questo dato vanno aggiunte le ulteriori 26 segnalazioni di utenti del Forum nel topic sui “Suicidi in Finanza” e che portano il computo alla ragguardevole cifra di 100 suicidi di cui si è potuta appurare la veridicità nel periodo 1996 – 2009. L’ultimo caso segnalato è avvenuto non più tardi di dieci giorni fa in quel di Parma ove un militare in servizio a Malpensa si è suicidato per motivi ancora in corso di accertamento con la propria pistola d’ordinanza (http://www.ficiesse.it/news.php?id=3454).
Il quadro così delineato porta inequivocabilmente a descrivere un fenomeno rilevante, non solo numericamente e statisticamente, ma soprattutto socialmente. Si tratta dunque di un problema che richiede una attenta analisi ed uno studio approfondito e multidisciplinare, attraverso il quale individuare le cause del fenomeno e proporre gli opportuni rimedi.
La Sez. Territoriale di Torino ha, inoltre, elaborato un documento che consegno al Presidente Nazionale uscente, Avv. Giuseppe Fortuna, che, sulla base delle esperienze personali cerca di focalizzare alcune problematiche collegate all’ambiente lavorativo che posso essere alla base del fenomeno dei suicidi tra gli appartenenti alle Forze di Polizia ed alcuni auspici.


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