IL NUOVO PD DI BERSANI COMINCIA MALE SUI MILITARI, IDV E RADICALI LASCIATI SOLI CONTRO LA ANTIDEMOCRATICA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE – di Simone Sansoni

martedì 01 dicembre 2009

Nelle scorse settimane le Commissioni riunite Difesa ed Esteri del Senato hanno esaminato la conversione in legge del DL n. 152/2009 sulle missioni internazionali; al suo interno è contenuto anche il codicillo (comma 7 dell’art. 3) che proroga gli attuali delegati della Rappresentanza Militare di un anno, ossia sino al 30 luglio 2011:

Il mandato dei componenti in carica del Consiglio centrale interforze della rappresentanza militare, nonché dei consigli centrali, intermedi e di base dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, eletti nelle categorie del personale militare in servizio permanente e volontario, e' prorogato fino al 30 luglio 2011.

Il relatore in Commissione è il senatore Luigi Ramponi (PDL), il quale ha illustrato i contenuti del Decreto riprendendo pedissequamente la relazione governativa al disegno di legge che, appunto, verte quasi esclusivamente sulle missioni internazionali.

Il parlamentare si è brevemente soffermato anche sul comma della proroga che, come ha scritto il Governo, sarebbe giustificata dalla “necessità di assicurare continuità nella collaborazione tra gli organi di rappresentanza dei militari e l’Amministrazione nella fase, in atto, di definizione dei progetti di riordino strutturale dello strumento militare e di riassetto dei ruoli del personale, connessi anche all’impiego delle Forze armate nelle missioni internazionali.”

L’urgenza per l’uso del decreto legge, contenute nella relazione governativa, sono state confermate dal sottosegretario alla Difesa Cossiga e si riferiscono al procedimento elettorale che dovrebbe essere avviato con mesi di anticipo. Ecco cosa si legge nella relazione del Governo:

<<Il comma 7 è inteso a prorogare, fino al 30 luglio 2011, il mandato dei componenti in carica dei consigli centrali, intermedi e di base della rappresentanza militare dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, eletti nelle categorie del personale militare in servizio permanente e volontario, che scadrà nel 2010. La proroga dell’attuale mandato risponde alla necessità di assicurare continuità nella collaborazione tra gli organi di rappresentanza dei militari e l’Amministrazione nella fase, in atto, di definizione dei progetti di riordino strutturale dello strumento militare e di riassetto dei ruoli del personale, connessi anche all’impiego delle Forze armate nelle missioni internazionali. L’urgenza dell’intervento normativo è motivata dalla circostanza che il procedimento elettorale per il rinnovo degli organi in parola deve essere avviato con mesi di anticipo rispetto alla data di scadenza del mandato, trattandosi dell’elezione di tre distinti livelli di rappresentanza (consigli di base, intermedi e centrali) eletti attraverso gradi successivi di votazione (articolo 15 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 novembre 1979, n. 691) e della connessa necessità di consentire ai militari eleggibili di svolgere l’attività di propaganda prevista dall’articolo 22 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 691 del 1979.>>

Sui motivi per la decretazione d’urgenza la 1^ Commissione del Senato non ha avuto nulla da eccepire. Compreso il capogruppo del PD e già Ministro dell’Interno, Sen. Bianco, che ha votato un parere favorevole.

Nel corso del dibattito nelle Commissioni riunite, le uniche voci che si sono levate fermamente ed esplicitamente contrarie alla proroga sono state quelle del senatore PERDUCA, eletto nel gruppo del PD, ma rappresentante dei Radicali, e del senatore CAFORIO, dell’Italia dei Valori; questi parlamentari d’opposizione hanno anche presentato degli emendamenti al DDL indirizzati per l’appunto alla neutralizzazione del famigerato comma 7.

Per quanto riguarda il maggior gruppo d’opposizione, il Partito Democratico, nessun componente si è espresso contro la proroga delle rappresentanze militari.

L’unica proposta sul tema è stata quella del senatore SCANU il quale ha presentato un ordine del giorno, poi ritirato per essere forse ripresentato in Aula, volto ad impegnare il Governo per giungere ad una riforma dell’istituto della rappresentanza militare (l’esecutivo ne ha chiesto la trasformazioni in mera raccomandazione mentre il senatore Ramponi ne ha invece chiesto il ritiro).

Ecco, di seguito, il testo dell’ordine del giorno PD.

<<G/1850/3/3e4 SCANU, PEGORER, DEL VECCHIO, SERRA, PINOTTI, AMATI, GASBARRI, NEGRI. La 3a e 4a Commissioni permanenti, nel corso dell'esame del disegno di legge" Conversione in legge del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia"; Premesso che: - le funzioni demandate alla rappresentanza militare ai fini della tutela del personale delle forze Armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare, sono riconosciute irrinunciabili per garantire le legittime aspettative del personale e un pieno riconoscimento alle loro esigenze morali e materiali; - tali funzioni risultano decisamente logorate e, addirittura, più volte messe in discussione per l'inadeguatezza delle prerogative riconosciute agli organismi elettivi del personale militare da una legislazione emanata da quasi trent'anni;
l'esigenza di una riforma della rappresentanza militare è pienamente riconosciuta da tutti i soggetti interessati e risulta confermata anche dalla presentazione di diverse proposte di legge sulle quali è avviata il confronto nelle competenti commissioni del Senato; preso atto che: - con il decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali è entrata in vigore una norma che proroga fino al 30 luglio 2011 il mandato di tutti i consigli di rappresentanza a livello centrale, intermedio e periferico; - al fine di evitare che tale proroga risulti fine a sé stessa e possa quindi risolversi in un effetto negativo sulla stessa credibilità dell'istituto della rappresentanza militare; impegna il governo: - ad assumere ogni utile iniziativa, utilizzando l'arco temporale di proroga del mandato degli organismi in carica, per avviare un costruttivo confronto con il Cocer e del Cocer stesso con la base rappresentata, al fine di realizzare un significativo contributo alla discussione parlamentare sulla riforma della rappresentanza militare
.>>

Nel merito sulla proroga nessun altro gruppo parlamentare, né di maggioranza né d’opposizione, si è espresso nel corso della discussione. Ad oggi non si conosce quale sia stato l’esito finale dell’esame in Commissione e degli emendamenti presentati, ma l’iter del dibattito fa presagire che, con tutta probabilità, quando martedì 1° dicembre il DDL giungerà all’esame dell’Aula non vi saranno novità rispetto il testo governativo.

Per inciso, la proposta di proroga era stata inserita con un emendamento del sentaore SALTAMARTINI (PDL) anche nel DDL 1167, recentemente approvato al Senato, che però venne poi cancellato a seguito del DL 152/2009.

Mi si lasci ora esprimere alcune personali riflessioni nel merito.

Innanzitutto, a mio modesto avviso, la proroga è stata inserita impropriamente nel disegno di legge dell’esecutivo in quanto nulla ha a che fare con le missioni internazionali; le motivazioni esposte dal Governo per giustificare l’uso del decreto legge, forse le stesse sottoposte al vaglio del Capo dello Stato per il suo nulla osta, non hanno nulla di necessità ed urgenza.

La proroga non è necessaria in quanto il parere della rappresentanza militare ad oggi non viene presa in considerazione per gli argomenti sui quali è competente per legge (veggasi la problematica degli alloggi della Difesa), figuriamoci per le missioni internazionali: anzi, se qualche organismo volesse intervenire verrebbe sicuramente tacitato in quanto incompetente sulla materia.

Per quanto riguarda l’urgenza, le procedure elettive sarebbero iniziate all’incirca alla fine di marzo del 2010: non si comprende quindi quali problemi si potessero creare.

Il relatore in Commissione del DDL di conversione è il senatore Ramponi, già Comandante generale della Gdf, già presidente di Commissione, presentatore di un DDL di riforma della rappresentanza militare che piace molto agli Stati Maggiori.

Tralascio la circostanza che il senatore Ramponi nel 2005 si disse fortemente contrario all’estensione del mandato da tre a quattro anni, mentre oggi ritiene opportuno prorogarlo addirittura a cinque.

Voglio invece sottolineare la parola “collaborazione” che utilizzata da Ramponi nell’illustrare i motivi del provvedimento: vuol forse significare che vi è il rischio che nuove elezioni potrebbe portare delegati non abbastanza “collaborativi” con le Amministrazioni, ossia con gli Stati Maggiori ai quali, appunto, piace molto la proposta di riforma della rappresentanza dell’ex generale? Il giudizio sui delegati lo debbono dare i rappresentati o le Amministrazioni? O il rispetto della volontà degli elettori vale solo per parlamentari?

Qualche stupore desta il dover notare come lo strumento della decretazione d’urgenza, che in tanti altri casi recenti ha scandalizzato gli esponenti del Partito Democratico, non sollevi alcuna perplessità quando si parla di militari, come si ricava dall’intervento del senatore Bianco.

Quanto al merito, sempre dai banchi dell’Opposizione non è giunta nessuna voce contraria, se si esclude la generosa attività di contrasto posta in essere da Radicali e Dipietristi, gli unici che abbiano cercato di rimarcare la gravità del provvedimento e di cancellarlo con degli emendamenti.

Martedì 1° dicembre il Decreto giungerà all’esame dell’Aula del Senato e le posizioni già espresse in Commissione fanno intendere che il prolungamento del mandato avrà la sua prima approvazione senza colpo ferire (dovrà poi andare alla Camera), con buona pace degli elettori defraudati.

Nonostante Bersani, non si intravedono all’orizzonte buone prospettive per i diritti e le libertà dei militari italiani.

SIMONE SANSONI
Segretario nazionale Ficiesse
Presidente Direttivo Sezione Ficiesse Torino
simone.sansoni@hotmail.it


 


Tua email:   Invia a: