QUALE FUTURO PER LA PREVIDENZA TARGATA GDF? TROPPI MISTERI SUI FONDI DEI FINANZIERI (di Simone Sansoni)

lunedì 11 gennaio 2010

QUALE FUTURO PER LA PREVIDENZA TARGATA GDF? TROPPI MISTERI SUI FONDI DEI FINANZIERI (di Simone Sansoni)

Pubblichiamo di seguito una libera manifestazione di pensiero di Simone Sansoni. Il titolo è della redazione del sito.

Il 26 giugno 2009 il Governo, nella diffusa inconsapevolezza dei diretti interessati, ha approvato uno schema di regolamento per il riordino di alcuni Enti vigilati dal Ministero dell’Economia; tra essi il Fondo Assistenza Finanzieri, la Cassa ufficiali ed il Fondo di previdenza per il personale appartenente ai ruoli ispettori, sovrintendenti, appuntati, finanzieri della Guardia di finanza.
Il provvedimento di riordino si inquadra nella procedura cd “taglia-enti”, iniziata con la Finanziaria 2007 e proseguita col D.L. 112/2008 con la finalità di eliminare molti degli enti pubblici considerati non necessari. A tale scopo le norme emanate negli ultimi due anni prevedono la soppressione di tutti quegli Enti per i quali i Ministeri competenti non intendano provvedere ad una loro riorganizzazione, tesa al contenimento delle spese di funzionamento, alla razionalizzazione della gestione ed alla fusione degli organismi similari.
In tale contesto è stata preparata dal Ministero dell’Economia anche la riorganizzazione degli Enti di assistenza e previdenza della Guardia di Finanza, procedura che sarebbe passata in sordina e senza che i diretti interessati (i Finanzieri) ne sapessero alcunché, se non fosse per un articolo pubblicato dal quotidiano ItaliaOggi nel quale si dava conto del parere prodotto dal Consiglio di Stato su tale riorganizzazione (si veda i documenti pubblicati il 24 ottobre scorso su questo sito http://lnx.ficiesse.it/news.php?id=3396 e http://lnx.ficiesse.it/news.php?id=3397 ).
Nell’occasione, infatti, il Consiglio di Stato si era espresso in maniera alquanto negativa sul progetto ministeriale di riorganizzazione; le maggiori critiche che sono state mosse al regolamento proposto riguardano:
• la mancata fusione della Cassa ufficiali col Fondo di previdenza PeISAF;
• la mancata riduzione del personale GdF impiegato nel funzionamento di tali Enti;
• la mancato riduzione delle spese logistiche e di funzionamento.
Pare infatti che la riorganizzazione ipotizzata dal Ministero per gli enti della GdF si limiti ad una riduzione dei componenti degli organi gestionali e di revisione; in particolare:
• per il F.A.F. una riduzione dei membri del Consiglio di amministrazione (da nove a sei) equamente ripartita tra le categorie rappresentate (ovvero ufficiali, sottufficiali, appuntati o finanzieri); nel contempo una riduzione dei componenti del Collegio dei revisori da 5 membri a 3;
• per la Cassa Ufficiali una riduzione dei membri del Consiglio di amministrazione da 5 ufficiali a 3;
• per il Fondo di previdenza PeISAF, una riduzione dei membri del Consiglio di amministrazione da 7 (due Ufficiali, due Sottufficiali e tre Appuntati/Finanzieri) a 5 (non è dato conoscere con quale ripartizione tra le tre diverse categorie).
Proprio in relazione al fondo di previdenza PeISAF sono state recentemente sollevate tra gli iscritti alcune perplessità sull’assetto gestionale ed in particolare sul fatto che nel Consiglio d’amministrazione siedano due Ufficiali del Corpo, tra cui il Presidente, che non rientrano però tra il personale contribuente, mentre nel Consiglio di Amministrazione della Cassa ufficiali naturalmente non partecipa personale ISAF. Inoltre le procedure di nomina dei consiglieri non prevedono un coinvolgimento, né diretto né indiretto tramite gli organismi di rappresentanza, del personale iscritto obbligatoriamente (si veda l’articolo pubblicato il 17 febbraio 2009 http://lnx.ficiesse.it/news.php?id=2815).
Per gli ultimi rinnovi dei Consigli d’Amministrazione dei tre Enti vi è stata al dire il vero una modesta apertura, dopo le continue pressioni e delibere da parte del CoCeR della Guardia di Finanza, anche se a dire il vero questi non era stato inizialmente informato del progetto di riorganizzazione degli Enti imposto dalla Finanziaria 2007 (si veda la delibera 1/31/10° del 05.04.07). Nelle procedure di designazione dei neo-componenti da parte del Comando Generale si è cercato quindi di tenere in considerazione anche una partecipazione territoriale: nel passato infatti venivano nominati solo membri in servizio a Roma. E’ stato anche chiesto un marginale parere della rappresentanza militare sui papabili consiglieri, scelti comunque autonomamente dai Comandi Interregionali o equiparati.
Tornando alla riorganizzazione ed al cd. “decreto taglia-enti”, a me pare che questa poteva essere un’occasione propizia per porre mano a tale discutibile organizzazione. Purtroppo, a quanto mi è dato di sapere, nonostante appunto il pressante interessamento dimostrato in questi ultimi anni dalla Rappresentanza Militare della Guardia di Finanza sull’argomento nessun coinvolgimento è stato invece operato nella definizione dei nuovi regolamenti che, infatti, sono ad oggi ancora sconosciuti nel dettaglio; la riorganizzazione si sostanzierebbero appunto in un mero taglio di poltrone all’interno dei consigli d’amministrazione, senza incidere tuttavia nella loro composizione e nei meccanismi di nomina.
Un altro aspetto ancor più inquietante è il giudizio negativo che viene dato dal Consiglio di Stato, che dovrà comunque in proposito pronunciarsi nuovamente, in merito al mancato accorpamento degli enti in un unico soggetto: qualora il Governo accogliesse tale critica significherebbe forse la fusione dei tre Enti (FAF, Cassa Ufficiali e Fondo PeISAF) in un unico soggetto, anche perfino con il Fondo di previdenza del personale ministeriale? Con quali conseguenze, negative o positive, per le diverse categorie di iscritti? Ossia, quali possono essere gli effetti sulle prestazioni previdenziali future?
La riorganizzazione “taglia-enti” ha nel frattempo già interessato anche le Casse militari, ossia tutti i diversi e numerosi enti previdenziali ai quali sono iscritte le diverse categorie di personale delle quattro Forze Armate: per tali organismi si è giunti infine ad un’unica cassa. Anche in questo caso nel corso della riorganizzazione non è stato minimamente coinvolto né il personale militare né tantomeno gli organismi di rappresentanza militare, nemmeno durante l’esame da parte della Commissione bicamerale per la semplificazione del nuovo ed unico regolamento di riordino di tali Casse (il CoCeR dell’Aeronautica avrebbe cercato invano di essere sentito in Commissione Difesa; si veda l’interrogazione parlamentare pubblicata il http://lnx.ficiesse.it/news.php?id=3582 ).

Una situazione di completa incertezza che quindi rende assolutamente necessaria un’opera chiarificatrice e trasparente su quale sia il progetto ministeriale per gli Enti di previdenza del Corpo ed il destino delle somme finora obbligatoriamente versate da tutto il personale in tali Fondi.

Simone Sansoni
Segretario Nazionale FICIESSE
s.sansoni@ficiesse.it

 


 


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