SOLIDARIETÀ DEL COISP AL COCER GDF CONTRO “L’ARROGANZA E GLI ATTEGGIAMENTI DI CERTA POLITICA”
Dopo la grave denuncia del COCER della Guardia di Finanza, il COISP esprime solidarietà e vicinanza: “Sappiamo bene con quale arroganza si debba scontrare chi riceve l’onorevole incarico di rappresentare migliaia di colleghi”
“Quando andiamo dicendo in ogni dove che pretendiamo prima di tutto rispetto in virtù del ruolo che ricopriamo, spesso le controparti tentano di farci passare per paranoici, isterici ed egocentrici. Ma chi si assume l’onere di rappresentare e difendere i colleghi sa bene quale sia il primo problema con cui ci si scontra: è la grettezza di chi non vuole riconoscere il valore del traguardo straordinario che abbiamo raggiunto affermando la necessità delle
rappresentanze sindacali; l’arroganza di chi pensa di poter ignorare le legittime istanze di coloro i quali quotidianamente operano al servizio dello Stato; la superbia di chi crede possibile tenere tutto celato sotto una coltre di prepotenza e di finta superiorità, che qualche volta si traduce nel far finta che l’interlocutore sindacale non esista, nel ridicolizzarlo, nel mentirgli spudoratamente, e qualche altra si manifesta con la volontà di imporgli il silenzio o di sottometterlo. Conosciamo bene ciò che descriviamo, ed è per questo che a pieno titolo possiamo e vogliamo manifestare tutta la solidarietà e la vicinanza ai membri del COCER della Guardia di Finanza, che si sono trovati nella gradevolissima situazione nella quale tutti noi, di volta in volta, incappiamo”.
Con queste parole Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato indipendente di Polizia, commenta il comunicato stampa “Clima da caserma in Commissione Difesa del Senato” diffuso dal Cocer delle Fiamme Gialle, in seguito alla riunione del 10 febbraio scorso presso la Commissione Difesa del Senato, per l’audizione dei Consigli Centrali di Rappresentanza dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza inerente “l’indagine conoscitiva sulla condizione militare”. Il COCER ha fortemente stigmatizzato “l’approccio ed il tono con il quale il Presidente della Commissione Difesa ha inteso gestire l’audizione su una materia così delicata”, descrivendo “un clima surreale, tipico di una caserma degli anni trenta,
connotato da una inusuale rigidità che ha privato, peraltro, i singoli commissari della facoltà di porre domande su tematiche di rilevante importanza…, che da anni rimangono colpevolmente irrisolte”. “Il Presidente della Commissione Difesa – è spiegato ancora nella nota - ha più volte tolto la parola ad alcuni delegati COCER pretendendo la rettifica di talune dichiarazioni e senza il diritto di replica instaurando, di fatto, un clima conflittuale che lo ha portato persino a porre un veto sulla futura presenza in Commissione di un delegato COCER che,
amareggiato per le modalità dell’incontro, aveva lasciato l’aula”.
“I fatti denunciati – continua Maccari – sono veramente molto gravi, e rispecchiano una realtà distante anni luce da quella che dovrebbe connotare un Paese democratico, consapevole del valore della propria storia, delle proprie tradizioni e della propria cultura. Sì – incalza il leader del Coisp – perché gli atteggiamenti di certa politica sono certamente più consoni ad un Paese schiacciato sotto il peso di qualche nostalgico capetto che tutto governa, tutto
controlla, di tutto dispone. Solo che qui in Italia non è affatto così, e non c’è politico o imprenditore o vertice istituzionale che possa comprare e meno che mai bistrattare ciò che gli Appartenenti alle Forze dell’ordine hanno conquistato faticosamente. E cioè organismi che ne tutelino la dignità, l’onore, gli interessi, dal momento che quello Stato che chiede loro sacrifici immani senza dargli neppure i mezzi indispensabili per lavorare non lo fa più da tempo e, anzi, li mortifica e li offende sempre di più ogni giorno che passa”.
“E no - conclude Maccari -, è bene chiarire che non basteranno gli insulti, non basteranno le prepotenze, né la dissimulata indifferenza. E’ bene che la politica sappia che per ogni rappresentante sindacale che si tenta di far tacere, altri cento ne riprenderanno ed amplificheranno la voce. E’ bene chiarire che non sopporteremo più gli affronti e le angherie, ai quali da oggi risponderemo con azioni sempre più determinate e, se saremo costretti, usando i medesimi linguaggi”.