FISCO: UNICO 2009;META' CONTRIBUENTI SOTTO 15.000 EURO - FISCO:ARRIVANO CORRETTIVI ANTICRISI,STUDI SETTORE LIGHT

giovedì 01 aprile 2010

FISCO: UNICO 2009;META' CONTRIBUENTI SOTTO 15.000 EURO
I PAPERONI SOPRA I 100.000 EURO SONO CIRCA L'1%
(ANSA) - ROMA, 31 MAR - Circa la meta' dei contribuenti
italiani non va oltre un reddito dichiarato di 15.000 euro
l'anno e i due terzi non superano i 20.000 euro. I contribuenti
''paperoni'', sopra i 100.000 euro sono invece meno l'1% di chi
presenta la dichiarazione dei redditi ma pagano il 18% del
totale dell'imposta. E' quanto risulta dalle anticipazioni
statistiche delle dichiarazioni fiscali relative al periodo
d'imposta 2008 (e presentate nel 2009) diffuse dal Dipartimento
delle Finanze.(ANSA).

FISCO: UNICO 2009;4.700 EURO IRPEF A TESTA;18.873 DI REDDITO
(ANSA) - ROMA, 31 MAR - Il reddito complessivo medio
dichiarato dagli italiani nel 2009 si attesta su un valore di
18.873 euro per un'imposta netta media di 4.700 euro. E' quanto
risulta dalle anticipazioni statistiche delle dichiarazioni
fiscali relative al periodo d'imposta 2008 (e presentate nel
2009) diffuse dal Dipartimento delle Finanze.
Su base regionale, la Lombardia conferma il primato per il
reddito complessivo medio piu' alto (pari a 22.540 euro);
all'estremo opposto troviamo la Calabria con 13.470 euro. In
relazione all'imposta netta, invece, il valore medio maggiore e'
quello del Lazio (5.740 euro), il minore della Basilicata (3.370
euro).(ANSA).

FISCO:UNICO 2009;4.700 EURO IRPEF A TESTA;18.873 DI REDDITO (2)
(ANSA) - ROMA, 31 MAR - Riguardo alla tipologia di reddito -
spiegano dalle Finanze - il reddito medio da lavoro dipendente
e' pari a 19.640 euro (+1,9% rispetto all'anno precedente),
quello da pensione a 13.940 euro (+3,7%), quello da
partecipazione a 17.350 euro (-2,4%). I redditi d'impresa e da
lavoro autonomo si attestano rispettivamente a 18.140 euro e a
38.890 euro; il confronto omogeneo con le dichiarazioni relative
al periodo d'imposta 2007 evidenzia per i redditi d'impresa una
diminuzione dello 0,5%, che riflette l'andamento negativo
dell'economia, e per i redditi da lavoro autonomo un incremento
del 2,6%. La crisi economica iniziata nella seconda meta' del
2008 mostra quindi i suoi effetti nei confronti delle attivita'
d'impresa, mentre non si evidenzia ancora nei confronti dei
lavoratori autonomi. Riguardo alla composizione del reddito
dichiarato, la quota complessiva di redditi da lavoro
dipendente e pensione, in crescita, ha raggiunto l'80,3% del
totale. Seguono, per importanza, i redditi da partecipazione
(5,0% del totale), d'impresa (4,2%) e da lavoro autonomo
(4%).(ANSA).

FISCO: LOMBARDIA IN TESTA PER REDDITO MEDIO, ULTIMA CALABRIA
SI VA DA 22.540 EURO FINO A 13.470 EURO ANNO
(ANSA) - ROMA, 31 MAR - E' la solita Italia a due 'velocita''
quella che appare dalle anticipazioni sulle dichiarazioni dei
redditi 2009 diffuse oggi dal Dipartimento delle Finanze. Se si
guarda infatti al reddito medio dichiarato, il primo posto
spetta alla Lombardia con 22.540 euro di media mentre il
fanalino di coda spetta alla Calabria con 13.470 euro, cioe'
9.070 euro in meno. Il tutto per un reddito medio nazionale di
18.870 euro.
Il dato dipende pero' anche dal fatto che la maggior parte
dei contribuenti si trovano proprio in Lombardia: dei 41.802.902
'dichiaranti' infatti in Lombardia ce ne sono oltre 7,1 milioni
(il 17,08% del totale) cioe' come Calabria, Campania e Sicilia
insieme. Sta di fatto che lo stacco tra la prima e l'ultima
regione appare notevole.
Ecco, secondo i dati del Dipartimento, la 'mappa' del reddito
medio in Italia (in euro):
REGIONE REDDITO COMPLESSIVO MEDIO 2008
1) Lombardia 22.540
2) Lazio 21.310
3) Emilia Romagna 20.560
4) Valle d'Aosta 20.240
5) Piemonte 20.170
6) Liguria 20.050
7) Trentino Alto Adige 19.730
8) Veneto 19.560
9) Friuli Venezia Giulia 19.440
10) Toscana 19.370
11) Umbria 17.970
12) Marche 17.610
13) Sardegna 16.280
17) Abruzzo 15.850
18) Campania 15.760
19) Sicilia 15.130
20) Puglia 14.830
21) Molise 14.520
22) Basilicata 14.270
23) Calabria 13.470
Mancante/errata 3.870
Media 18.870
(ANSA).

FISCO:ARRIVANO CORRETTIVI ANTICRISI,STUDI SETTORE LIGHT/ANSA
AGENZIA ENTRATE, 3 TIPI INTERVENTI; CNA, 30% CALO MEDIO RICAVI
(di Paola Barbetti)
(ANSA) - ROMA, 31 MAR - Arrivano i correttivi anticrisi per
studi di settore 'light'. Un 2009 ''ancor piu' profondamente e
diffusamente influenzato dal fenomeno di crisi'' e' scritto
nella relazione tecnica, ha spinto la Commissione degli esperti
a varare tre misure di intervento per 'alleggerire' gli studi di
settore e arginare l'impatto della crisi sui bilanci delle
imprese.
Sensibile riduzione dei ricavi, rigidita' dei fattori
produttivi, invariabilita' dei costi fissi, sovrastima dei
ricavi teorici sulla base dei costi di gestione sono infatti gli
elementi evidenziati da un panel di 2 milioni di contribuenti,
che hanno convinto gli esperti al varo degli interventi
salvagente.
Un monitoraggio accurato, ha evidenziato l'Agenzia delle
Entrate, basato su informazioni fornite dalle associazioni di
categoria, incrociate con le analisi dei settori svolte da
Bankitalia, Istat, Isae oltre al quadro fornito dai dati Iva
2010 presentati a febbraio e gia' analizzati dalle Entrate e di
Sose, societa' degli studi di settore. Si e' tenuto conto
insomma ''sia della contrazione dei margini, sia degli effetti
negativi sulla capacita' di produrre ricavi e compensi'' scrive
la Commissione nella relazione.
Una crisi che si e' fatta sentire soprattutto nel
manifatturiero: secondo la Cna, qui la riduzione dei ricavi
media arriva a sfiorare -30%''.
Tre i tipi di interventi individuati. Il primo va a incidere
sulle rimanenze di magazzino e sulla durata delle scorte,
tenendo conto di merci e prodotti invenduti a seguito della
contrazione delle vendite. Il secondo ('correttivi
congiunturali di settore'), e' orientato a comparti ove e'
riscontrata ''una significativa alterazione tra le variabili
contabili e i ricavi comportando una contrazione dei margini di
redditivita'''. Oltre alla contrazione dei margini si rileva
anche un minor utilizzo degli impianti, soprattutto nei casi
(che riguardano soprattutto le piccole imprese) in cui,
nonostante il minor utilizzo degli impianti, non si e' proceduto
a tagli di personale mantenendo cosi' inalterati i costi.
Discorso a se' per le attivita' professionali, in questi casi l'
intervento correttivo tiene conto della contrazione dei compensi
a seguito del maggior ricorso a pagamento fortemente dilazionati
da parte dei clienti. ''E' evidente - si legge nella relazione
tecnica - che la generalizzata crisi di liquidita' che ha
coinvolto indistintamente le imprese e i privati, abbia
determinato una generale contrazione dei compensi in favore dei
professionisti''.
La terza misura infine riguarda i soggetti che presentano
una riduzione dei ricavi-compensi dichiarati (pressoche'
l'intera platea degli studi di settore che enumera 206
categorie, oltre 2.000 sottogruppi, 3.700.000 contribuenti). Si
tende a equilibrare il modello di stima, in presenza di una
tendenziale sistematica contrazione dei ricavi-compensi.
Positivo il giudizio della Cna: ''La validazione dei correttivi
congiunturali, approvata all'unanimita' dalla Commissione
rappresenta un primo passo molto importante per le imprese'',
secondo il responsabile del Dipartimento politiche fiscali della
Cna, Claudio Carpentieri. La Lapet, associazione dei
tributaristi, avviera' subito un monitoraggio per ''verificarne
l'effettiva efficacia''.
Secondo i dati delle categorie, il 70-75% della platea ha
aderito agli studi, non ha aderito invece la restante quota (un
milione circa su 3.700.000). Gli accertamenti fiscali hanno
riguardato finora da 40.000 a 70.000 soggetti. (ANSA).

 


 


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