MARINA MILITARE, IN NAVIGAZIONE SENZA ORARIO DI LAVORO: COS'È CHIARO E COSA MENO – di Antonello Ciavarelli

giovedì 29 aprile 2010

Come è ampiamente noto, fra gli equipaggi della Marina Militare c’è stata un po’ di “maretta”. Su disposizioni dello Stato Maggiore Marina del 18 febbraio 2010 il Comandante in Capo della Squadra navale ha ordinato che le attività condotte nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2009, “causa incapienza dei fondi resi disponibili sul pertinente capitolo”, siano riconteggiate e remunerate in natura con recupero compensativo.

Oltre al danno, la beffa! Gli equipaggi, non solo non si vedranno riconoscere un’indennità forfettaria che dal 2002 sostituisce l’orario straordinario e che corrisponde a circa tre euro all’ora per le ore di navigazione effettuate oltre l’orario di lavoro, ma addirittura si vedranno “forfetizzare il forfettario”, perché gli si riconoscerà solo 4 ore di recupero per ogni giorno di navigazione effettuata nei giorni feriali.

COSA C’È DI CHIARO?
Il Capo di Stato Maggiore Marina in persona, sia al Co.Ce.R. (il massimo organismo di rappresentanza dei militari) che direttamente agli equipaggi a Taranto, ha voluto rassicurare tutti sul suo massimo impegno al fine di trovare le risorse economiche. Tenuto conto della considerazione che l’Ammiraglio ha nei confronti della parte politica e del proprio personale, tutto ciò non è poco.

ASPETTI MENO CHIARI
Non è stato, però, spiegato, al Co.Ce.R. come, quando e perché, queste risorse verrebbero trovate, né tanto meno i delegati sono stati considerati per un tavolo tecnico costruttivo, così come avviene presso lo Stato Maggiore della Difesa soprattutto per le materie della Rappresentanza Militare e che riguardano la concertazione economica/normativa. Con la risposta all’interrogazione parlamentare in commissione, si intravedono delle schiarite solo per gli equipaggi che hanno partecipato alle missioni internazionali. E per gli altri? Ancora non si sa. Intanto il messaggio del Comandante in Capo della Squadra Navale non è stato né annullato né sospeso, nonostante una esplicita richiesta del COCER. Diverso personale infatti, nel frattempo, viene inviato in recupero compensativo per lo più secondo lo strano calcolo stabilito con circolare dello Stato Maggiore di circa 1 ora spettante su 4 ore di navigazione effettuata oltre l’orario di lavoro nei giorni feriali.

Se le risorse economiche non si troveranno, una soluzione paventata dalle varie delibere del Co.Ce.R. è quella di riconoscere l’orario di lavoro pari ad un’ora di straordinario o recupero per ogni ora di navigazione effettuata oltre l’orario di lavoro. Trattandosi di ore da smaltire entro il 2010, si potrebbero usare le risorse degli straordinari del personale a terra cominciando da coloro che hanno i redditi più elevati, per pagare le ore in eccedenza, cominciando da coloro che hanno navigato e che hanno i redditi più bassi. Ciò ci farebbe veramente sentire tutti sulla stessa barca.

Invece, vari aspetti rimangono poco chiari. Quando si chiariranno? Quando si saprà se tutti gli equipaggi verranno pagati? Ci sarà l’intenzione di riconoscere almeno un’ora di straordinario per ogni ora? È possibile che i sacrifici del personale che lavora 24 ore su 24 con pochissima possibilità di riposo psicofisico e i sacrifici delle famiglie, non debbano essere compensati neanche con una indennità forfettaria che si aggira a circa 3 ero netti l’ora? È possibile che il problema si risolva con 4 ore di recupero compensativo per ogni giorno di navigazione effettuata? Se non ci fosse stato il carburante si sarebbe potuto navigare lo stesso? Sicuramente no. Viceversa se non ci sono neanche i fondi che “forfetizzano” l’orario di lavoro, si può navigare lo stesso. Cosa è più importante da tenere in considerazione per navigare, il carburante o la dignità del personale e del loro lavoro?

Per la Nazione questo personale è disposto sicuramente a questi e altri sacrifici. Ma la Nazione che ha dei figli che si sacrificano e rischiano la vita, dovrebbe considerarli di “serie A”.

Può bastare rispondere che è tutta causa della crisi e che si fortunati perché questa porta tanta disoccupazione? Tutti sappiamo che almeno negli ultimi 40 anni non vi è stato un solo periodo senza crisi economica o senza disoccupazione.

Con il personale “professionista” e sempre più preparato e colto, che ha voglia di obbedire e fare il proprio dovere coscientemente, si può pretendere nell’ordinario una “obbedienza cieca”? Se così fosse la Forza Armata non sarebbe fatta di personale cieco eticamente e moralmente? Con una semplice “obbedienza cieca”, non ne risentirebbe il funzionamento della Amministrazione?

Le esigenze più profonde del personale sono il rispetto e il riconoscimento della dignità del proprio lavoro, di cui và orgoglioso.

Nel caso delle navi soddisfare queste esigenze non significherebbe navigare con il vento in poppa?”


ANTONELLO CIAVARELLI
Delegato Co.Ce.R.
antonellociavarelli@libero.it


Tua email:   Invia a: