OCSE: PROTOCOLLO; NO SEGRETO BANCARIO A RICHIESTA DATI FISCO PAESI NON POTRANNO OPPORRE NEANCHE INTERESSE NAZIONALE - OCSE: STOP SEGRETO BANCARIO SU SCAMBIO DATI FISCO/ANSA ARRIVA PROTOCOLLO. BERLUSCONI, REGOLE PER FINANZA URGENTISSIME

sabato 29 maggio 2010

OCSE: PROTOCOLLO; NO SEGRETO BANCARIO A RICHIESTA DATI FISCOPAESI NON POTRANNO OPPORRE NEANCHE INTERESSE NAZIONALE(ANSA) 

La cooperazione fiscale a livello internazionale diventa piu' efficace: i Paesi Ocse e del Consiglio d'Europa che a Parigi firmeranno il protocollo sulla mutua assistenza amministrativa in campo fiscale non potranno piu' opporre ne' il segreto bancario ne' l'interesse nazionale a una richiesta di informazioni fiscali. E' questa la novita' piu' importante della convenzione oggetto della riunione ministeriale dell'Ocse in corso a Parigi. Protocollo al quale ha fatto
riferimento il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza Ocse. La questione dello scambio di informazioni in campo fiscale e la necessita' di introdurre regole di correttezza, trasparenza e integrita', i cosiddetti 'legal standard' per il settore dell'economia e della finanza, erano tra i primi punti del G8 dell'Aquila del 2009 che a sua volta riprendeva il lavoro del G8 finanziario con il cosiddetto 'Lecce framework'. (ANSA).

 

OCSE: STOP SEGRETO BANCARIO SU SCAMBIO DATI FISCO/ANSA
ARRIVA PROTOCOLLO. BERLUSCONI, REGOLE PER FINANZA URGENTISSIME
(di Manuela Tulli e Chiara Rancati)(ANSA) - PARIGI, 27 MAG –
Stop al segreto bancario eall'interesse nazionale nello scambio di informazioni fiscali. I Paesi dell'Ocse e del Consiglio d'Europa firmeranno un protocollo nel quale si impegnano a non opporre questi ostacoli allo scambio di informazioni fiscali. E' una delle novita' che arriveranno dal vertice interministeriale dell'Ocse, che mette a segno un altro tassello nella lotta all'evasione ed elusione fiscale internazionale, sancendo una semplificazione nel sistema
di trasferimento informativo da un Paese all'altro Come anche un altro passo in avanti sara' fatto per i 'legal standard', sui quali verra' approvata un documento con dieci regole condivise da tutti i Paesi membri. Ad annunciare queste novita' e' il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, presidente di turno del vertice. Sul protocollo fiscale l'obiettivo e' quello della ''mutua assistenza amministrativa per la lotta all'evasione fiscale e
soprattutto per contrastare i cosiddetti paradisi fiscali'', ha sottolineato il premier, ricordando che l'economia in nero in Italia viaggia sul 22% del Pil, una cifra che si aggira dunque intorno ai 120 miliardi di euro. Ma non solo fisco. Domani anche le regole per la finanza, sulle quali l'Italia e' stata una delle prime a puntare con il 'Lecce framework' prima e con il G8 dell'Aquila dopo, faranno un passo in avanti con ''dieci regole'' comuni per arginare la
speculazione. Dieci regole all'insegna della ''correttezza, integrita' e trasparenza'', come aveva preannunciato ieri il ministro dell'Economia Giulio Tremonti parlando sempre a Parigi.''E' urgente e importantissimo che gli Stati si dotino di regole'', ha aggiunto Berlusconi, parlando di ''situazione
inaccettabile''. Il premier assicura che queste regole condivise ''non ledono la sovranita' nazionale, perche' ciascun Paese dovra' approvarle''. Il prossimo passo e' ora il G20 in Canada che si terra' a giugno, dove Berlusconi auspica che ''i principali Paesi'' aderiscano a questi nuovi standard. Il premier ha fatto poi riferimento alla ''risposta multilaterale'' alla speculazione che sta attaccando l'area euro, proprio ora che ''stiamo uscendo dalla crisi''. Ma
Berlusconi rassicura: ''Stiamo reagendo e fino ad oggi l'abbiamo sconfitta''.(ANSA).

FISCO: ARRIVA CHECK SU PAESI BLACK LIST, ANCHE S.MARINO/ANSA
UN MODELLO PER MAPPATURA SU TUTTE OPERAZIONI ACQUISTO-VENDITA
(ANSA) - ROMA, 28 MAG - Non sara' piu' possibile fare affari con ''paradisi fiscali'' senza dirlo al fisco. E' ai nastri di partenza una nuova stretta sui paradisi fiscali, o meglio sui paesi che il fisco italiano ha inserito nella black list, tra cui anche San Marino. Scattera' a luglio ma l'Agenzia delle Entrate ha gia' predisposto la dichiarazione che dovra' essere compilata dai contribuenti per comunicato di aver fatto operazioni di vendita o di acquisto, ma anche per aver prestato servizi in questi Paesi. La novita', che aggiunge un nuovo strumento a quelli gia' introdotti con l'obiettivo di frenare evasione ed elusione, realizzata attraverso transazioni e triangolazioni internazionali, e' stata introdotta recentemente con il decreto incentivi, ora trasformato in legge. Cosi' e' stato introdotto il nuovo obbligo di comunicazione ''per gli operatori passivi Iva'' che hanno rapporti d'affari con una trentina di Paesi che, per le difficolta' nello scambio di informazioni tributarie o per caratteristiche del sistema di tassazione, l'erario italiano ha inserito in una ''lista nera'', la ''black list''. Si va dalle Bahamas alle Filippine, dal Liechtenstein a San Marino, da Monaco agli Emirati Arabi Uniti. La stretta e' particolarmente avvertita a San Marino che negli ultimi tempi ha avviato un confronto con il fisco italiano proprio con l'obiettivo di uscire dalla lista. La repubblica del
Titano ha recentemente assicurato - attraverso il segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini - che il ''pacchetto trasparenza'' per allineare il sistema fiscale del piccolo Paese agli standard internazionali ''entrera' in vigore entro giugno''. Ma la risposta del Tesoro italiano e' stata immediata:
con una nota il ministero dell'Economia ha spiegato che la piccola Repubblica ''restera' ad ogni effetto nella black list italiano fino a quando non saranno formalmente e sostanzialmente in vigore tutte le norme necessarie per integrare gli standards internazionali legali, fiscali, antiriciclaggio, ecc.''.
Del resto, che San Marino sia nel mirino del fisco non e' un segreto per nessuno. Solo pochi giorni fa in un blitz congiunto la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate hanno setacciato 16 banche, per un totale di 78 filiali) e due fiduciarie italiane dislocate in sei regioni per verificare proprio il rispetto delle comunicazioni previste in caso di movimenti finanziari verso la rocca del Titano. Le nuove norme per la ''mappatura'' delle operazioni a rischio di hanno l'obiettivo di contrastare i fenomeni di evasione fiscale soprattutto in campo Iva, in particolar modo le cosiddette ''frodi carosello'' attuate  attraverso societa' costituite in modo fittizio (le cosiddette ''cartiere'').
L'appuntamento con la nuova ''dichiarazione'' sara' ''trimestrale'' per i contribuenti che hanno avviato l'attivita' da meno di un anno o per quelli che negli ultimi quattro trimestri hanno raggiunto un ammontare inferiore ai 50.000 euro. In caso contrario bisognera' partecipare al monitoraggio una
volta al mese. Se poi si superera' la soglia dei 50.000 euro, l'obbligo di comunicare mensilmente con il fisco scattera' dal mese successivo.(ANSA).


FISCO:ENTRATE,ARRIVA MODELLO OPERAZIONI CON PAESI BLACK-LIST
(ANSA) - ROMA, 28 MAG - Prende il via la mappatura delle
operazioni di acquisto, vendita e prestazione di servizi nei
confronti di soggetti residenti o domiciliati in Paesi a
fiscalita' privilegiata. Un provvedimento del direttore
dell'Agenzia delle Entrate, (in attuazione del D.M. del 30
marzo 2010) - comunica la stessa Agenzia - approva il modello
di comunicazione degli scambi economici effettuati con Paesi
cosiddetti black-list. Si da' cosi' nuovo impulso al contrasto
alle frodi fiscali internazionali e nazionali.
Il modello, che andra' presentato in modalita' telematica,
dovra' essere compilato da tutti gli operatori economici che
effettuano, a partire dal primo luglio 2010, almeno
un'operazione con Paesi black-list, e deve essere presentato
entro l'ultimo giorno del mese successivo a quello cui si
riferiscono le operazioni economiche.(ANSA).


FISCO: INCENTIVI, CASSAZIONE MEDITA RICORSO A LUSSEMBURGO
LEGGE APPENA VARATA POTREBBE CONTRASTARE CON NORME COMUNITARIE
(ANSA) - ROMA, 28 MAG - La Cassazione potrebbe decidere di
ricorrere alla Corte di giustizia di Lussemburgo per accertare
un possibile contrasto, con la normativa comunitaria, di alcune
norme contenute nella legge sugli incentivi alle imprese appena
approvata dal Parlamento e convertita lo scorso 22 maggio.
Durante un'udienza, in materia fiscale, svoltasi ieri davanti alla sezione tributaria della Suprema Corte, il presidente del collegio Enrico Altieri ha
invitato le parti in causa a prendere in considerazione l'eventualita' che ci possa essere un ricorso alla Corte di Giustizia su tali norme. Al vaglio dei supremi giudici, in particolare, c'e' la norma che prevede la possibilita' per i contribuenti, gia' vittoriosi in primo e secondo grado, di risolvere la controversia fiscale in Cassazione pagando solo il 5% del valore della causa in
cambio della chiusura della lite con il fisco. Sullo stesso punto si erano concentrati i rilievi mossi al provvedimento dal presidente della Repubblica, Napolitano, che ha accompagnato la firma del decreto con una lettera di
osservazioni. All'esame della Cassazione c'e' soprattutto l'articolo 3,
comma 2 bis, della legge 73/2010, della quale si possono servire solo i contribuenti, tra i quali le imprese, che abbiano una lite fiscale instaurata in primo grado da almeno dieci anni. Nell'udienza di ieri una grossa impresa ha chiesto la chiusura del contenzioso con il fisco sollecitando l'applicazione proprio delle nuove norme, in base alle quali ne aveva i requisiti. Siccome le norme del codice di procedura civile vietano al collegio giudicante di emettere 'decisioni a sorpresa', ovvero adottando una soluzione non prospettata nella discussione, il presidente Altieri ha ritenuto di far presente la possibilita' di un ricorso a Lussemburgo per sospetto contrasto delle nuove norme con quelle comunitarie. L'avvocatura dello Stato, che rappresentava il Ministero dell'Economia, ha dato parere negativo alla rimessione e la stessa cosa, ovviamente, ha fatto il legale dell'impresa. La decisione della Cassazione sara' pubblicata tra un paio di settimane circa. Se la sezione tributaria decidesse di fare ricorso a Lussemburgo, la pronuncia della Corte Europea di giustizia potrebbe arrivare tra un anno e forse anche tra un anno e mezzo.(ANSA).

 

FISCO: INCENTIVI, CASSAZIONE MEDITA RICORSO A LUSSEMBURGO (2)
(RIPETIZIONE CON NUMERAZIONE CORRETTA)
(ANSA) - ROMA, 28 MAG - Durante un'udienza, in materia
fiscale, svoltasi ieri davanti alla sezione tributaria della
Suprema Corte, il presidente del collegio Enrico Altieri ha
invitato le parti in causa a prendere in considerazione
l'eventualita' che ci possa essere un ricorso alla Corte di
Giustizia su tali norme. Al vaglio dei supremi giudici, in particolare, c'e' la norma che prevede la possibilita' per i contribuenti, gia' vittoriosi
in primo e secondo grado, di risolvere la controversia fiscale
in Cassazione pagando solo il 5% del valore della causa in
cambio della chiusura della lite con il fisco.
Sullo stesso punto si erano concentrati i rilievi mossi al
provvedimento dal presidente della Repubblica, Napolitano, che
ha accompagnato la firma del decreto con una lettera di
osservazioni. All'esame della Cassazione c'e' soprattutto l'articolo 3,
comma 2 bis, della legge 73/2010, della quale si possono servire
solo i contribuenti, tra i quali le imprese, che abbiano una
lite fiscale instaurata in primo grado da almeno dieci anni.
Nell'udienza di ieri una grossa impresa ha chiesto la
chiusura del contenzioso con il fisco sollecitando
l'applicazione proprio delle nuove norme, in base alle quali ne
aveva i requisiti. Siccome le norme del codice di procedura
civile vietano al collegio giudicante di emettere 'decisioni a
sorpresa', ovvero adottando una soluzione non prospettata nella
discussione, il presidente Altieri ha ritenuto di far presente
la possibilita' di un ricorso a Lussemburgo per sospetto
contrasto delle nuove norme con quelle comunitarie.
L'avvocatura dello Stato, che rappresentava il Ministero
dell'Economia, ha dato parere negativo alla rimessione e la
stessa cosa, ovviamente, ha fatto il legale dell'impresa.
La decisione della Cassazione sara' pubblicata tra un paio di
settimane circa. Se la sezione tributaria decidesse di fare
ricorso a Lussemburgo, la pronuncia della Corte Europea di
giustizia potrebbe arrivare tra un anno e forse anche tra un
anno e mezzo.(ANSA).


FISCO: INCENTIVI; BARBOLINI, NOMI AZIENDE CHE NE BENEFICIANO
GOVERNO VENGA IN PARLAMENTO PER FARE CHIAREZZA
(ANSA) - ROMA, 28 MAG - ''E' necessario fare chiarezza su
quali e quante aziende beneficeranno della norma contenuta nel
provvedimento sugli incentivi che prevede il pagamento del solo
5% del dovuto per risolvere pendenze fiscali''. E' quanto
dichiara il senatore Giuliano Barbolini (Pd) commentando
l'orientamento della Cassazione a fare ricorso alla Corte di
Giustizia di Lussemburgo sulla legge.
''Ci conforta sapere - dice Barbolini - che sono condivise le
perplessita' e i rilievi che come Partito Democratico abbiamo
sollevato in aula, durante la discussione del provvedimento, sul
fatto che i contribuenti che, dopo aver vinto il fisco in primo
e secondo grado, vengono trascinati in Cassazione o in
Commissione tributaria centrale possono risolvere le proprie
pendenze con il pagamento di un importo pari al 5% della
controversia''. Secondo Barbolini ''e' necessario ci sia
trasparenza e per questo pensiamo sia doveroso che il Governo,
trascorsi i 90 giorni consentiti, venga in Parlamento a spiegare
quante aziende si sono avvalse della norma e per quali importi e
quanto sia stato il minor introito per l'erario''.
''Secondo quanto risulterebbe, infatti - aggiunge Barbolini -
tra le aziende interessate a risolvere in questo modo il
contenzioso con il fisco ci sarebbe anche Mondadori che avrebbe
una pendenza di 200 milioni di euro''.
Sulla norma in questione aveva posto l'accento anche il
presidente della Repubblica, Napolitano, che nella lettera di
rilievi che ha accompagnato la firma del provvedimento scriveva:
dubbia e' ''la compatibilita' della disposizione con la
normativa europea, nella parte in cui incide sulle somme dovute
a titolo di imposta sul valore aggiunto, che come e' noto,
costituiscono risorse finanziarie proprie della Comunita', su
cui lo Stato membro non puo' incidere con rinunce indiscriminate
alla riscossione''. (ANSA).
 


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