IL DESOLANTE PANORAMA DI UNA MANOVRA CHE PENALIZZA DONNE E UOMINI IN DIVISA E RISPARMIA GLI ALTI PAPAVERI: SI TAGLINO I VERI SPRECHI E SI INTERVENGA SERIAMENTE SUI DENARI EVASI AL FISCO E ILLEGALMENTE ESPORTATI - di Raffaele Dalessandro

giovedì 10 giugno 2010

Di seguito, un intervento di Raffaele Dalessandro sulla manovra varata in questi giorni dal governo. Il titolo è della redazione del sito.

 

La crisi internazionale che stiamo attraversando certamente non permette a nessuna componente della comunità nazionale di chiamarsi fuori dai sacrifici necessari, pertanto, come sempre, anche i lavoratori in divisa non chiedono privilegi né salvaguardie corporative, ma semplicemente una distribuzione equa degli sforzi.

Purtroppo, la manovra economica contenuta nel decreto legge in discussione varato dal Governo è, ad oggi, insostenibile per tutto il Comparto degli operatori di Sicurezza e Difesa.

L’iniquità principale sta nel far pesare tutti i costi della crisi sui redditi più bassi, gravando solo nella misura del 5% e del 10% sulle retribuzioni eccedenti rispettivamente i 90mila e i 150mila euro. I lavoratori dipendenti, il pubblico impiego e i pensionati, che notoriamente non sono evasori fiscali perché subiscono il prelievo alla fonte, ricevono un salasso che per molti sarà foriero di non pochi problemi per gestire una vita familiare accettabile. I risparmi sono doverosi ma agire con il “machete” dei tagli lineari ha l’effetto, a breve, di penalizzare gli onesti ed i meritevoli, senza produrre vantaggi di efficienza nel lungo periodo.

La logica dei tagli è errata alla base. Con il metodo applicato si taglia tutto indiscriminatamente, si taglia in pari misura ciò che è spreco e ciò che è produttivo. Lo spreco va eliminato ciò che è produttivo premiato. Proprio questo Governo, che aveva preso notevoli consensi sul tema della sicurezza, anche tra gli operatori delle forze dell’ordine, e che tra i suoi primi provvedimenti legislativi aveva stilato una norma che riconosceva la peculiarità (specificità) del comparto Sicurezza e Difesa nell’ambito del pubblico impiego.

Con il massimo rispetto per ogni lavoro, un poliziotto, un finanziere, un carabiniere, un militare in missione all’estero, che rischia anche la vita ogni giorno per assicurare l’ordine e la sicurezza interna e internazionale non può essere giuridicamente e contrattualmente equiparato ad un impiegato del catasto.

La norma citata oggi è totalmente disattesa. Anzi, le forze dell’ordine sono fortemente penalizzate economicamente e moralmente dalla manovra governativa. Il blocco dei contratti per 3 anni, che rappresenta una perdita secca del 10% del potere d’acquisto degli stipendi, che peraltro non sarà mai più recuperato, l’inefficacia economica delle progressioni di carriera e l’abolizione della diaria di missione per tutti gli operatori che al costo di gravissimi rischi d’incolumità prestano servizio all’estero, persino in operazioni sottocopertura, sono la cartina di tornasole di un panorama desolante.

Dopo le 18 mila lire di D’Alema ed i poco più euro di Prodi, elargiti come elemosina nei contratti di settore stipulati sotto quei Governi, quella di oggi resta una pagina ancor più dolorosa e mortificante, soprattutto per chi presta con dedizione il suo servizio allo Stato.

Crea sconcerto soprattutto vedere che ad essere più penalizzati non sono gli alti papaveri, politicanti inclusi, ma i servitori dello Stato. Il mio pensiero va a tutti quei ragazzi e ragazze che con abnegazione svolgono la loro opera, con mezzi spesso inadeguati, per fronteggiare il crimine ed il terrorismo, fuori e dentro i confini della Patria. Penso a quei giovani finanzieri che a l’Aquila ancora oggi rappresentano un punto di riferimento per quelle popolazioni martoriate.

Per il lettore distratto, questo mio appello potrebbe sembrare l’ennesima perorazione verso una causa parziale, ma non è così. La sicurezza in senso lato non è cosa per pochi ma riguarda tutti, un apparato motivato ed efficiente e messo in condizione di lavorare al meglio è interesse di tutti. Chiediamoci, come potrà il Corpo della GdF perseguire al massimo la lotta all’evasione se l’iniquità la si riscontra sulla propria pelle?

Ma dove tagliare? Dove sono gli sprechi dunque?

Iniziamo a chiarire che le decurtazioni delle indennità dei Parlamentari nella manovra sono irrisorie, si taglia infatti il 10% solo su una parte di stipendio che è il 44% del totale incassato. Nel programma elettorale si parlava poi esplicitamente dell’eliminazione delle Province. Bene, dove sono finiti questi sani propositi? Perché non si alza dal 5% al 10% di tassazione per i capitali illegalmente esportati e che sono rientrati grazie allo scudo fiscale? Perché ancora oggi il parco auto blu italiano è il più nutrito d’Europa? Perché nonostante le ristrettezze si nominano, forse troppo silenziosamente, nuovi ministri e nuovi sottosegretari? Ci si dice che si procederà all’eliminazione degli enti inutili, ottimo. Perché non si inizia a tagliare anche qualche ministero le cui competenze sono un arcano mistero? Di cosa si occupano di tanto ineliminabile?

Le forze dell’ordine in passato hanno manifestato perplessità per l’istituzione delle cosiddette ronde. Lo stesso Co.Ce.R. della G. di F. scrisse che “una ronda non fa primavera”, nel senso che le ronde non sembravano risolutive per il problema della sicurezza urbana. Oggi a distanza di mesi e visti i risultati scarsi, perché non si dirottano i fondi per le ronde (ove stanziati) verso chi davvero ha la titolarità della gestione dell’ordine pubblico secondo la nostra Costituzione?

Invito anzi, qualche ministro troppo loquace a tornare con i piedi ben per terra. Se la pubblica amministrazione italiana è malata la cura non sta nel penalizzare i più deboli, ma nel responsabilizzare chi quel male ha in qualche modo causato...

Concludendo, inviterei ad unire gli sforzi contro chi attenta davvero alla coesione nazionale, ossia chi evade il fisco, contravvenendo al patto fondativo tra Stato e cittadino, patto che deve essere equo ma che è intollerabile che sia disatteso ancora oggi.

I denari evasi al fisco, illegalmente esportati, sono il più grande “spreco” da ricercare. Per una lotta sempre più efficace al crimine violento ed economico-finanziario esistono in Italia valenti corpi di polizia, militari e civili che chiedono rispetto e considerazione concreta.

Ancora c’è tempo per correggere gli aspetti più iniqui della manovra finanziaria, confidiamo nel buon senso delle Istituzioni parlamentari, consapevoli di continuare a svolgere il nostro servizio alla Nazione al meglio delle nostre umane possibilità.


RAFFAELE DALESSANDRO
Delegato Co.Ce.R. Guardia di Finanza – X Mandato
 


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