NOVITA' DAL SENATO, IN ARRIVO L'AGENTE DI POLIZIA TRIBUTARIA LOCALE (ItaliaOggi)
ItaliaOggi Numero 138 pag. 34 del 11/6/2010
VIGILI URBANI, LA RIFORMA ACCELERA E TROVA CONVERGENZA
Tutte le novità del testo in discussione al senato
Una polizia locale moderna con funzioni più dettagliate a supporto delle politiche integrate per la sicurezza che opererà a pieno titolo, fianco a fianco, con polizia, carabinieri e guardia di finanza. Ma anche un albo dei comandanti, un numero telefonico unico nazionale e disposizione particolari in materia di contrattazione, previdenza e indennità di polizia urbana. Sono queste alcune delle peculiarità principali del progetto di riforma dell'ordinamento della polizia locale all'esame della commissione affari costituzionali del senato. Ma sono ancora tante le questioni aperte specialmente sui temi più delicati come l'armamento, gli emolumenti e i rapporti di collaborazione con le altre forze di polizia e per questo motivo, in considerazione dell'elevato numero di emendamenti già presentati, il presidente Vizzini il 19 maggio ha proposto di costituire un comitato ristretto. Lo hanno ribadito a fine maggio i relatori Saia e Barbolini al convegno Aci sulle polizie locali di Riva del Garda. La riforma dei vigili urbani in questi anni ha prodotto solo tante aspettative e molte delusioni specialmente per gli operatori più attivi sul fronte delle attività di polizia giudiziaria e di sicurezza. E sono tanti gli addetti ai lavori che ritengono di aderire ad una visione critica di una riforma indecisa, che rischia solo di esporre gli addetti ai lavori ad attività di polizia nazionale senza adeguamenti sostanziali. Una sorta di trabocchetto per passare alla polizia municipale il lavoro più duro e massivo. Il testo unificato proposto dai relatori il 21 aprile scorso effettivamente è il frutto di un oculato compromesso che però corre il rischio di essere facilmente snaturato da emendamenti e modifiche non facilmente prevedibili. Nel dettaglio la riforma non si discosta sostanzialmente dall'impianto della vecchia legge quadro 65/1986. Innanzitutto viene fissato un argine tra le politiche locali per la sicurezza e quelle statali. In pratica gli enti locali saranno chiamati ufficialmente a partecipare alle attività di polizia statale ma solo previo accordi con le locali prefetture. Verrà quindi rimesso al patto locale il dettaglio relazionale tra vigili, polizia e carabinieri ed un articolo prevederà specificamente anche lo scambio informativo tra enti coinvolti nel progetto. Il personale della polizia locale sarà preposto alle classiche attività dei vigili urbani ma con una maggiore chiarezza dei ruoli operativi, specialmente in riferimento alle attività di polizia giudiziaria. Nascerà anche l'agente di polizia tributaria, specificamente preposto al controllo dei tributi locali. Non sarà però più possibile mantenere in servizio addetti senza qualità morali adeguate. La decadenza dalla qualifica di agente di pubblica sicurezza comporterà infatti la perdita di tutte le qualifiche di polizia locale e quindi della stessa divisa. Ma secondo il nuovo articolato non sarà neanche più possibile distogliere gli agenti di polizia urbana dalle loro specifiche funzioni. Nuovi poteri in arrivo anche per le regioni che potranno disciplinare nel dettaglio l'ordinamento della polizia locale favorendo l'aggregazione, l'associazionismo, l'uniformità e l'aggiornamento professionale degli addetti. Un freno alla veloce sostituzione dei comandanti verrà invece introdotto dal nuovo articolo 15 che istituirà l'elenco dei responsabili dei corpi. Potranno dirigere le organizzazioni di polizia locale solo i soggetti iscritti nell'apposito elenco regionale, previo superamento di un corso formativo. Uno specifico articolo è poi dedicato al potenziamento del ruolo degli ausiliari del traffico e della sosta, mentre un punto molto controverso del ddl riguarda l'armamento. Una prima proposta dell'art. 17 ammette l'armamento senza limitazioni, come si addice a un corpo di polizia. L'ipotesi alternativa riconduce questa dotazione all'ambito territoriale di appartenenza. Nelle intenzioni della riforma anche l'istituzione di un numero unico telefonico nazionale a tre cifre con instradamento della chiamata alla centrale operativa più vicina. Sarà infine ammesso l'accesso allargato dei vigili anche al Ced interforze sui precedenti penali.