SERVIZIO DELL'ESPRESSO DAL TITOLO "SOS GAY IN DIVISA" E INTERVISTA SUL MANIFESTO A NICOLA CICCHITTI, IL FINANZIERE PRESIDENTE DI POLIS APERTA, DAL TITOLO "NOI, GAY IN DIVISA CONTRO L'OMOFOBIA"
Pubbichiamo di seguito l'articolo apparso sabato scorso sul quotidiano Il Manifesto dal titolo "Noi, gay in divisa contro l'omofobia" e in allegato il servizio dell'Espresso di questa settimana "Sos gay in divisa".
Il Manifesto - 26.06.2010
POLIS APERTA
«Noi, gay in divisa contro l'omofobia»
ROMA
«Se il capo della polizia ci chiama noi siamo pronti, sarebbe molto importante. Del resto in Spagna, Austria e Gran Bretagna, solo per fare degli esempi, già esistono esperienze analoghe in cui personale omosessuale viene utilizzato per contrastare l'omofobia». Nicola Cicchitti, 32 anni, finanziere in servizio a Trieste è il presidente di Polis aperta, la prima associazione che riunisce gay e lesbiche in divisa. «In tutto un centinaio iscritti in servizio presso polizia, carabinieri, polizia municipale, aeronautica esercito e guardia di finanza», spiega. Per ora le donne iscritte sono solo cinque, ma il numero, si spera, è destinato a crescere.
La settimana scorsa, incontrando le associazioni omosessuali, il capo della polizia Antonio Manganelli ha promesso l'istituzione presso la sede centrale della Criminalpol di una task force contro le discriminazioni religiose, sessuali, ideologiche e razziali. Senza escludere la possibilità di utilizzare anche agenti gay e lesbiche. Un importante passo in avanti, come riconosce Cicchitti. «Però noi non chiediamo che siano per forza persone omosessuali a occuparsi dei crimini di odio, l'importante è che lo faccia personale specializzato».
Cicchitti è stato tra i primi militari in Italia a fare coming out, a dichiarare cioè pubblicamente la sua omosessualità. Una decisione che, per lui, non sarebbe stata particolarmente traumatica. «Prima di me c'erano stati altri militari che avevano rilasciato delle interviste parlando delle loro scelte sessuali. Ma non direi che la mia è stata una vera e propria decisione, queste cose non le decidi a tavolino. Piuttosto è stato un lavoro continuo all'interno della mia amministrazione e con i miei colleghi, con i quali ho sempre parlato del mio orientamento sessuale. Si parla implicitamente, è ovvio. Però se dici: 'Ho incontrato un ragazzo che mi piace', è chiaro che stai dicendo che sei gay. E le reazioni sono state diverse, di curiosità più che altro, ma senza nessun particolare problema».
Quando il ministero per le pari opportunità Mara Carfagna ha chiesto scusa per i suoi pregiudizi nei confronti delle persone omosessuali, Polis aperta le ha scritto una lettera: «Le abbiamo detto che apprezziamo il suo gesto e il impegno verso gli omosessuali, ama anche per segnalarle che riteniamo importante che, come è stato fatto per lo stalking, dove introducendo nell'ordinamento una nuova fattispecie penale è stata fatta una formazione del personale. la stessa cosa dovrebbe essere fatta per l'omofobia, anche se non esiste un reato specifico. Esperienze simili non mancano in Europa. Polis aperta fa parte dell'European police association gay, un network di appartenenti Lgbt alle forze dell'ordine gay che il prossimo 20 giugno si riunirà a Vienna per la sua assemblea. prevista, tra le altre, la partecipazione del ministro degli Interni e del capo della polizia austriaci. «In Spagna o in Olanda - conclude Cicchitti - la polizia invita le vittime di aggressioni omofobiche a sporgere denuncia e manda dei messaggi rassicuranti. Dice: 'noi ti proteggiamo'. Sarebbe bello se anche in Italia si arrivasse a questo punto».
C.L.