GENERALE ROSSI, FACCIA UN PASSO INDIETRO - di Salvatore Trinx

venerdì 02 luglio 2010

GENERALE ROSSI, FACCIA UN PASSO INDIETRO - di Salvatore Trinx

I generali devono fare i generali. Chi è dirigente non può essere parte e controparte.  I generali sono dirigentI. Non sono contrattualizzati. Ma sono lo stesso parte e controparte. Beati loro.

Sono l’ultimo dei moicani. La mia non è una lotta di classe. E' una fotografia sconosciuta ai più. Che sviluppo per i non addetti ai lavori. Il generale Rossi è tante cose insieme. Generale di corpo d'armata dell'Esercito. Presidente del Cocer interforze. Comandante della Capitale. Quel signore che apriva la sfilata alla festa della Repubblica. Basta questo per farsi un'idea su chi è chiamato a tutelare gli interessi degli uomini in divisa e stellette. Addirittura in qualità di "capo in testa" della rappresentanza militare. E' il capo militare. E anche il capo sindacalista. In quale altra parte del mondo avviene?

La sezione Cocer Guardia di Finanza dice che il Cocer interforze è inutile. Lo fa da anni. Praticamente da sempre. E non da sola. Leggi assurde coniugano in un vincolo d'indissolubilità unioni tra entità totalmente diverse tra loro. Realtà diverse tra le quattro Forze Armate. Figuriamoci tra queste e la Guardia di Finanza.

Le unioni imposte non possono garantire una vita armoniosa. La rappresentanza militare vive su palafitte. I cui paletti di sostegno sono marci per il tempo. (E da tempo). Stanno sprofondando. Quando la separazione avverrà non vi sarà peccato. Nè scomunica. La religione non c'entra.

La rappresentanza militare è il peggior matrimonio che si possa concepire. Mutuato da pratiche di caste votate all’autoconservazione. Ha il suo retaggio nella divisione tra classi sociali. Nell’unione di convenienza tra famiglie interessate al prestigio e ai patrimoni portati rispettivamente in dote. Così non va. Il Cocer non è stato mai unione di sentimenti. Tanto meno di idee. E' apoteosi di disomogeneità. Babele in uniforme.

Che c’entra Rossi con tutto questo? C’entra. Eccome se c’entra!

Il fatto è che anche i popoli che parlano lingue differenti riescono a dialogare tra loro quando l'interesse è comune. Oggi l'interesse è comune. Non c'è dubbio che è comune. Diritti compressi, limitazioni e privazioni sono all'ordine del giorno. Per tutti. Fanti, marinai, avieri, carabinieri. E finanzieri. Sono in procinto di essere alleggeriti i portafogli di molte categorie. (Non di tutte). Ma degli appartenenti al Comparto difesa e sicurezza in primis.

E il nostro condottiero che fa? Come che fa. Fa il Generale. Comanda eserciti. Studia tattiche di guerra. Strategie. Attacchi. Contrattacchi. Insomma, fa le guerre. Ma le guerre si fanno in nome dello Stato. E quando un generale deve tramutare la sua esperienza da strategia di attacco a strategia di difesa (e a difesa) dei diritti del personale si accorge subito che non può farlo. Non può. Perché sparerebbe “fuoco amico” sugli uomini che sono al vertice dello Stato.

Il generale Rossi è persona ammodo. Simpatica e intelligente. Ma questo non basta per trasformarlo nell’interprete dei problemi del personale contrattualizzato. Non ha le caratteristiche, a parere di chi scrive, per poterlo rappresentare. Una cosa è essere presidente del Cocer. Altra essere “il generale” presidente del Cocer. Generale di corpo d'armata. Comandante della Capitale. Presidente del Cocer interforze. Dirigente non contrattualizzato. Ci sta un pizzico di conflitto di interesse? O no (anche se in Italia nessuno si scandalizza più)?

La manovra finanziara ci stronca. Si sta per consumare la più alta ingiustizia mai perpetrata da un governo nei confronti delle Forze dell'ordine e delle Forze armate. E la guida della rappresentanza militare che strategia ha in mente per contrastare il "fuoco amico"? Una conferenza stampa? Tutto qui, generale? Davvero crede che possa bastare?

Prendere tempo non è bene. Sparare a salve ancor meno. Un generale di corpo d’armata qualsiasi scelta faccia sa benissimo che ne va del suo futuro personale. A questi livelli nomine e incarichi sono prerogative del governo. E il governo chiede ai suoi generali una sola cosa. Rispetto e fedeltà. Assoluti. Come si può fare l'interesse del personale senza urtare la sensibilità politica? Non si può. E' semplicemente impossibile. Punto.

La truppa si lamenta? Aumentiamo la paga ai generali! Vecchio detto. Che non regge più. Anche la truppa si incazza. Generale Rossi, lei è una persona per bene. Faccia un passo indietro. Non sia parafulmine di scelte scellerate.

SALVATORE TRINX

 


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