LA CAMERA APPROVA LA MANOVRA. L'ULTIMA BEFFA DELLA SPECIFICITA': SALVE CERIMONIE E CONSULENZE, MENTRE POLIZIOTTI E MILITARI PAGANO DI PIU' DEGLI ALTRI PUBBLICI IMPIEGATI - di G. Taccalozzi
La manovra economica DL 78/2010 è stata definitivamente convertita in legge. Il testo licenziato dalla Senato è stato definitamene approvato senza modifiche anche alla Camera, dove gli unici spazi di discussione e manovra hanno riguardato gli o.d.g..
Salve le cerimonie e le consulenze (con le modifiche apportate all’articolo 6), ancora in dubbio il differimento di un anno dei pensionamenti, sono state invece interamente confermate tutte le altre penalizzazioni previste per il comparto sicurezza e difesa: il taglio orizzontale del 10% ai budget ministeriali, il taglio dei fondi già accantonati per il riordino delle carriere dei non dirigenti (770 mln di euro), i tagli per l’indennità di comando terrestre e per l’indennità di super campagna (solo differiti al 2014), la trasformazione del TFS in TFR senza possibilità di anticipo, il nuovo e meno vantaggioso metodo di calcolo e della buonuscita, il taglio orizzontale del 10% del budget dei ministeri competenti, il blocco dei rinnovi contrattuali per il triennio 2010-2013, le mancate risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto 2008-2009 - parte economica.
Ma soprattutto sono state confermate le penalizzazioni previste dall’articolo 9 comma 1: congelamento sino al 31.12.2013 del trattamento stipendiale principale ed accessorio percepito nel 2010, al netto della sola vacanza contrattuale, e comma 21: congelamento degli aumenti stipendiali dovuti da promozioni e scatti di anzianità per il triennio 2010/2013, solo parzialmente ed eventualmente calmierati da un fondo perequativo di 80 mln (2011) e 80 mln (2012) istituito con il comma 11 bis dell’articolo 8.
Gli o.d.g. bipartisan 14 (Fiano) , 60 e 61 (Cicu, Cirielli, Speciale ed altri) accettati dal Governo, checché se ne dica, si limitano, infatti, ad impegnare l’esecutivo a considerare il tetto salariale previsto dall’articolo 9 comma 1 come complessivo e non come individuale. Cosicché, la maggiore retribuzione spettante al singolo soggetto nel triennio 2011/2013 rispetto al trattamento economico individuale complessivo in godimento nel 2010, eventualmente derivante da assegni funzionali, indennità di trasferimento, straordinario, ecc., sarà garantita dal decremento delle stesse voci salariali di altri soggetti e/o dal decremento dei capitoli di spesa dedicati ad altre indennità e/o, secondo quanto previsto dalle modifiche introdotte al comma 1 dell’articolo 2 in caso di sforamento delle previsioni di risparmio previste dal MEF, dalla decurtazione della dotazione annuale degli ordinari capitoli di spesa. In altre parole, gli assegni funzionali e le indennità di trasferimento, ecc., maturate nel corso del triennio 2011/2013, saranno garantite e pagate con la decurtazione delle risorse complessivamente dedicate al trattamento economico accessorio, il che si tradurrà in meno missioni, meno presenze esterne, meno straordinario, meno premio incentivante e così via.
Una soluzione che, se da un lato garantisce la corresponsione di emolumenti non altrimenti gestibili perché legati ad accadimenti inevitabili come il progredire dell’anzianità di servizio (es. assegno funzionale), dall’altro si ripercuote in maniera negativa sull’attività di servizio e sul trattamento economico del personale impegnato in attività direttamente operative, laddove le voci accessorie (straordinario, presenza esterna, ordine pubblico, ecc.) assumono una rilevanza maggiore.
Anche il congelamento degli effetti economici delle promozioni e dei automatismi di progressione stipendiale legati all’anzianità di servizio (classi e scatti per dirigenti ed omogeneizzati), previsto dal comma 21 dell’articolo 9, è stato interamente confermato. Premesso che, ad oggi, non risulta possibile identificare quale siano gli “eventi straordinari della dinamica retributiva per il conseguimento di funzioni diverse in corso d’anno”, idonei ad escludere il congelamento di cui al comma 21 introdotti nella nuova formulazione del comma 1, il fondo perequativo di 80+80 mln di euro per gli anni 2011 e 2012 stanziato con il comma 11 bis dell’articolo 8 per compensare i tagli del comma 21, risulta parziale (perché non copre il 2013), insufficiente (altrimenti non si comprenderebbe per quale motivo non è stato abrogato l’intero comma 21) e distribuito con modalità quanto meno discutibili, visto che non si prevede un confronto con le rappresentanze o con i sindacati.
Dunque militari e poliziotti pagano alla crisi un prezzo salatissimo, uguale ed anzi superiore al resto dei pubblici impiegati, e’ quindi evidente che la tanto decantata specificità non ha prodotto nessun vantaggio economico o previdenziale. Se a questo aggiungiamo che, sempre in omaggio alla stessa teoria isolazionista sottesa alla specificità, il governo non intende allargare gli spazi di democrazia nell’ambito dell’ordinamento militare (vgs. proprosta di riforma della rappresentanza) ed al contrario sta reprimendo anche quei pochi diritti che i militari si erano faticosamente conquistati sul campo (libertà di espressione, diritto di iscrizione a partiti politici, ecc.), si può ben comprendere come la specificità per i militari, almeno per i non dirigenti, sia sinonimo di “fregatura”.
GIANLUCA TACCALOZZI
Presidente Direttivo Nazionale Ficiesse
gianlucataccalozzi@alice.it