FISCO:MAXI-FRODI S.MARINO, NEL 2010 EVASO OLTRE 1MLD - MAFIA: POLIZIOTTI "CATTURANDI" PALERMO SPIATI DAI MAFIOSI - IN GAZZETTA LEGGE CHE AMPLIA STRUMENTI CONTRO LA MAFIA

mercoledì 25 agosto 2010

FISCO:MAXI-FRODI S.MARINO,NEL 2010 EVASO OLTRE 1MLD /ANSA
GIRO DI VITE DA GDF; ULTIMO CASO A PESARO, INDAGATO IMPRENDITORE
(di Eva Bosco)
(ANSA) - ROMA, 24 AGO - Esterovestizioni, frodi carosello,
societa' cartiere. Termini dal suono poco accattivante per
indicare operazioni che, nella sostanza, hanno tutte lo stesso
obiettivo: evadere le tasse. O pagarne il meno possibile. Si
apre un'azienda 'travestendola' da societa' straniera. Si
generano fatture fittizie per lucrare sull'Iva. Se poi c'e'
paese a regime fiscale agevolato, lo si sceglie come sede di
comodo. Sulla carta, ovviamente. Lasciando saldamente in Italia
la base reale delle attivita' e sottraendosi al fisco.
E' ricostruendo le tappe di operazioni di questo genere che
la Guardia di finanza, dall'inizio dell'anno, ha scoperto un
giro di evasione complessivo di oltre un miliardo di euro verso
San Marino. A partire da gennaio sono state 330 le verifiche
effettuate dalle Fiamme Gialle, con la scoperta di redditi
sottratti a tassazione per oltre 850 milioni di euro e un'Iva
evasa per circa 240 milioni. Una cifra destinata a salire, visto
che altre 800 azioni di controllo sono tuttora in corso.
Due i fronti di intervento: quello delle imprese che hanno
veicolato i proventi dell'evasione fiscale verso finanziarie di
San Marino per 'ripulire' i capitali e rimpatriarli sotto forma
di finanziamenti e aperture di credito a imprese affiliate. E
quello delle frodi 'carosello', basato su vendite incrociate per
eludere l'Iva e attuate attraverso societa' 'cartiere' che
mettono in circolo fatture false. Elettronica, telefonia mobile,
elettrodomestici, abbigliamento, calzature, cartoleria, prodotti
detersivi i settori in cui, principalmente, operano gli
imprenditori protagonisti degli illeciti.
La Repubblica del Titano rappresenta un'enclave fiscale e fa
gola agli evasori. Ma i risultati messi a segno dalla Gdf sono
stati possibili anche grazie alla collaborazione delle autorita'
sammarinesi. ''C'e' un'azione congiunta con l'Italia contro le
frodi fiscali'', assicura il segretario alle Finanze di San
Marino, Pasquale Valentini. ''Non intendiamo essere un covo per
gli evasori fiscali italiani'', aggiunge il segretario per
l'Industria, Marco Arzilli, sottolineando l'attivita' di
collaborazione tra le Divise grigie e l'Ufficio Centrale di
Collegamento sammarinese. Il colonnello Rosario Massino, del II
Reparto relazioni internazionali del Comando Generale della Gdf,
conferma che ''l'atteggiamento delle autorita' di San Marino e'
diventato piu' collaborativo. Ci sono ancora margini di
miglioramento. Soprattutto non e' pienamente operativa una
convenzione basata sugli standard Ocse per lo scambio delle
operazioni fiscali. Ma, rispetto al passato, c'e' una linea di
comunicazione aperta e riusciamo ad avere un flusso di
informazioni accettabile per quantita' e qualita' ''.
L'attivita' di questo reparto e' stata centrale nel piano
d'azione contro l'evasione e le frodi verso San Marino. Anche
nell'ultimo caso appena scoperto dai militari della Compagnia di
Pesaro. Quello di un imprenditore marchigiano, titolare di tre
societa' di prodotti nutrizionali, due delle quali, solo sulla
carta, di diritto sammarinese. In questo modo erano sfuggiti a
tassazione redditi per 14 milioni di euro e Iva per circa un
milione e mezzo. (ANSA).


POLIZIOTTI 'CATTURANDI' PALERMO SPIATI DAI MAFIOSI /ANSA
MINACCE A MOGLIE AGENTE GIA' TRASFERITO, PROCURA APRE INCHIESTA
(ANSA) - PALERMO, 24 AGO - Fotograti a spiati da Cosa nostra.
Nel mirino dei clan sono finiti quattro agenti della
'catturandi' di Palermo, la squadra che ha assestato colpi
letali all'organizzazione mafiosa, arrestando boss e prestanome
in diverse operazioni, decapitando il ghota delle 'famiglie'
palermitane. Un lavoro, spesso condotto lontano dai riflettori,
ma che evidentemente non e' sfuggito ai capoclan. La Procura ha
aperto un'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio
De Francisci e dal pm Francesca Mazzocco, per fare luce sugli
inquietanti episodi.
Il primo risale all'inizio di agosto quando la moglie di un
poliziotto e' stata fermata per strada da tre uomini in auto,
che con la scusa di chiederle un'informazione le hanno mostrato
alcune foto che ritraevano il marito e altre persone,
commentando le immagini con frasi del tipo: ''Che bei mariti
avete, che belle famiglie''.
L'ispettore e i suoi familiari sono stati gia' trasferiti. I
quattro poliziotti della catturandi fanno tutti parte del gruppo
che adesso e' concentro sulla cattura del latitante Matteo
Messina Denaro, numero uno tra i ricercati di Cosa nostra.
L'inchiesta si avvale anche delle immagini della telecamera
di un negozio che ha ripreso l'auto con i tre uomini che hanno
avvicinato la donna.
''Alle minacce occorre rispondere con i fatti'', sostiene la
Uil polizia. ''Se ce ne fosse bisogno - dice Antonino Alletto,
segretario nazionale del sindacato - siamo pronti a difenderli
da questi balordi finanche liberi dal servizio ordinario e in
forma gratuita''. Intanto la Uil chiede allo Stato di 'difendere
gli agenti, che questi non vengano allontanati e che il
ministero dell'Interno potenzi i presidi della Sicilia''.
Per Alletto ''sembra talmente assurdo che appare come la
trama di un film dove i cattivi sfacciatamente minacciano i
buoni: pero' questa non e' una fiction, ma la dura e cruda
realta'''. ''Riteniamo che i nostri colleghi - prosegue - non
debbano essere allontanati perche' significa che stanno
lavorando bene contro le consorterie mafiose e i fatti lo
dimostrano''.
A fianco della squadra 'catturandi' si schierano anche Laura
Garavini e Beppe Lumia del Pd, entrambi componenti della
commissione Antimafia, i quali si augurano che ''l'inchiesta
aperta dalla procura possa presto fare luce sugli autori di
questo gesto''. (ANSA).


FISCO: IN GAZZETTA LEGGE CHE AMPLIA STRUMENTI CONTRO MAFIA
(ANSA) - ROMA, 24 AGO - Indagini fiscali, economiche e
patrimoniali a tappeto non solo nei confronti degli indiziati di
appartenere ad associazioni di stampo mafioso ma anche per i
sospettati di crimini messi in atto, in forma organizzata, come
i sequestri di persona, lo sfruttamento della prostituzione,
l'introduzione e il commercio nello Stato di prodotti falsi e
altri ancora. E' questa la modifica di interesse fiscale di
maggiore rilevanza contenuta nella legge 136/2010 appena
pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Lo sottolinea Fiscooggi.it, la
rivista on line dell'Agenzia delle Entrate.
Prima di queste modifiche, era possibile avviare indagini
fiscali soltanto in presenza di una sentenza di condanna o di un
provvedimento relativo a misure di prevenzione, anche non
definitivi, emessi nei confronti di soggetti sospettati di far
parte di organizzazioni di tipo mafioso, della camorra, della
'ndrangheta o di altre associazioni, comunque denominate, che
agiscono con metodi e finalita' simili a quelle della mafia.
''Da oggi, gli accertamenti fiscali - si legge su Fiscooggi -
sono estesi a tutti i possibili destinatari di misure di
prevenzione per i descritti (ulteriori) reati gravi.
Naturalmente, le stesse indagini possono essere indirizzate
anche nei confronti di chi, per gli stessi crimini, e' stato
addirittura condannato, sebbene con sentenza non
definitiva''.(ANSA).

 


 


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