EVASIONE, IL FISCO NON LA RISCUOTE. LO STATO EFFETTUA GLI ACCERTAMENTI MA, ULTIMO IN EUROPA, OTTIENE SOLTANTO IL 10,4% DEL BOTTINO DENUNCIATO (Finanza & Mercati)
Finanza & Mercati di venerdì 27 agosto 2010, pagina 4
EVASIONE, IL FISCO NON LA RISCUOTE
Secondo lo Sportello del contribuente, lo Stato effettua gli accertamenti ma, ultimo in Europa, ottiene soltanto il 10,4% del bottino denunciato
Italia maglia nera nel recupero dell'evasione. Si effettuano tanti accertamenti, ma le somme sottratte, nella maggior parte dei casi, non sono riscosse. Risultato: il Fisco incassa soltanto il 10,4% di quanto accertato, rispetto al 94% degli Stati Uniti, al 91% del Regno Unito, al 87% della Francia, al 84% del Belgio, all'81% della Spagna, alI'80% della Svezia, al 64% della Romania, al 58% della Turchia, al 44% dell'Albania e al 31% della Grecia. È quanto emerge dal Rapporto annuale 2010 redatto dallo Sportello del Contribuente. In base al rapporto, ciò che incentiva maggiormente l'evasione fiscale in Italia è proprio l'inefficienza degli esattori, associata alla bassa qualità dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Ogni anno si stima che, tra imposte dirette, Iva e Irap, siano sottratti alle casse dello Stato dai 125 ai 163 miliardi. Di questi soldi evasi, nel 2009 sono state accertati 26,34 miliardi e riscossi soltanto 2,74 miliardi. Questo «considerando i versamenti spontanei dei contribuenti per adesione agli accertamenti o per acquiescenza e quelli riscossi tramite ruoli>>. L'89,6% delle imposte iscritte a ruolo non sono state incassate, con un danno all'Erario di 23,6 miliardi.
Dal Rapporto emerge anche che i contribuenti sono «fortemente contrariati» dai metodi usati per la riscossione dei tributi, definiti «iniqui e vessatori», dal momento che usano mezzi coercitivi «senza alcuna giustificazione». Tanto che molti contribuenti italiani ricorrono, con successo, ai giudici tributari. «In Italia la forbice tra quanto accertato e quanto riscosso è troppo elevata, e il costo dell'inefficienza della Pa non può essere scaricata sui contribuenti onesti», ha commentato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani.