SPARI SU MOTOPESCA DA UNITA' LIBICA, INCHIESTA VIMINALE. ACCERTAMENTI ANCHE A TRIPOLI. SU MOTOVEDETTA OSSERVATORI GDF - MOTOPESCA MITRAGLIATO: GDF, 6 MILITARI A BORDO, NO UFFICIALI. NAVI CEDUTE DA ITALIA SENZA ARMAMENTO

martedì 14 settembre 2010

SPARI SU MOTOPESCA DA UNITA' LIBICA, INCHIESTA VIMINALE/ANSA
ACCERTAMENTI ANCHE A TRIPOLI. SU MOTOVEDETTA OSSERVATORI GDF
(ANSA) - PALERMO, 13 SET - I fari puntati illuminano
all'improvviso il motopesca ''Ariete'', dalla motovedetta
battente bandiera libica parte l'avvertimento a consegnarsi, ma
l'equipaggio del peschereccio di Mazara del Vallo da' forza ai
motori, teme un sequestro, come avvenuto in passato per altre
imbarcazioni siciliane. I libici allora vanno all'inseguimento e
sparano: uno, due, tre raffiche di mitraglia. Sembra la scena di
un film, invece e' quanto e' accaduto ieri, intorno alle 22 al
largo delle coste nordafricane.
A bordo dell'unita' libica, si scoprira' dopo, c'erano anche
alcuni militari italiani della Guardia di Finanza (a quanto pare
due), con sole funzioni di osservatori e consulenti tecnici. La
motovedetta, infatti, e' una delle sei unita' delle Fiamme
Gialle che il governo ha donato al leader Muammar Gheddafi
nell'ambito degli accordi di amicizia per fermare l'immigrazione
clandestina. Ma le regole d'ingaggio previste dall'accordo vanno
ora ''chiarite e integrate'', ha detto il ministro degli Esteri
Franco Frattini, mentre il responsabile del Viminale, Roberto
Maroni, ha aperto un'inchiesta sui fatti.
La Farnesina, su indicazione di Frattini, ha attivato
''l'ambasciata d'Italia a Tripoli per acquisire, in raccordo con
le competenti autorita' libiche, dettagliati elementi sulla
vicenda e per accertare l'esatta dinamica dei fatti, alla luce
dello stretto rapporto di collaborazione fra i due Paesi''.
La risposta del Governo di Tripoli non si e' fatta attendere:
''Le autorita' libiche hanno nominato un comitato d'inchiesta
sui motivi dell'incidente, un comitato aperto anche agli
italiani che vi potranno partecipare'', ha annunciato all'ANSA
l'ambasciatore libico in Italia Abdulhafed Gaddur, evidenziando
il ''rammarico'' della Libia ''per quello che e' successo''.
''Il rapporto particolare tra Tripoli e Roma - ha aggiunto -
continuera' e non sara' condizionato da questo incidente''.
Il primo a scusarsi con le autorita' italiane era stato il
capo della Guardia costiera libica, ha detto Frattini, spiegando
che ''il comandante libico ha ordinato di sparare in aria anche
se poi purtroppo i colpi sono arrivati sulla barca italiana''.
''Certamente - ha aggiunto il responsabile della Farnesina - a
bordo vi era un militare della Guardia di Finanza e personale
tecnico della Gdf: questo e' stabilito dall'accordo originario
italo-libico firmato nel 2007 dal governo Prodi e poi integrato
dal ministro Maroni nel 2009''. ''Quegli accordi sin dal primo
giorno stabiliscono che il comando e' ovviamente degli ufficiali
libici. I nostri uomini - ha assicurato - non hanno minimamente
preso parte, come e' ovvio, all'operazione''. Ma le regole
d'ingaggio ora ''vanno chiarite e integrate''.
Ed infatti il ministro dell'Interno Maroni ha disposto
un'inchiesta per accertare se nella vicenda emerga
un'utilizzazione dei mezzi donati dall'Italia per potenziare il
contrasto all'immigrazione clandestina ''non coerente'' con le
previsioni del Trattato firmato nel 2007 dall'allora ministro
dell'Interno Giuliano Amato.
Tutte e sei le motovedette consegnate dall'Italia a Gheddafi
battono bandiera libica e sono a tutti gli effetti mezzi navali
del paese nordafricano, anche se possono avere militari italiani
a bordo: l'accordo prevede infatti che per un periodo uomini
della Guardia di Finanza svolgano sulle motovedette la funzione
di osservatori e consulenti tecnici. Le unita', inoltre, sono
state consegnate senza le armi di bordo e per questo non si
esclude che i libici possano aver fatto fuoco con le armi della
loro dotazione personale.
La sparatoria, per fortuna, non ha avuto conseguenze
sugli uomini imbarcati, che sono riusciti a evitare
l'abbordaggio. Il peschereccio d'altura di 32 metri con dieci
uomini d'equipaggio, ha proseguito la navigazione verso il porto
di Lampedusa, dove e' giunto stamani. Secondo quanto ha riferito
il capitano Gaspare Marrone l'assalto sarebbe avvenuto a circa
30 miglia dalle coste libiche, al confine con la Tunisia,
all'interno del Golfo della Sirte. Una zona che le autorita' di
Tripoli, nonostante le norme del diritto marittimo
internazionale, continuano a considerare di propria esclusiva
competenza. I colpi di mitraglia hanno sforacchiato la fiancata
del motopesca, un gommone utilizzato come tender e colpito
alcune bombole contenenti gas.
I colpi di mitraglia contro il motopesca ''Ariete'' sono solo
l'ultimo episodio di una lunga ''guerra'' che si combatte tra i
pescatori mazaresi e la Libia. Gheddafi rivendica infatti la
propria giurisdizione all'interno di tutto il Golfo della Sirte,
ben oltre dunque il limite delle acque territoriali sancito dal
diritto marittimo internazionale che parla di 12 miglia, come
avviene per l'Italia, che possono essere estese fino ad un'area
''contigua'' di 24 miglia. Le stesse norme, tuttavia, fanno
riferimento alla possibilita' di un'area di ''sfruttamento
economico'' fino a 200 miglia dalla coste, che deve pero' essere
riconosciuta dalla comunita' internazionale.
Il Pd, attraverso la coordinatrice delle commissioni
istituzionali del gruppo alla Camera, Sesa Amici, ha chiesto al
governo di riferire in aula ''e chiarire tutti gli aspetti
dell'accordo siglato con la Libia''. Per il senatore dell'Idv
Stefano Pedica, che invita il ministro Frattini a ''riferire in
aula, ''il trattato d'amicizia Italia-Libia e' stato
sottoscritto solo per tutelare gli affari personali di
due dittatori''. ''Il governo italiano - dice Filippo Miraglia,
responsabile immigrazione dell'Arci - sospenda l'accordo con la
Libia''. (ANSA).

MOTOPESCA MITRAGLIATO: GDF, 6 MILITARI A BORDO, NO UFFICIALI
(ANSA) - ROMA, 13 SET - Erano in tutto sei i militari a bordo
della motovedetta libica che ha sparato contro un motopesca
italiano di Mazara del Vallo. Lo fanno sapere fonti della
Guardia di Finanza specificando che tra loro, contrariamente a
quanto si era appreso in un primo momento, non vi erano
ufficiali. Dei sei militari due sono osservatori e quattro
consulenti tecnici.(ANSA).

MOTOPESCA MITRAGLIATO: NAVI CEDUTE DA ITALIA SENZA ARMAMENTO
MILITARI A BORDO SONO SOLO OSSERVATORI E CONSULENTI TECNICI
(ANSA) - ROMA, 13 SET - Quando l'Italia ha consegnato le sei
motovedette della Guardia di Finanza alla Libia nell'ambito
dell'accordo per il contrasto all'immigrazione clandestina, sono
stati smontati dalle imbarcazioni tutti gli armamenti. Lo si
apprende da fonti informate secondo le quali non e' escluso che
i militari della Guardia Costiera libica abbiano sparato verso
il motopesca di Mazara del Vallo con le armi della loro
dotazione personale.
La motovedetta, sottolineano inoltre le stesse fonti, e' a
tutti gli effetti di proprieta' della Libia e l'equipaggio e'
composto da militari della Guardia Costiera del paese
nordafricano: cio' significa, spiegano, che i nostri militari a
bordo non hanno alcuna qualifica ma si trovano sulle motovedette
solo come osservatori e consulenti tecnici. (ANSA).
 


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