CARABINIERI, INTERVENTO DEL DELEGATO COIR PASTRENGO MICHELE FORNICOLA ALL'INCONTRO CON IL COCER DELLA SETTIMANA SCORSA: IL DIRITTO DI ASSOCIAZIONE E' SACRO!

lunedì 18 ottobre 2010

Di seguito e in  allegato, l’intervento del delegato del Coir Carabinieri PASTRENGO, appuntato scelto Michele FORNICOLA, alla riunione con il Cocer dell’Arma tenutasi a Roma dal 12 al 14 ottobre 2010.

 


TESTO DELL'INTERVENTO DEL DELEGATO COIR CARABINIERI "PASTRENGO" IN OCCASIONE DELL’INCONTRO CON IL COCER DELL’ARMA

 

TITOLO: “ABSIT INIURIA VERBIS”

(Sia lontana l'ingiuria dalle parole)

 

Prima di quest’incontro, non so fino a che punto desiderato dal CoCeR visto l’incerto e povero Ordine del Giorno, ho letto ed analizzato i miei precedenti interventi svolti nelle poche occasioni concesse in precedenza da un COCER/CC, questo, mai abbastanza vicino ai carabinieri che ritiene di rappresentare. Rimango comunque in attesa di qualche riscontro anche alle osservazioni che, insieme al COIR Pastrengo, nei giorni 22 e 23 ottobre 2008 abbiamo prospettato.

 

Molti gli argomenti sul tappeto che mi interessano. Anzi: che ci interessano. Che interessano nella competenza tutti i COIR. Molti i provvedimenti annunciati ed approvati che ci riguardano da vicino. Che avrebbero dovuto riguardare anche i CoIR nella competenza. Altrettante le richieste di chiarimento; di confronto e di intervento che sembra siano destinate ancora a rimanere eluse, dimenticate.

 

Nel quadro descritto, avevo quindi deciso di dedicare il mio intervento odierno alla cultura (mai troppo praticata) sottolineando aspetti meno noti che riguardano la storia di questa bella ed importante caserma che ci ospita - il Comando Generale -. Nata nei primi anni 50 ed intitolata al generale di Corpo d' Armata Medaglia d’Argento al Valor Militare, Azolino Hazon allora Comandante Generale. àˆ una sede funzionale in un' area dell'elegante quartiere dei Parioli in parte già  occupata dalla caserma dedicata alla

battaglia di Pastrengo e sede del Reggimento Carabinieri a Cavallo.

Volevo parlarvi dei suoi protagonisti principali. Comandanti Generali che nonostante le alterne inquietudini del personale, non si sono sottratti al confronto con la Rappresentanza Militare anche in assise plenaria. Storia recente che ho avuto anche il privilegio di vivere in parte ma che sembra già  lontana. Da dimenticare.

 

Ma davvero rischierei di annoiarvi e, davvero, non voglio rinunciare a quest’occasione per condividere con voi qualche altra riflessione almeno sull’Ordine del Giorno che, voglio ricordare, è dedicato “genericamente” all’attività  della rappresentanza militare sperando che non sia utilizzato dal COCER anche per concertare altre materie senza aver prima compiutamente informato e sentito il parere i COIR.

 

Sono numerosi gli interventi dei comandanti generali che si sono succeduti sul tema “governo del personale”. Interventi diretti, in particolare, al ruolo degli ufficiali “indirizzati ad una costante, concreta e generosa ricerca di ogni possibile soluzione ai problemi rappresentati” , e la cui “responsabile disponibilità  rifiuti sterili logiche burocratiche”.

 

Proprio il Generale C.A. Gianfrancesco Siazzu, sul tema del governo del personale era intervenuto sul ruolo degli ufficiali sottolineando l’importanza delle decisioni assunte SUL PIANO NON MENO RILEVANTE DELLE ESIGENZE PERSONALI E FAMILIARI.

 

Il quadro generale, oggi, non sembra mutato e si imporrebbe quindi questa semplice domanda: Siamo certi che, in tema di governo del personale, le decisioni dei nostri vertici siano state messe veramente sullo stesso piano degli interessi dei singoli ovvero delle non meno rilevanti esigenze personali e familiari??? Oppure, come si percepisce, è rimasto tutto come prima quando le esigenze personali e familiari venivano collocate molto dopo????

 

Sono ancora convinto che debba essere interesse e preoccupazione di chi è al

comando verificare, nel tempo, anche le proprie capacità  nell’esercizio del comando; la piena attuazione degli indirizzi ad una costante, concreta e generosa ricerca di ogni possibile soluzione ai problemi rappresentati attraverso un’Assise plenaria a Roma della Rappresentanza Militare, in nome di quell’esercizio di alta responsabilità  di ogni comandante e che ogni comandante aveva saputo garantire anche più volte.

 

Un auspicio che, purtroppo, dal 2006 non è più stato soddisfatto. Forse perchà© la Rapp. Mil. non è più considerata dai Comandanti di ogni livello come una risorsa concreta particolarmente idonea a veicolare le istanze collettive della compagine militare.

 

Oggi, approssimandosi forse la fine di un faticoso mandato, già  peraltro prorogato, un’assiste a Roma sarebbe stata certamente utile anche se, a mio avviso, si potrebbe avvertire il sapore della beffa. Dopo l’avvicendamento del Comandante Generale, l’eventuale primo incontro potrebbe sembrare un commiato più che un gesto di reciproco riconoscimento e, poichà© non voglio credere al teatrino delle circolari, mi aggrappo allora all’invito del Generale C.A. Luciano Gottardo quando aveva invitato i Comandanti delle Unità  di base ed intermedie, in un clima di reciproco rispetto delle delicate funzioni ricoperte, fra l’altro, a rispettare i tempi di risposta alle delibere e superando eventuali difficoltà  che possano rallentare il regolare funzionamento degli Organismi.

 

Sono molte decine le delibere del COCER/CC che attendono una risposta da molto tempo e molte altre delibere che giungeranno nei prossimi giorni forse non avranno mai risposta senza che il COCER/CC abbia almeno deciso di interessare, come previsto dalla vigente normativa, il COCER Interforze che è la Sede naturale per la soluzione di questo problema. Un’altro diritto/dovere eluso quello di corrispondere al mandato ricevuto con tutti gli strumenti che la normativa consente.

 

“CUI PRODEST ?” a chi giova tutto questo ? e, soprattutto, quanto ci è costata e quanto ci costerà  ancora questa inerzia in termini di mancato benessere del personale????

 

La risposta potrebbe non essere difficile anche per un osservatore distratto. Absit iniuria verbis.

 

Come vedete non voglio, in questa Sede, entrare nel merito dei costi e dell’efficacia sul benessere e la tutela del personale di questa Rappresentanza Militare. La mia riflessione, quindi, forse provocatoria, potrebbe essere la seguente: a queste condizioni, probabilmente, l’Arma dei carabinieri sarei capace di comandarla anche io.

 

Ognuno di noi ha la propria scaletta di priorità  ed è impegnato nel contribuire per risolvere i problemi che ritiene emergenti.

 

Ho altri due temi sui quali vorrei coinvolgere quest’assemblea.

 

 

PROBLEMA STRAORDINARIO. LA STORIA INFINITA

 

La questione del compenso per lavoro straordinario è un problema ancora irrisolto che investe il personale contrattualizzato di ogni ordine e grado nell’Arma dei Carabinieri.

 

L’attuale normativa, prevede l’assegnazione di un monte ore in base al personale effettivo al reparto lasciando ampia facoltà  (e discrezionalità ) al comandante di attribuire il compenso al personale dipendente.

 

Recentemente, il CoIR Pastrengo ha chiesto, come accade per gli ufficiali, l’istituzione di un “monte ore di ruolo” anche per i comandanti di reparto

 

Una richiesta di semplice applicazione che personalmente auspico da molti anni senza apprezzabili riscontri. Un provvedimento che il Comando Generele potrebbe realizzare in tempi brevi e che renderebbe finalmente equa la vigente normativa.

 

Sono ragionevolmente preoccupato che, nonostante le numerose delibere anche su quest’argomento, queste richieste non facciano in tempo ad ottenere la giusta attenzione ed un giusto riscontro.

 

 

PROBLEMA ALLOGGI. LA STORIA INFINITA

 

Non sembra inutile ricordare che la normativa vigente affida alla R.M. la possibilità  di trattare, nella competenza, materie che includono fra l’altro “gli alloggi” o politica alloggiativa.

 

Il COIR Pastrengo recentemente ha chiesto di conoscere, fra l’altro, per la parte di competenza, quanti sono gli alloggi di servizio e la percentuale di assegnazione come prevista dall’articolo 2 del DM interministeriale 3/6/89.

 

Una domanda legittima che tuttavia ha registrato, negli anni, da parte della

Rappresentanza Militare, difficoltà  nell’ottenere risposte compiute e disponibilità  da parte dei comandanti affiancati. Il giorno 10 aprile 2001, infatti, con f. n. 382/2-4-1-1997 il Comandante Generale è dovuto intervenire presso i comandi di corpo dipendenti (gestori dei parchi abitativi), tramite l’ufficio infrastrutture, disponendo che il personale potesse prendere visione del quadro sinottico degli alloggi di servizio.


Una prima risposta alla delibera del COIR Pastrengo è giunta dal Capo di Stato
Maggiore in s.v. il quale ha riferito che l’Arma dei Carabinieri non dispone di alcuna utenza classificata ASTC (alloggi di servizio in temporanea concessione) e non ha fornito gli altri dati chiesti sugli alloggi di servizio.


Queste difficoltà , nell’acquisire le informazioni, si ripropongono ciclicamente ogni volta
che si cerca di capire le dinamiche nell’assegnazione degli alloggi di servizio o quando si cerca di svolgere il ruolo che la norma affida alla Rappresentanza Militare.

 

Difficoltà  che certamente non si possono ancora paragonare a quelle già  affrontate dal COBAR Lazio. Penso alla delibera n. 232 datata 11.11.2008 ed al documento redatto dal “gruppo di lavoro sugli alloggi di servizio.

 

In attesa di capire il motivo per cui l’Arma dei Carabinieri, di fatto, non avrebbe più alloggi di servizio in temporanea concessione (unici sui quali si può esprimere la Rapp. Mil. in occasione dell’assegnazione) vorrei invitarvi a leggere le significative osservazioni che sono contenute nella delibera del COBAR Lazio e nel documento redatto dal gruppo di lavoro che riporto sommariamente di seguito a quest’intervento.


Il riordino dell’Arma ci ha regalato la possibilità  di avere un Comandante Generale
“carabiniere”. Spero, prima o poi, di poter apprezzare quel valore aggiunto che si prefigurava già  alla vigilia dell’approvazione della Legge.

 

 

CODICE DELL’ORDINAMENTO MILITARE

 

Non si tratta di sviste o di errori di poco conto. Non solo il 393, anche la Legge di principio, anche la sottrazione dei vincoli dettati dalla Legge 241 indicano una strategia mirata ad isolare nuovamente il “mondo militare” dalla società  civile. Riportandola sotto l’ala protettiva di una magistratura “speciale” composta da “NON GIUDICI” ovvero al “Consiglio di Stato”.

Il 1978 e le battaglie dei nostri colleghi che ci hanno preceduto sembrano dimenticate. Non siamo stati in grado di meritare la fiducia che ci hanno affidato anche per i nostri "FIGLI".

  

 

SPECIFICITà€ E RINOVO CONTRATTO

 

Sono e rimango convinto della necessità  che venga riconosciuta la

“Specificità ” . L’avrei imposta come “pregiudiziale” alla firma del contratto

visto il “costo zero” . Prendo atto che la parola “dignità ” qui è stata

declinata a “ribasso” ma su questo è difficile pensare di intervenire.

Il fatto che i sindacati siano stati d’accordo, a mio parere, non può avere il

significato che in questa Sede è stato attribuito. Loro la tutela legale ce

l’hanno!!

 

Sono d’accordo soprattutto sul ruolo negoziale che saluterei positivamente.

Visto e sentito, inoltre, le osservazioni anche dei colleghi delegati che mi

hanno preceduto ho motivo di preoccuparmi per un ruolo negoziale affidato a

questo COCER/CC troppo “compromesso” e che troppe volte ha dimostrato la

sua incapacità  ad affrontare i grandi temi che sono all’ordine del giorno

In occasione della celebrazione dei 150 anni dall’Unità  d’Italia, lasciatemi

concludere con una significativa citazione di Giuseppe Mazzini che penso

potrebbe avere attinenza anche con la riforma della rappresentanza militare:

 

“IL DIRITTO D’ASSOCIAZIONE àˆ SACRO COME LA RELIGIONE, CHE àˆ L’ASSOCIAZIONE DELLE ANIME. VOI SIETE FIGLI DI DIO: SIETE, DUNQUE, FRATELLI.”

 

E chi può senza delitto limitare l’associazione, la comunione tra fratelli?

 

MICHELE FORNICOLA
Delegato Coir Carabinieri Pastrengo

 


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