FISCO: QUOZIENTE 'FAI DA TE', FINTE SEPARAZIONI PER MENO TASSE. SEPARAZIONI IN AUMENTO, +61% IN 13 ANNI - P.A.: PAGAMENTI IN RITARDO; DA STRASBURGO ARRIVA STANGATA
lunedì 18 ottobre 2010
FISCO: QUOZIENTE'FAI DA TE',FINTE SEPARAZIONI PER MENO TASSE
ASSOCIAZIONE LEF PROPONE CONTROLLI E TRACCIABILITA' MANTENIMENTO
(ANSA) - ROMA, 17 OTT - Sono sempre piu' i coniugi che, per
pagare meno tasse, decidono di percorrere la strada della falsa
separazione matrimoniale. Nel ''gioco'' fiscale delle
detrazioni, una famiglia monoreddito puo' cosi' realizzare una
sorta di quoziente familiare 'fai da te', con un risparmio anche
notevole in termini di Irpef, al quale si aggiunge la
possibilita' di trasformare una seconda casa in ''abitazione
principale'' con ulteriori sconti fiscali.
A rivelare il fenomeno e' l'Associazione per la legalita' e
l'equita' fiscale'' (Lef) che sul sito fiscoequo.it descrive i
meccanismi e propone di aumentare i controlli, introducendo la
tracciabilita' per il pagamento degli assegni di mantenimento.
''Vi sono coppie - e' scritto nel sito - che si dividono
sulla carta per pagare meno Irpef, ma anche coppie che vivono
insieme, ma non si uniscono in matrimonio per non perdere
vantaggi fiscali o comunque legati ai servizi sociali''.
Naturalmente e' necessario che l'importo del reddito unico sia
significativo per determinare il risparmio d'imposta.
Nel caso di una famiglia con due figli e un imponibile
monoreddito di 80.000 euro il risparmio puo' arrivare fino a
5.000 euro. Prima della separazione il marito pagava imposte per
29.170 euro. Se invece attua una finta separazione nella quale
dichiara di dare un mantenimento di 20.000 euro alla moglie
ridurra' il proprio carico fiscale a 60.000 euro. Poi passando
anche un assegno per i figli consentira' di riapplicare le
detrazioni a carico che sopra i 75.000 euro di reddito si
azzerano. La famiglia di finti separati nella nuova situazione
dovra' presentare due dichiarazioni: il marito su 60.000 euro di
reddito, la moglie su 20.000 euro. Alla fine - per il meccanismo
della tassazione progressiva - il risparmio sara' di 4.519 euro:
dai 29.170 euro pagati in precedenza dal marito si scende ai
24.651 euro versati in modo separato dai due coniugi. A questo
si aggiungeranno altri benefici: la casa tenuta ''a
disposizione'' potra' essere ora considerata ''abitazione
principale'', tanto che non paghera' nemmeno l'Ici e otterra'
anche una riduzione della Tassa sui rifiuti.
L'associazione, nel sito, prende le distanze da questo
comportamento ''contrario a qualsiasi principio di legalita''',
anche se sembra una anticipazione del quoziente familiare di cui
ormai si discute da decenni. Cosi' auspica ''su tali fattispecie
una intensificazione dei controlli da parte dell'Amministrazione
finanziaria''. Una soluzione - propone - potrebbe arrivare
subordinando la deducibilita' degli assegni di mantenimento alla
effettivita' del suo pagamento, magari tramite un assegno o un
bonifico ''in modo da scoraggiare in radice comportamenti
anomali e da facilitare i controlli del fisco sulla reale
destinazione ed utilizzazione delle somme''.(ANSA).
FISCO: SEPARAZIONI IN AUMENTO, +61% IN 13 ANNI
(ANSA) - ROMA, 17 OTT - In Italia si separa una coppia su
quattro, e il dato continua a crescere nel tempo: in 13 anni le
separazioni sono aumentate di oltre una volta e mezza (+61%).
Difficile capire quanti di questi ''addii'' siano fittizi e
combinati solo per pagare meno tasse.
I dati sono dell'Istat: nel 2008 le separazioni sono state
84.165 (+3,4% rispetto al 2007) e i divorzi 54.351 (+7,3%).
Rispetto al 1995, in particolare, le separazioni sono aumentate
di oltre una volta e mezza (+61%) e i divorzi sono piu' che
raddoppiati (+101%).
La durata media del matrimonio, al momento della separazione,
e' di 15 anni. Differenze si rilevano a livello regionale: si va
da un valore minimo di 186,3 separazioni per mille matrimoni che
caratterizza il Sud, a un massimo osservato nel Nord-ovest con
363,3. L'eta' media alla separazione e' 45 anni per i mariti e
41 per le mogli. La classe di eta' piu' numerosa e' quella
compresa fra i 40 e 44 anni sia per i mariti (22,2% del numero
totale), sia per le mogli (21,8%). Di solito il procedimento
scelto dai coniugi e' quello consensuale: l'86,3% delle
separazioni nel 2008 e il 77,3% dei divorzi. Nel 70,8% delle
separazioni e nel 62,4% dei divorzi si e' trattato di coppie con
figli. (ANSA).
P.A.:PAGAMENTI IN RITARDO;DA STRASBURGO ARRIVA STANGATA/ANSA
TAJANI, PENALE 8%; MARCEGAGLIA, VIGILI SU RECEPIMENTO STRINGENTE
(ANSA) - BRUXELLES, 16 OTT - Rischio stangata suoi conti
della pubblica amministrazione italiana: il Parlamento europeo,
salvo imprevisti, mercoledi' prossimo dara' il via libera
definitivo alla direttiva sui ritardi nei pagamenti ai
fornitori di beni e servizi allo Stato. E gli effetti
sull'Italia, dove gli arretrati della Pa avrebbero raggiunto
quota 70 miliardi di euro (stime di fonte industriale),
potrebbero essere importanti. ''Vigileremo perche' il
recepimento sia io piu' stringente possibile - ha assicurato da
Prato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia - Ci sono
24 mesi perche i vari stati la recepiscano''.
In base alla nuova normativa, dal 2013, se le fatture non
saranno liquidate entro 60 giorni - oggi la media e' 187, con
punte superiori ai 500 giorni nel settore sanitario -
cominceranno automaticamente a correre interessi di mora assai
salati. ''Sara' applicata una penale dell'8%. Verra' cosi'
cancellata la vergogna dei ritardi nei pagamenti anche di
centinaia di giorni - ha detto a Prato il vicepresidente della
Commissione Europea, Antonio Tajani - che spesso hanno poartato
alla morte Pmi che non ce la facevano a sopravvivere''.
Il meccanismo portera' certo ossigeno alle imprese, ma
imporra' anche alla macchina pubblica un cambio di marcia nelle
procedure e nei tempi di liquidazione delle fatture. Non e'
pero' questo l'unico tema economico economico di grande rilievo
- e di diretto interesse per l'Italia - al centro della sessione
dell'Europarlamento che prendera' il via lunedi' prossimo a
Strasburgo.
Durante i lavori, dovrebbe essere messa ai voti anche la
proposta di direttiva sul 'Made in' fortemente voluta dagli
europarlamentari italiani Cristiana Muscardini, Gianluca Susta e
Claudio Rinaldi - e osteggiata dai Paesi nordici - perche'
obbligherebbe gli importatori a indicare sui prodotti il Paese
di provenienza.
Un provvedimento che, secondo i suoi sostenitori, avrebbe un
doppio beneficio: garantire ai consumatori un corretta
informazione su cio' che comprano e tagliare l'erba sotto ai
piedi di chi, giocando sulle ambiguita' e i vuoti normativi,
offre prodotti che possono essere scambiati per nazionali
o europei ma in realta' sono stati realizzati in Paesi
extra-comunitari, in primo luogo Cina e India.
L'euro-assemblea avra' anche un primo confronto sulla
proposta varata dalla Commissione Ue per azzerare i dazi sulle
importazioni di 75 prodotti dal Pakistan al fine di aiutare il
Paese a fare fronte alle devastazioni causate dalle recenti
inondazioni.
Un provvedimento fortemente contestato dall'industria tessile
europea ed italiana. Che non mette in discussione la necessita'
e l'opportunita' di aiutare al Pakistan, ma osserva che il
provvedimento, cosi' com'e' strutturato, grava per il 90% sul
settore penalizzando fortemente i Paesi del Sud, tra cui
l'Italia, (i Paesi del nord, che non hanno piu' attivita'
manifatturiere, beneficieranno al contrario di un minor costo
delle importazioni) mettendo a rischio decine di migliaia di
posti di lavoro.(ANSA)