LA SPECIFICITA' DI MILITARI E POLIZIOTTI E' LEGGE, MA DIETRO PROMESSE E RETORICA C'E' PUZZA DI BEFFA - di Gianluca Taccalozzi
Di seguito e in allegato un articolo di Gianluca Taccalozzi. Il titolo è della redazione del sito.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 4 novembre 2010, n. 183, la specificità  di militari e poliziotti rispetto al resto del pubblico impiego è stata ribadita e sancita all’articolo 19.
Art. 19 Specificità  delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
1. Ai fini della definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego e della tutela economica, pensionistica e previdenziale, è riconosciuta la specificità  del ruolo delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonchà © dello stato giuridico del personale ad essi appartenente, in dipendenza della peculiarità  dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell’ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonchà © per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività  usuranti.
2. La disciplina attuativa dei princìpi e degli indirizzi di cui al comma 1 è definita con successivi provvedimenti legislativi, con i quali si provvede altresì a stanziare le occorrenti risorse finanziarie.
3. Il Consiglio centrale di rappresentanza militare (COCER) partecipa, in rappresentanza del personale militare, alle attività  negoziali svolte in attuazione delle finalità  di cui al comma 1 e concernenti il trattamento economico del medesimo personale.
Il principio di fondo è quello di considerare gli addetti al comparto sicurezza e difesa separati dal resto dei pubblici impiegati, in ragione dei compiti ad essi affidati e delle particolari limitazioni in termini di diritti che ne conseguono. Limitazioni di diritti che dovrebbero essere compensate da trattamenti economici e previdenziali di vantaggio. Per comprendere meglio cosa vuol dire questo concetto, immaginate una bilancia, dove nel primo piatto sono posti i diritti e nel secondo i vantaggi di natura economica o previdenziale. Ebbene se i diritti diminuiscono i vantaggi aumentano e viceversa se i diritti aumentano i vantaggi diminuiscono.
(vedi la figura presente nell'allegato)
Ma ciò che preoccupa di più sono gli effetti nefasti che una certa politica isolazionista ha già  prodotto (codice dell’ordinamento militare) e che intende produrre (riforma della rappresentanza e della giustizia militare) nei confronti dei militari, proprio in nome della specificità  .
In poche parole si vuole ridurre i militari a ciechi, obbedienti ed acritici esecutori di ordini. Il tutto mentre, particolare di non poca rilevanza, il trattamento economico e previdenziale salariati con le stellette è stato sì ritenuto specifico rispetto a quello del resto dei pubblici impiegati, ma al contrario, nel senso che è stato tagliato in maniera superiore.
Dunque, l’art. 19 della Legge 183/2010, appare foriero di molte insidie e di nessun aspetto positivo per i militari, visto che anche il ruolo negoziale riconosciuto ai COCER si presenta vuoto nei contenuti, passare, infatti, da “concertare” a “negoziare” non è certo una svolta epocale; senza potere contrattuale, in qualsiasi trattativa, si continuerà  sempre a rivestire una posizione di soggezione.
I conti dell’Italia non permettono (e non permetteranno ancora per un bel pezzo) nessuna concessione a nessuna categoria di dipendenti pubblici, le limitazioni dei diritti dei militari non possono e non potranno, dunque, essere adeguatamente compensate, checchà © ne dicano i ministri fautori della specificità  (Interni e Difesa) prima di essere, ogni volta, inesorabilmente e sistematicamente smentiti dall’azione del responsabile dell’Economia.
E’ per questo che sono ancor meno accettabili (così come alcuni articoli del nuovo codice dell’ordinamento militare purtroppo già  divenuto legge) le proposte governative di riforma della rappresentanza e della giustizia militare. La loro approvazione, infatti, comporterebbe limitazioni dei diritti dei militari così incisive che dovrebbero essere compensate da vantaggi economici dell’ordine di mille euro al mese, mentre si tenta di farle passare con qualche altra vuota promessa, qualche altro ammiccamento ai delegati (dopo la proroga del mandato) o qualche altro retorico ed ingiustificato richiamo alla coesione ed alla funzionalità  delle amministrazioni militari.
GIANLUCA TACCALOZZI
Presidente Direttivo nazionale Ficiesse