I VALORI FONDANTI DELLA DESTRA E DELLA SINISTRA SECONDO FINI E BERSANI

martedì 16 novembre 2010

Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani hanno letto ieri, nella trasmissione televisiva di Rai3 “Vieni via con me”, quelli che a loro avviso sono i valori fondanti rispettivamente della Destra e della Sinistra.

Riportiamo di seguito l’elenco.
Con questa iniziativa cominciamo la pubblicazione di documenti che illustrino i punti di vista dei massimi vertici dei principati partiti nazionali in un momento che si annuncia di particolare rilievo e di profonde trasformazioni per la vita del paese.
Il nostro sito, come tutta l'associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà  è apartitico e apolitico, ma ciò non vuol dire che non guardi la politica e, come al solito, provvederemo ad informare puntualmente i nostri lettori sulle posizioni che verranno dichiarate dalle più importanti forze politiche sui temi che interessano Ficiesse.

IL DIRETTORE DEL SITO

 

PIERLUIGI BERSANI

La sinistra è l'idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti.

Abbiamo la più bella Costituzione del mondo. La si difende ogni giorno. Il 25 aprile si fa festa. Nessuno può stare bene da solo. Stai bene se anche gli altri stanno un po' bene. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco l'economia non gira perchà© l'ingiustizia fa male all'economia.

Ci vuole un mercato che funzioni, senza monopoli, corporazioni, posizioni di dominio. Ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l'istruzione, la sicurezza. Il lavoro non è tutto, ma questo può dirlo solo chi il lavoro ce l'ha. Il lavoro è la dignità  di una persona. Sempre. E soprattutto quando hai trent'anni e hai paura di passare la vita in panchina.
Ma chiamare flessibilità  una vita precaria è un insulto. E allora un'ora di lavoro precario non può costare meno di un'ora di lavoro stabile.

Chi non paga le tasse mette le mani nelle tasche di chi è più povero di lui. Se cento euro di un operaio, di un pensionato o di un artigiano pagano di più dei cento euro di uno speculatore vuol dire che il mondo è capovolto.

Davanti a un problema serio di salute non ci può essere nà© povero, nà© ricco, nà© calabrese, nà© lombardo, nà© marocchino. Si fa con quel che si ha ma si fa per tutti.

L'insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola è l'eroe dei nostri tempi. Indebolire la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli.

La condizione della donna è la misura della civiltà  di un paese. Calpestarne la dignità  è l'umiliazione di un Paese.

Dobbiamo lasciare il pianeta meglio di come l'abbiamo trovato perchà© non abbiamo il diritto di distruggere quello che non è nostro. E l'energia va risparmiata e rinnovata sgombrando la testa da fantapiani nucleari.

Il bambino, figlio di immigrati, che è nato oggi non è nà© immigrato nà© italiano. Dobbiamo dirgli chi è. Lui è un italiano.

Se devo morire attaccato per mesi a mille tubi, non può deciderlo il Parlamento. Perchà© un uomo resta un uomo con la sua dignità  anche nel momento della sofferenza e del distacco.

C'è un modo per difendere la fede di ciascuno, per garantire le convinzioni di ciascuno, per riconoscere la condizione di ciascuno. Questo modo irrinunciabile si chiama laicità .

Per guidare un'automobile, che è un fatto pubblico, ci vuole la patente, che è un fatto privato. Per governare, che è un fatto pubblico, bisogna essere persone perbene, che è un fatto privato.

Chi si ritiene di sinistra, chi si ritiene progressista deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza, e deve combattere contro la pena di morte, la tortura, ogni altra sopraffazione fisica o morale e ogni illegalità .

Essere progressisti significa combattere l'aggressività  che ci abita dentro. Quella del più forte sul più debole, dell'uomo sulla donna, di chi ha potere su chi non ne ha. E' prendere la parte di chi ha meno forza e meno voce.

Qui finisce il mio tempo ma non certo il mio elenco. Grazie.


GIANFRANCO FINI


Per la destra è bello, nonostante tutto, essere italiani. Perchà© è un piccolo privilegio, perchà© a Milano, come a Palermo, la nostra patria ha un patrimonio paesaggistico e culturale che il mondo ci invidia.

Anche per questo, anche nel 2010, essere di destra vuol dire innanzi tutto amare l'Italia e avere fiducia negli italiani, nella loro capacità  di sacrificarsi, di lavorare onestamente, di pensare senza egoismi al futuro dei propri figli, di essere solidali e generosi. Perchà© per la destra sono innanzi tutto generosi i nostri militari che in Afghanistan ci difendono dal terrorismo, come lo sono le centinaia di migliaia di connazionali, donne e uomini,  che ogni giorno, e gratis, fanno volontariato per aiutare gli anziani, gli ammalati, i più deboli. 

E, per la destra, sono solidali e quindi meritevoli di apprezzamento le tante imprese e le tante famiglie che danno lavoro agli immigrati onesti, i cui figli, domani, saranno anch'essi cittadini italiani. Perchà© la patria, da qualche tempo, non è più soltanto la terra dei padri.

Ma oggi, nel 2010, per crescere insieme, per essere davvero unito, per sentirsi una comunità  nazionale, il nostro popolo non può confidare solo sulla sua proverbiale, generosa laboriosità . Gli italiani hanno bisogno di istituzioni politiche autorevoli, rispettate, giuste. Per questo destra vuol dire senso dello Stato, etica pubblica, cultura dei doveri. Per la destra, lo Stato deve essere efficiente ma non invadente, deve spendere bene il denaro pubblico senza alimentare burocrazie e clientele. Per la destra è lo Stato, solo lo Stato che deve garantire che legge è davvero uguale per tutti, che deve combattere gli abusi, il malcostume, deve valorizzare l'esempio degli italiani migliori. Per questo, ad esempio, per la destra, si dovrebbe  insegnare fin da scuola ai più giovani che due magistrati, come Falcone e Borsellino, sono davvero eroi perchà©  sarà  grazie al sacrificio loro e di tanti altri umili servitori dello Stato che un giorno la nostra Italia sarà  più pulita, più libera, più bella. Perchà© sarà  un’Italia più responsabile, più attenta al bene comune, più consapevole della necessità  di garantire che chi sbaglia paga, prima o poi, e chi fa il proprio dovere viene premiato.

La destra sa che senza l’autorevolezza e il buon senso delle istituzioni, senza autorità  della legge, senza una democrazia trasparente, equilibrata nei suoi poteri non c'è libertà , ma solo anarchia, prevalenza dell'arroganza e furbizia a tutto discapito dell'uguaglianza dei cittadini. Per la destra l'uguaglianza tra i cittadini va garantita nel punto di partenza, al nord come al sud, per gli uomini come per le  donne, per i figli degli imprenditori, come per i figli degli impiegati e degli operai.

Da questa vera uguaglianza, l’uguaglianza delle opportunità  la destra vuol costruire una società  in cui il merito e le capacità  siano i soli criteri per selezionare una classe dirigente. La destra vuole un paese in cui chi lavora di più, e meglio, viene pagato di più, un paese in cui chi studia va avanti, un paese in cui chi merita ottiene maggiori riconoscimenti.

Insomma, la destra vuole un’Italia che ha fiducia nel futuro perch, a ben vedere, ha fiducia in se stessa. E non la dobbiamo costruire dal nulla, questa Italia migliore. C’è già . Dobbiamo soltanto far sentire la sua voce, la sua voce profonda. E anche questo è il compito della destra.

 

 

 
Tua email:   Invia a: