BENI CONFISCATI, NIENTE SOLDI ALLA POLIZIA. NEL 2010 STOP AI DIVIDENDI. E LE VOLANTI RESTANO A CORTO DI CARBURANTE (Il Messaggero)
martedì 23 novembre 2010
Il Messaggero - Venerdì 19 Novembre 2010
BENI CONFISCATI, NIENTE SOLDI ALLA POLIZIA
Nel 2010 stop ai “dividendi”. E le Volanti restano a corto di carburante
I funzionari di Polizia «Grazie alle vetture confiscate alle mafie possiamo continuare l’attività  investigativa»
di Carlo Mercuri
ROMA - Quest’anno i fondi hanno subito un intoppo e non sono arrivati a destinazione. Parliamo dei soldi sequestrati o confiscati alla criminalità  organizzata, conti correnti bancari e postali oppure denaro derivato dalla monetizzazione dei beni confiscati. L’anno scorso il “dividendo” è stato pari a 79 milioni per il Dipartimento di Pubblica sicurezza (un’altra metà  esatta è andata al ministero della Giustizia) ed è stata una boccata d’ossigeno. Ma quest’anno niente. Quest’anno, secondo le parole di Maroni, il denaro «potrà  essere usato per le finalità  del Ministero solo dai primi mesi del prossimo anno».
Il Fondo unico Giustizia. Il Fondo unico Giustizia è uno degli strumenti messi in campo dal Governo nel “Pacchetto sicurezza” per contrastare la criminalità  organizzata. La legge dice che le risorse sequestrate alle Mafie siano immediatamente rese disponibili per la tutela della sicurezza pubblica. «Si tratta di un salvadanaio», ha detto il ministro della Giustizia Alfano, dove attingere per «compensare i tagli alle risorse destinate alle Forze dell’Ordine». Il Fondo è stato istituito nel 2008 e nel 2009, come abbiamo visto, ha già  prodotto i suoi “utili”. I 79 milioni di euro confiscati alle mafie sono andati a incrementare alcune voci “in sofferenza” nel bilancio delle Forze dell’Ordine. E cioè, come ha ricordato il sottosegretario Mantovano, l’acquisto di mezzi e di natanti, i compensi per il lavoro straordinario, finanche l’adeguamento dei buoni pasto.
Le auto senza benzina. Quest’anno, invece, i soldi sottratti alle mafie non sono ancora stati spesi. E siccome si suppone che la quota assegnata al Ministero dell’Interno sia superiore a quella dell’anno scorso, fa ancora più scalpore la notizia che le auto della Polizia siano a corto di carburante. Chi doveva autorizzare la spesa e non l’ha fatto? E’ il Governo che deve emanare il decreto che ripartisce i fondi ed è il presidente del Consiglio che stabilisce i presupposti dell’utilizzabilità  delle somme. Così dovrebbe essere. In realtà  , come rivela una fonte autorevole, la decisione ultima la prende il ministero dell’Economia sulla base della disponibilità  di cassa. Al 31 ottobre, ha detto Maroni, «i soldi sequestrati alla criminalità  organizzata hanno raggiunto i 2.259 milioni». Quindi una bella somma. E una magnifica disponibilità  di cassa. Che cosa si aspetta, allora, a redistribuirla secondo le esigenze dei due Ministeri dell’Interno e della Giustizia che, come è noto, sono ingenti?
Le auto sequestrate. Le auto sottratte alle Mafie costituiscono invece una nota positiva nel contrasto alla criminalità  organizzata. Ne sono state sequestrate o confiscate a decine, tutte di grossa cilindrata e tutte di lusso. «La Questura di Forlì ne ha un garage pieno», dice Enzo Marco Letizia, segretario dell’Associazione nazionale Funzionari di Polizia. Poi afferma: «Queste auto vengono utilizzate dalle Squadre mobili e dalle strutture investigative. Anzi, è proprio grazie alle auto sequestrate alle Mafie che riusciamo a tenere in piedi il nostro sistema investigativo».
Il Fondo unico Giustizia. Il Fondo unico Giustizia è uno degli strumenti messi in campo dal Governo nel “Pacchetto sicurezza” per contrastare la criminalità  organizzata. La legge dice che le risorse sequestrate alle Mafie siano immediatamente rese disponibili per la tutela della sicurezza pubblica. «Si tratta di un salvadanaio», ha detto il ministro della Giustizia Alfano, dove attingere per «compensare i tagli alle risorse destinate alle Forze dell’Ordine». Il Fondo è stato istituito nel 2008 e nel 2009, come abbiamo visto, ha già  prodotto i suoi “utili”. I 79 milioni di euro confiscati alle mafie sono andati a incrementare alcune voci “in sofferenza” nel bilancio delle Forze dell’Ordine. E cioè, come ha ricordato il sottosegretario Mantovano, l’acquisto di mezzi e di natanti, i compensi per il lavoro straordinario, finanche l’adeguamento dei buoni pasto.
Le auto senza benzina. Quest’anno, invece, i soldi sottratti alle mafie non sono ancora stati spesi. E siccome si suppone che la quota assegnata al Ministero dell’Interno sia superiore a quella dell’anno scorso, fa ancora più scalpore la notizia che le auto della Polizia siano a corto di carburante. Chi doveva autorizzare la spesa e non l’ha fatto? E’ il Governo che deve emanare il decreto che ripartisce i fondi ed è il presidente del Consiglio che stabilisce i presupposti dell’utilizzabilità  delle somme. Così dovrebbe essere. In realtà  , come rivela una fonte autorevole, la decisione ultima la prende il ministero dell’Economia sulla base della disponibilità  di cassa. Al 31 ottobre, ha detto Maroni, «i soldi sequestrati alla criminalità  organizzata hanno raggiunto i 2.259 milioni». Quindi una bella somma. E una magnifica disponibilità  di cassa. Che cosa si aspetta, allora, a redistribuirla secondo le esigenze dei due Ministeri dell’Interno e della Giustizia che, come è noto, sono ingenti?
Le auto sequestrate. Le auto sottratte alle Mafie costituiscono invece una nota positiva nel contrasto alla criminalità  organizzata. Ne sono state sequestrate o confiscate a decine, tutte di grossa cilindrata e tutte di lusso. «La Questura di Forlì ne ha un garage pieno», dice Enzo Marco Letizia, segretario dell’Associazione nazionale Funzionari di Polizia. Poi afferma: «Queste auto vengono utilizzate dalle Squadre mobili e dalle strutture investigative. Anzi, è proprio grazie alle auto sequestrate alle Mafie che riusciamo a tenere in piedi il nostro sistema investigativo».