FINANZIARIA: APPELLO 50 ASSOCIAZIONI, NON TOCCATE IL 5XMILLE - ANFP, AL NORD PIU' REATI MA MANCANO AGENTI

martedì 23 novembre 2010

FINANZIARIA: APPELLO 50 ASSOCIAZIONI, NON TOCCATE IL 5XMILLE
PRIMI FIRMATARI,EMERGENCY,LIBERA, GREENPEACE, MSF, SAVE CHILDREN

(ANSA) - ROMA, 22 NOV - Un appello a ''non toccare il 5 per
mille'' e' stato inviato al Parlamento da 50 associazioni, ong,
rappresentanti del terzo settore e del mondo cattolico. Tra i
primi firmatari dell'appello figurano Emergency, Libera, Gruppo
Abele, Greenpeace, Cini, Save the Children, Medici senza
Frontiere, Wwf, Amnesty, Unicef, Mani Tese, Lega lotta contro i
tumori.
Le associazioni chiedono ''la rimozione del tetto al 5 per
mille, previsto nella Legge di stabilità  che verrà  discussa nei
prossimi giorni in Senato. Il tetto si ripercuoterebbe
pesantemente sull'operatività  delle organizzazioni del terzo
settore, che hanno dimostrato, negli ultimi anni in modo ancora
piàƒ¹ evidente, una professionalità  molto elevata, oggetto di
apprezzamento in Italia e all'estero. Questa misura, inoltre,
ignora la volontà  di chi vuole utilizzare il 5 per mille come
strumento di finanziamento di realtà  e cause specifiche che non
trovano adeguato sostegno da parte dello Stato''.
L'appello, indirizzato in particolare ai presidenti di Senato
e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, ricorda che ''non
e' la prima volta, purtroppo, che si interviene, con tetti
massimi di impegno, per limitare l'operatività  del 5 per mille,
uno strumento che, come poche altre misure di natura fiscale, ha
dimostrato di riscuotere un gradimento molto alto dei cittadini
italiani sin dalla sua prima applicazione. Tagliare i fondi a
disposizione del 5 per mille significherebbe quindi limitare
drasticamente la libertà  dei cittadini di decidere come
destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente
a sostegno degli operatori del terzo settore''.
''Per queste ragioni - conclude l'appello - chiediamo al
Parlamento Italiano di intervenire per eliminare, nel testo
della legge per la stabilità  di prossima discussione, il tetto
di 100 milioni di euro da destinare al 5 per mille per l'anno
2011, ripristinando quanto meno l'importo dei fondi previsti
nell'anno 2010''. (ANSA).

RICICLAGGIO: ANFP, AL NORD PIU' REATI MA MANCANO AGENTI

(AGI) - Roma, 22 nov. - Il fenomeno del riciclaggio di denaro sporco e' piu' diffuso al nord, laddove si lamentano anche le maggiori carenze di organico tra le forze dell' ordine. A denunciarlo e' l' Associazione nazionale dei funzionari di polizia, presentando i dati del primo rapporto sicurezza-pil. Dati dai quali emerge con chiarezza che "nei territori condizionati dalle associazioni a delinquere di stampo mafioso e nelle aree ove e' piu' diffusa l' usura e l' estorsione, il costo del denaro e' di circa un punto percentuale piu' alto della media nazionale". Complessivamente, i reati di riciclaggio negli ultimi cinque anni sono stati 6.024, di cui 2.362 al nord, 1.732 al sud, 1.362 al centro e 568 nelle isole. La Campania e' la regione con il maggior numero di reati (850) nel periodo in questione, davanti a Lombardia (796), Lazio (741), Puglia (557) e Liguria (465) mentre nella graduatoria delle citta' Roma (con 567 reati nel quinquennio) precede Napoli (558), Milano (381), Genova (373) e Bari (225). "Il riciclaggio - sottolinea Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell' Associazione - si manifesta particolarmente nelle province del centro nord dove la disponibilita' di credito alle imprese e' maggiore". E "se si esclude Napoli e Catania, si concentra nelle aree metropolitane, dalla capitale a Genova, a Milano e Torino, insieme a province ad elevato pil procapite come Modena, Cremona ed Arezzo". Dove e' maggiore la presenza delle forze di polizia "l' attivita' di contrasto al riciclaggio e' piu' forte ed evidente", ma il deficit di organico - tra polizia, carabinieri e guardia di finanza - resta pesante, mancando 8.299 uomini al nord, 3.618 al centro e 4.727 al sud e nelle isole. In Lombardia, in particolare, l' organico difetta di 1.179 tra poliziotti e carabinieri e di 916 finanzieri, cioe' dei militari specializzati nel contrasto alla criminalita' finanziaria: complessivamente, 2095 uomini. Poco di piu' che in Piemonte (2054)e nel Lazio (2043). "Dato il reddito procapite - conclude Letizia - e la maggior propensione al credito, il Piemonte, il Veneto e l' Emilia Romagna, a causa della bassa presenza di forze di polizia rispetto ad altre regioni sono piu' permeabili al reimpiego di denaro sporco ed ad un elevato rischio di una silente infiltrazione delle varie mafie".

Tua email:   Invia a: