COS'àˆ IL BURN-OUT, PERCHE' TANTI CASI IN GDF, COME INIZIA, COME RICONOSCERLO, COSA FARE E COME DIFENDERSI: TANTI BUONI CONSIGLI DAL FORUM DI FICIESSE

venerdì 26 novembre 2010

 

MESSAGGIO SCRITTO DA: LOST, GIOVEDàŒ 25 NOVEMBRE 2010 18:09:29

Re: SINDROME DI BURNOUT (censiamo anonimamente chi ne soffre)

Da Wikipedia

Il burnout interessa educatori, medici di base, insegnanti, poliziotti, poliziotti penitenziari, vigili del fuoco, carabinieri, sacerdoti e religiosi (in particolare se in missione) [1], infermieri, operatori assistenziali, tecnici di radiologia medica, psicologi, psichiatri, avvocati, assistenti sociali, fisioterapisti, anestesisti, medici ospedalieri, studenti di medicina, responsabili e addetti a servizi di prevenzione e protezione, personale della protezione civile, operatori del volontariato, ricercatori [2] ecc. Queste figure sono caricate da una duplice fonte di stress: il loro stress personale e quello della persona aiutata.

Ne consegue che, se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di "logoramento" o "decadenza" psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità  per sostenere e scaricare lo stress accumulato ("burnout" in inglese significa proprio "bruciarsi"). In tali condizioni può anche succedere che queste persone si facciano un carico eccessivo delle problematiche delle persone a cui badano, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro. Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e un sentimento di ridotta realizzazione personale. Il soggetto tende a sfuggire l'ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonchà© una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi. Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici come l'insonnia e psicologici come la depressione.I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale, ma poi vengono con facilità  trasportati sul piano personale: l'abuso di alcol, di sostanze psicoattive ed il rischio di suicidio sono elevati nei soggetti affetti da burnout.[3]


Fasi per riconoscere la sindrome:
La prima, preparatoria, è quella dell'entusiasmo idealistico che spinge il soggetto a scegliere un lavoro di tipo assistenziale.

Nella seconda (stagnazione) il soggetto, sottoposto a carichi di lavoro e di stress eccessivi, inizia a rendersi conto di come le sue aspettative non coincidano con la realtà  lavorativa. L'entusiasmo, l'interesse ed il senso di gratificazione legati alla professione iniziano a diminuire.

Nella terza fase (frustrazione) il soggetto affetto da burnout avverte sentimenti di inutilità , di inadeguatezza, di insoddisfazione, uniti alla percezione di essere sfruttato, oberato di lavoro e poco apprezzato; spesso tende a mettere in atto comportamenti di fuga dall'ambiente lavorativo, ed eventualmente atteggiamenti aggressivi verso gli altri o verso se stesso.

Nel corso della quarta fase (apatia) l'interesse e la passione per il proprio lavoro si spengono completamente e all'empatia subentra l'indifferenza, fino ad una vera e propria "morte professionale".
Le cause del burnout [modifica]

* sovraccarico di lavoro: il disadattamento è presente quando la persona percepisce un carico di lavoro eccessivo(le richieste lavorative sono così elevate da esaurire le energie individuali al punto da non rendere possibile il recupero), quando, anche in presenza di un carico ragionevole, il tipo di lavoro non è adatto alla persona( si percepisce di non avere le abilità  per svolgere una determinata attività ) e quando il carico emotivo del lavoro è troppo elevato(il lavoro scatena una serie di emozioni che sono in contraddizione con i sentimenti della persona).
* senso di impotenza: il soggetto non ritiene che ciò che fa o vuole fare riesca ad influire sull'esito di un determinato evento.
* mancanza di controllo: il disadattamento si verifica quando l'individuo percepisce di avere insufficiente controllo sulle risorse necessarie pre svolgere il proprio lavoro oppure quando non ha sufficiente autorità  per attuare l'attività  nella maniera che ritiene più efficace.
* riconoscimento: si ha disadattamento quando si percepisce di ricevere un ricononscimento inadeguato per il lavoro svolto.
* senso di comunità : è presente disadattamento quando crolla il senso di appartenenza comunitario all'ambiente di lavoro, ovvero quando si percepisce che manca il sostegno, la fiducia reciproca ed il rispetto e le relazioni vengono vissute in modo distaccato ed impersonale.
* assenza di equità : si ha disadattamento quando non viene percepita l'equità  nell'ambiente di lavoro in ambiti quali, ad esempio, l'assegnazione dei carichi di lavoro e della retribuzione o l'attribuzione di promozioni e avanzamenti di carriera.
* valori contrastanti: il disadattamento nasce quando si vive un conflitto di valori all'interno del contesto di lavoro e cioè quando la persona non condivide i valori che l'organizzazione trasmette oppure quando i valori non trovano corrispondenza, a livello organizzativo, nelle scelte operate e nella condotta.

Pregherei i lettori di questo post di dire sinceramente ed in forma anonima se si sentono afflitti da questa sindrome. (magari serve a qualcosa)

Quando ho letto quanto sopra ho iniziato a preoccuparmi seriamente per me e per le conseguenze che questo stress continuo può procurarmi.

Qualcuno sa dirmi a cosa si va incontro se si comunica al dirigente sanitario di provare tutti o quasi tutti i sintomi tipici della sindrome di burnout?

Grazie a chiunque voglia intervenire seriamente.

 

LOST

 

 

MESSAGGIO SCRITTO DA: UN COLLEGA, GIOVEDàŒ 25 NOVEMBRE 2010 22:26:16

 

Caro Lost, sicuramente ti posso aiutare a capire.
Sono un collega al quale è stata diagnosticata dall’ospedale militare la sindrome di Burnout .
La patologia è silenziosa e non te ne accorgi fino a quando sei arrivato al capolinea e qualche medico specialista ti dirà : hai il Burnout, sei un minchione, non li risolvi tu i problemi.
Sono comandante da circa 18 anni e non ho mai avuto problemi sia fisici che mentali, anzi ho fatto sempre tanto sport e non ho subito mai alcuna operazione chirurgica.
Il Burnout è una patologia mentale e non guarisci facendo sport o passeggiate all’aria aperta come molti credono; non è una malattia mentale ma un fattore di rischio per depressioni.
Attenzione, il Burnout è l’inizio, non la fine della malattia, il Burnout è una sindrome che ti porta successivamente alla depressione e quindi è una delle cause di malattia depressiva.
Attenzione, non tutte le persone stressate, ansiose, stanche o depresse possono dire di avere questa sindrome. La sindrome si può manifestare con normali situazioni che passano inosservate e diverse da individuo a individuo: tachicardie, problemi di sonno, dolori alle ossa, problemi nei valori del sangue, pressione alta, gastriti, problemi alle valvole cardiache, problemi ai reni ecc.
Nel caso specifico, nel mio caso per mesi mi svegliavo alle 4 di notte, sempre alle 4 in punto, al massimo un minuto prima o dopo. Ormai quando mi svegliavo avevo il terrore di guardare l’orologio e speravo che non fossero le 4 ma almeno le 5.30 o le 6, ma niente da fare, erano sempre le 4.
Ho provato quindi ad andare a letto tardi, a mezzanotte o all’una ma niente cambiava, sempre alle 4 in punto mi svegliavo. Le conseguenze chiaramente con il tempo erano occhiaie tipo la famiglia Addams e stanchezza fisica durante il giorno al lavoro.
Il lavoro appunto, tutto comincia da lì, l’attaccamento morboso al lavoro, il continuo lavorare senza soste per risolvere i problemi dell’amministrazione che alla fine diventano i tuoi problemi e non te ne accorgi. Metti in primo piano il lavoro, il resto, la famiglia, il divertimento, gli amici, i problemi dei bambini a scuola, tutto passa in secondo piano e tu come un cretino continui a lavorare senza soste arrivando come nel mio caso addirittura a portarti il lavoro a casa. Il lavoro diventa come una droga, e tu sei un drogato e non riesci a fermarti e non te ne accorgi. Dici sempre di sì e cerchi sempre di fare più del dovuto. Poi, nonostante fai tantissime cose, ti sembra a fine giornata di non aver fatto nulla e hai rimorsi perchà© ti convinci che potevi fare di più e quindi il giorno dopo ricominci con l’intenzione di recuperare quello che il giorno prima pensi di non aver fatto.
In questa fase poi non riesci a scaricare stress e a riposarti, l’adrenalina è alle stelle e quindi hai sempre energie mentali per andare avanti e non ti accorgi di nulla.
E’ una patologia che colpisce le persone responsabili e che hanno capacità  superiori agli altri. Come mi ha spiegato più di uno specialista che mi ha visitato, i paraculi non soffriranno mai di Burnout, solamente i migliori rischiano di ammalarsi di Burnout
Poi con il tempo, dopo 3-4 anni di situazione come sopra descritta arrivano i primi sintomi o campanelli di allarme. Se ti dicono che sei depresso, a te che sei abituato sempre a mettere in primo piano il lavoro, ti viene da ridere e non lo accetti.
Nel mio caso dopo un primo periodo di cura farmacologia silenziosa sperando di risolvere, il problema non si risolveva proprio perchà© il problema è il lavoro. Seguendo quindi il suggerimento del medico specialista, mi sono deciso a lasciare e sono andato in malattia e da lì, man mano che l’adrenalina andava in esaurimento per il fatto che non lavoravo più, è arrivata la vera depressione caratterizzata da malinconia, spossatezza e tanti sensi di inutilità . In questa fase che è la più pericolosa molti possono pensare anche al suicidio ecc. ma per fortuna questo non è stato il mio caso.
Ho avuto l’appoggio della famiglia e soprattutto l’appoggio di un competente psichiatra che con i farmaci mi ha tirato fuori dalla situazione avendo capito sin dall’inizio che avevo la sindrome di Burn-Out. Ricordati, solo con i farmaci si esce da questa sindrome.
Come ti dicevo, non tutti hanno questa sindrome; nel mio reparto dopo di me sono andati in depressione e solamente dopo pochi mesi, altri 3 colleghi, tutti curati da medici psichiatri diversi e per sindromi ansiose depressive diverse.
L’esplosione delle sindromi comunque è causata spesso anche dall’ignoranza in materia dei superiori; tu sei anni sotto pressione e stress per risolvere situazioni di mancanza di personale, strumenti, professionalità  e per risolvere ogni problematica dell’amministrazione. Poi arriva un comandante nuovo che non ti conosce e pretende da te di più di quello che pretendeva il comandante precedente perchà© lui, essendo in carriera, deve dimostrare di essere più bravo di quello di prima. Quando la botte è piena si sa basta poco per farla esplodere. Risultato: il personale casca in depressione.
Si guarisce dalla sindrome? Io sono stato in convalescenza per più di 1 anno durante il quale, su consiglio del medico, ho assunto tutti i farmaci che mi ha prescritto, All’inizio ti prescrivono ansiolitici e antidepressivi molto forti per la durata di un mese, poi vai avanti con delle pillole alla setralina o fluoxetina da prendere per aiutare di fatto il cervello a stabilizzarsi.
La migliore medicina comunque è il distacco dal lavoro che all’inizio è vissuto come il taglio del cordone ombelicale, quindi molto doloroso.
Poi però ricominci a vivere e a capire che si lavora per vivere e che non si deve vivere per lavorare.
Oggi noi viviamo un periodo dove di fatto per lavorare si usa solo il cervello e non la forza fisica. Se fai un lavoro manuale ti servono vitamine per avere sempre la giusta energia fisica, ma se come facciamo noi utilizziamo il cervello, le vitamine non servono a niente e quindi le uniche soluzioni sono sostanze quali il magnesio o farmaci con la setralina e fluoxetina nei casi estremi.
Poi dobbiamo tener conto anche che facciamo parte di una amministrazione invecchiata, dove mancano marescialli giovani per fare di fatto le verifiche fiscali o lavori complessi. Questi lavori vengono fatti da marescialli diciamo con più di vent’anni di servizio, ormai logorati professionalmente e dai quali si pretende sempre di più perchà© gli unici rimasti a lavorare.
Una volta un maresciallo anziano faceva il comandante e comandava, oggi fa il comandante ma viene comandato per fare attività  che una volta facevano i più giovani ed energici marescialli.
Se ti può essere di aiuto ti do qualche consiglio:
1. essere consapevoli che quasi tutti comandanti che arrivano al reparto stanno un paio di anni, pretendono da te il massimo sfruttando tutte le tue capacità  ed energie, si fingono amici per interesse personale e poi lasciano i problemi creati al loro successore.
2. far lavorare i più giovani che tendono a nascondersi dietro le spalle degli anziani e quindi, tu che sei anziano, sfruttare le loro capacità  che tengono ben nascoste per evitare di esporsi e quindi di lavorare
3. essere consapevoli di eventuali sintomi depressivi ed andare a colloquio presso le ASL con i medici specialisti che sono messi lì gratuitamente per noi e che sono pagati da noi.
4. se viene rilevata una sintomatologia depressiva o ansiosa, farsi fare il certificato medico e senza timore presentarlo al reparto; il dirigente sanitario che hai citato tu non è competente per le malattie psichiche e quindi ti manderanno all’ospedale militare dove altri specialisti molto preparati nel caso di confermata diagnosi, prescriveranno la convalescenza
5. la convalescenza fino a 12 mesi + 45 giorni di aspettativa viene pagata a stipendio pieno, quindi in termini pensionistici e stipendiali non si perde nulla ma si guadagna tutto in salute, puoi tranquillamente uscire senza orari di visita e quindi fare tutto ciò che ti senti di fare
6. non vergognarsi per la diagnosi, oggi la depressione è la malattia del secolo e almeno il 60% della popolazione è depressa senza saperlo
7. quando avrai cognizione dello stato nel quale sei, per il futuro vedrai le cose in altro modo e affronterai il lavoro con maggiore distacco
8. assumere tutti i farmaci consigliati dagli specialisti, senza timore di diventarne dipendenti perchà© questi farmaci non creano dipendenza ma anzi hanno un effetto curativo e stabilizzante dopo la cura di almeno un paio d’anni nei quali ci si sente nuovamente brillanti e veloci; il primo mese ti prescrivono gocce o pastiglia per dormire più una pastiglia alla setralina da prendere di mattina a colazione. Poi prenderai una pastiglia per la durata della convalescenza ogni mattina; è talmente piccola che nemmeno a momenti si vede proprio perchà© la devi prendere tutti i giorni per mesi. Non senti nessun effetto fisico tipo sonnolenza ecc. ma solamente dopo un mese un grande benessere mentale dovuto al fatto che la notte dormi bene. Puoi tranquillamente fare attività  sportiva e anche l’aspetto sex non ne risente, anzi migliora.
9. evitare di arrivare al capolinea, prevedere mediante visite preventive e sostanze alternative quali il magnesio
10. essere consapevoli che siamo tutti dei numeri, morto un papa ne arriva un altro

Una cosa devi sapere, da questa sindrome come per la maggior parte delle sindromi depressive non si guarisce se non si creano rimedi. Ancora oggi nei momenti di forte stress ne risento venendomi a mancare il sonno per due-tre notti successive.
Il rimedio quindi è evitare lo stress. Quando lo sei o lo stai diventando devi trovare rimedi, anche estremi, ma devi salvaguardare prima di tutto la tua salute.
Poi ti posso assicurare che dopo che ti hanno diagnosticato una sindrome depressiva, anche i tuoi comandanti staranno ben attenti dal stressarti per evitare ricadute che comunque influiscono sull’andamento del reparto.
Comunque ricordati, i medici specialisti e specialmente quelli dell’ospedale militare sono persone veramente preparate, umane e con tanta esperienza, esperienza data dai centinaia di casi che hanno sotto controllo ogni settimana. Non li prendi in giro dicendo che sei depresso se non lo sei, durante i lunghi colloqui ti leggono anche nel pensiero. Un monito questo per coloro che si vogliano fingere depressi pur non essendolo.
Spero di esserti stato utile.
Un augurio di tranquillità  e benessere.
Ciao.

UN COLLEGA


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