FISCO, VERIFICHE IN NON PIU' DI 30 GIORNI NEI LOCALI DEI CONTRIBUENTI, IL GENERALE GDF SCREPANTI SOSTIENE LA LINEA DELL'AMMINISTRAZIONE NEI CONTROLLI (ItaliaOggi)

martedì 07 dicembre 2010

ItaliaOggi - 25/11/2010

FISCO, VERIFICHE IN 30 GIORNI

La durata nella sede entro i tempi dello statuto
Stefano Screpanti, GdF, sostiene la linea dell’amministrazione nei controlli

 

Non più di 30 giorni per le ispezioni fiscali presso i locali del contribuente. La durata complessiva delle attività  di verifica da parte degli organi di controllo presso la sede del contribuente non sarà  superiore a un mese secondo un recente orientamento della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle entrate illustrato, ieri, a Roma, dal generale Stefano Screpanti, capo ufficio tutela entrate del comando generale della Guardia di finanza. «La ratio della posizione Gdf/Agenzia delle entrate è di arrecare la minor turbativa possibile al contribuente», ha affermato Screpanti a un convegno sull'«Evoluzione dei poteri istruttori del fisco: il contemperamento tra la ragione fiscale e la tutela dei diritti del contribuente».

 

Spiegando che la complessità  delle indagini relative all'evasione fiscale delle società  può richiedere molto tempo, il generale ha espresso la convinzione che gli organi di controllo possono ovviare a questa circostanza procedendo, dopo aver effettuato le verifiche presso i locali, al controllo e all'incrocio dei dati presso i loro uffici. Un adeguamento della normativa tributaria italiana a quelle europee è necessaria secondo il sottosegretario all'economia Luigi Casero. Convinto che il legislatore debba intervenire non solo su quelle debolezze del sistema eliminando l'eccessiva evasione fiscale, ma anche su quelle norme non consentono la riscossione di quanto effettivamente accertato. E anche in tema di paradisi fiscali secondo Casero bisogna fare di più. Prendendo come esempio l'America e la Germania. «Vanno fatti dei passaggi ulteriori, ha detto il sottosegretario», riportando l'esempio dei due paesi per quanto riguarda l'acquisto dei dati sull'apertura di conti bancari in stati considerati paradisi fiscali. Gli Usa hanno richiesto alla Svizzera di consegnare le liste dei cittadini americani con conti aperti presso le banche elvetiche, mentre la Germania ha propriamente acquistato le liste. Il non corretto utilizzo degli studi di settore da parte degli organi di controllo è secondo Giampietro Brunello, presidente Sose, società  per gli studi di settore, il motivo per cui spesso gli accertamenti non funzionano. Come nel caso delle piccole attività  o dei servizi di prossimità . Per questi ultimi, Brunello ritiene necessario affiancare il redditometro agli studi di settore. «Utilizzare gli studi di settore come presunzione legale relativa è uno degli errori commessi nelle modalità  di accertamento», ha affermato, aggiungendo che essi possono «diventare uno strumento a tutela del contribuente se usati correttamente e nella piena trasparenza tra fisco e cittadino». Le contraddizioni esistenti nel sistema giudiziario sulle modalità  di accertamento, e in particolare tra quanto previsto dal diritto tributario e dal diritto penale, sono state illustrate da Luigi Ciampoli, procuratore generale della Corte d'appello di Roma. Contraddizioni considerate normali dal consigliere della Corte di cassazione Mario Cicala nella dicotomia del giudice arbitro o accertatore della verità .

Duilio Liburdi

 


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