LA MALATTIA PROFESSIONALE DELLO "STRESS LAVORO CORRELATO" SECONDO IL DECRETO LEGISLATIVO 81 DEL 2008 - di Francesco Santoro

giovedì 09 dicembre 2010

Con l’approvazione del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro,  D.Lgs. 81 del 2008 (articolo 28), l’argomento “stress lavoro-correlato” diventa una tematica centrale nella sicurezza sul lavoro.

 

Per stress lavoro correlato si intende lo stato che si accompagna a malessere, disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali che consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti.

 

Il Testo Unico, recependo i  contenuti dell'Accordo  europeo  dell'8  ottobre  2004, estende, per la prima volta,  la tutela della sicurezza del lavoratore alla sfera psichica, cosicchà© i preposti alla sicurezza diventano responsabili anche nel proteggere i lavoratori da situazioni stressogene e psicologicamente pericolose presenti sui luoghi di lavoro.

 

In conseguenza di tale innovazione normativa, lo stress lavoro correlato entra a far parte a tutti gli effetti delle malattie professionali. 

 

Generalmente, le cause dello stress lavoro correlato sono riconducibili a due categorie: quelle inerenti il contesto lavorativo e quelle relative, invece, le attività  di lavoro. Tra le cause più frequenti si possono annoverare:

 

-incapacità  di comunicazione da parte del management

-innovazioni apportate alla progettazione, all’organizzazione e alla gestione del lavoro

-pressioni emotive e psicologiche esercitate sui lavoratori

-ricoprire un ruolo inadatto alle proprie capacità  e inclinazioni

-partecipazione ridotta ai processi decisionali

-lavorare in un ambiente dove le attrezzature risultano non idonee

-eccessiva focalizzazione dell’azienda sugli obiettivi da raggiungere

-l’aumento del carico di lavoro e del ritmo di lavoro

 

Se si considera che nei più evoluti modelli aziendali, l'efficacia e l'efficienza della produttività  del lavoro passano attraverso il miglioramento dell'organizzazione, intesa come contesto lavorativo improntato al benessere dei lavoratori, allora proteggere la sfera psicologica del lavoratore non può che significare migliorare il processo produttivo attraverso il monitoraggio di quelle variabili psicosociali che possono produrre nel sistema sviluppo e crescita, limitando antagonismi individuali o di gruppo generatori di tendenze regressive dell'organizzazione.

 

Questo a sottolineare che gli interventi per l’individuazione, la riduzione e la prevenzione dei fattori di stress sul posto di lavoro, non rappresentanto solo un costoso obbligo normativo, ma offrono tutta una serie di vantaggi di rilievo all’organizzazione, sia sotto un profilo economico, sia gestionale, tra i quali:

-migliorare le condizioni e l’ambiente di lavoro

-migliorare e mantenere delle performance del lavoratore in termini di attenzione, concentrazione, rendimento, produttività , autostima;

-prevenire l’assenteismo

-prevenire le malattie psicosomatiche da stress lavorativo

prevenire alterazioni comportamentali (irritabilità , sovreccitazione, ecc.)

-prevenire i rischi di natura psicosociale (mobbing, burn out, ecc.)

-prevenire gli infortuni sul lavoro.

 

FRANCESCO SANTORO

Componente Direttivo nazionale Ficiesse

f.santoro@ficiesse.it




Riferimenti

www.stresslavoro.com
www.stress-lavoro.org,
www.psicologiadellavoro.org

www.inail.it

www.ispesl.it

 


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