PERCHE' CI RICONOSCIAMO TUTTI NELL'ATTO EROICO DI QUELL'APPUNTATO DEI BASCHI VERDI - di Giuseppe Fortuna

sabato 18 dicembre 2010

Una faccia aperta, leale. Poche parole. Ma nette, chiarissime. Pronunciate nell'intervista al cronista di La7 pochi istanti dopo essere stato aiutato dai colleghi a sottrarsi a decine e decine di aggressori. La voce ancora affannata, ma priva di paura. Piena di dignità . E di vigore.

Si sente che è consapevole dell’importanza del suo ruolo e della sua funzione. Stanno lì, anche i finanzieri, per difendere le Istituzioni. Che li spediscono in piazza con la stessa giacca a vento utilizzata per il lavoro d’ufficio.

Non dice nulla della pistola che teneva stretta perchà© non cadesse nelle mani di quei delinquenti organizzati. Già  avevano sottratto a un altro collega un manganello e un paio di manette. La pistola, l’unico strumento di difesa che aveva in più rispetto ai professionisti delle violenze di piazza, ai “black bloc”. Ma che non ha pensato neppure per un momento di utilizzare. Per non fare un morto.

Si capisce che non è un ragazzo alle prime esperienze. àˆ un militare, un poliziotto con anni di basco verde calato sulla testa. Probabilmente con moglie e figli. Ma non ha sparato, come fece il giovanissimo collega carabiniere, attanagliato dalla paura, nove anni fa, a piazza Alimonda.

Cos’è l’eroismo, se non questo?

Bravo, Appuntato. Con la A maiuscola. Siamo orgogliosi di te e ci riconosciamo tutti, noi finanzieri e cittadini, in quello che hai fatto. Nel tuo coraggio, nella tua dignità , nel senso di solidarietà  tuo e dei tuoi colleghi che, come avevi fatto tu poco prima, sono corsi ad aiutarti.

C
ome ci riconosciamo, da cittadini e da colleghi, nella vibrante, legittima, sacrosanta richiesta di attenzione e di professionalità  da parte di chi impiega questi splendidi servitori dello Stato.

Ci riconosciamo in quelle parole forti, e nel contempo pacate e dignitose. Ma, specialmente, responsabili. Che proprio per questo stridono tanto con quelle che hanno pronunciato subito dopo i soliti professionisti della politica.

Come le frasi e gli epiteti che abbiamo ascoltato in una trasmissione televisiva, con violenza caricaturale, addirittura da un ministro della Repubblica. Lo stesso che qualche mese prima e dal medesimo palcoscenico mediatico non aveva esitato a dileggiare con toni altrettanto irridenti un sindacalista della Polizia di Stato.

O come le parole sorprendenti ed inquietanti scritte nel blog del presidente della Commissione Difesa della Camera che vorrebbe presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere come mai l'Appuntato non abbia usato l’arma.


Non lo ha fatto, onorevole Cirielli, perchà© quell'Appuntato è un uomo responsabile. E perchà© dal 2001 a oggi, cioà© dai fatti del G8 di Genova, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza sono cresciuti molto.

Mentre non ci sembra siano cresciuti quanto a senso di responsabilità  tanti, troppi nostri rappresentanti politici.

 

 

GIUSEPPE FORTUNA

Direttore del sito www.ficiesse.it

Vicepresidente del Direttivo nazionale Ficiesse

g.fortuna@ficiesse.it
Tua email:   Invia a: