ANCORA UN ALPINO CADUTO IN AFGHANISTAN E UN ALTRO MILITARE IN GRAVISSIME CONDIZIONI: L'OMAGGIO DEFERENTE DI TUTTA FICIESSE IN ONORE DEL CAPORALMAGGIORE SANNA E UN FRATERNO AUGURIO AL COLLEGA FERITO

martedì 18 gennaio 2011



àˆ appena giunta la notizia di un altro soldato italiano ucciso in Afghanistan. Si tratta del caporalmaggiore Luca Sanna, di Oristano. La nostra Associazione saluta con deferenza e commozione il valoroso Alpino ed esprime il più vivo cordoglio alla Famiglia. Formuliamo, altresì, al Collega, gravemente ferito, di cui non è stato reso pubblico il nome, gli auguri più fraterni e affettuosi.

 

Di seguito la notizia apparsa su www.lastampa.it.

 


AFGHANISTAN, UCCISO SOLDATO ITALIANO, "L'HA COLPITO UN TERRORISTA IN DIVISA" (www.lastampa.it)

 

Agguato alle 12 a Bala Murgab, muore il caporalmaggiore Sanna. Ferito un commilitone: è grave

 

KABUL
Ucciso da un colpo sparato alla testa da «un terrorista in uniforme» dell’Esercito afgano: così è morto oggi in Afghanistan, in uno sperduto avamposto della zona di Bala Murghab, l’alpino Luca Sanna, 33 anni, di Oristano, mentre un altro è rimasto ferito in modo molto grave. Un nuovo lutto 18 giorni dopo l’uccisione di Matteo Miotto, anche lui ammazzato mentre si trovava in un fortino sperduto.

La notizia di quello che a caldo sembrava l’ennesimo attacco di insorti giunge al ministro della Difesa a Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, quando ormai era finita la cerimonia - presente il capo dello Stato, Giorgio Napolitano - di avvicendamento al vertice militare della Difesa: lascia Vincenzo Camporini, giunto a fine mandato, subentra Biagio Abrate. Le informazioni sono ancora confuse. La Russa parla di due feriti - «uno colpito alla testa l’altro alla spalla», in un conflitto a fuoco «non abituale». La condizioni del ferito più grave, aggiunge il ministro, sono «disperate. La sua vita è appesa a un filo». Passano pochi minuti e, purtroppo, arriva la conferma che l’alpino non ce l’ha fatta: il caporalmaggiore Luca Sanna, dell’8/o reggimento alpini di Cividale del Friuli e Venzone, è la 36/a vittima della missione italiana in Afghanistan.

Nel primo pomeriggio la Russa riunisce i suoi più stretti collaboratori e i vertici militari per un punto di situazione. Poi spiega: «Tutto è successo alle 12.05 italiane, nell’avamposto “Highlander”, a circa 10 chilometri dalla base italiana di Bala Murghab», dove gli alpini (una dozzina) vivono a stretto contatto, in due separate strutture fortificate circondate da un filo spinato, con i soldati afgani che stanno addestrando. «Gli accertamenti sono ancora in corso», ha aggiunto La Russa, che domani riferirà  in Parlamento. «Quello che sappiamo è che un uomo che indossava un’uniforme, proveniente dalla casamatta afgana, si è avvicinato ai due nostri soldati che si trovavano fuori dalla loro fortificazione, vicino a un Lince. Non destava sospetti, ha fatto un gesto amichevole, sembra che si stesse lamentando del fatto che la sua arma non funzionava. All’improvviso, ha esploso proditoriamente alcuni colpi contro Sanna e il suo commilitone. C’è stata una risposta al fuoco, anche da parte dei soldati afgani, ma l’uomo è riuscito ad allontanarsi, sfruttando l’effetto sorpresa».

Chi era? «Non lo sappiamo. Non sappiamo se fosse una persona che si era travisata con un’uniforme, oppure, come riteniamo meno probabile, un vero e proprio infiltrato nell’esercito afgano. Di certo era un terrorista in divisa, una persona di cui apparentemente ci si poteva fidare, e il suo non è stato fuoco amico, ma sicuramente nemico».

«Si tratta di una modalità  - ha proseguito il ministro - non nuova per l’Afghanistan, ma è la prima volta che i militari italiani vengono attaccati in questo modo. Oggi la minaccia principale e pericolosa non è più costituita dagli Ied, gli ordigni esplosivi improvvisati, ma dai colpi di arma da fuoco e dagli attacchi contro coloro che si trovano negli avamposti e stiamo già  valutando se è possibile aumentare la sicurezza dei nostri ragazzi anche su questo versante. Non voglio che si aspettino altri fatti del genere prima di prendere tutte le contromisure possibili ed immaginabili. Ho già  detto che stare due settimane di fila in questi fortini, prima di ottenere il cambio, mi sembra un periodo troppo lungo».

Il caporalmaggiore Sanna era un volontario di truppa che vestiva l’uniforme dal 2004: viene considerato un militare esperto con già  due missioni in Afghanistan alle spalle. Sposato da quattro mesi, viveva a Lusevera, in provincia di Udine. Le condizioni del compagno, il caporale Luca Barisonzi, pure lui dell’8/o alpini, sono molto gravi. «Il militare - dicono alla Difesa - ha riportato ferite da arma da fuoco al collo e al torace. La Tac ha evidenziato una lesione midollare ed è necessario un intervento neurochirurgica».

 

 


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