ESERCITO:TAR,AMMESSA CON RISERVA A CONCORSO RAGAZZA INCINTA, MINISTERO PAGHI SPESE PROCESSUALI - FISCO: PER 81% ITALIANI TASSE ALTE, AUMENTA EVASIONE. CORTE UE, NO ESENZIONE PRIMA CASA SOLO A RESIDENTI - OPERAIA CINESE DENUNCIA IMPRESA CONNAZIONALI
venerdì 21 gennaio 2011
ESERCITO:TAR,AMMESSA CON RISERVA A CONCORSO RAGAZZA INCINTA
ERA STATA ESCLUSA; GIUDICI, MINISTERO PAGHI SPESE PROCESSUALI
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Ammissione con riserva alle
successive prove concorsuali per la ragazza esclusa dall'esame
di ammissione per l'assunzione a tempo indeterminato
nell'Esercito perche' incinta. Lo ha deciso la I sezione bis del
Tar del Lazio, presieduta da Silvio Ignazio Silvestri.
Salvo, al momento, il concorso per il giovane caporalmaggiore
Valentina Fabri, che con gli avvocati Giorgio e Giovanni Carta
ha impugnato il provvedimento di esclusione. I giudici hanno
posto a carico del ministero della Difesa le spese della fase di
giudizio liquidate in mille euro a favore della ricorrente. Gia'
fissata al 28 giugno l'udienza di merito.
A segnalare l'esclusione della giovane era stato il sito del
comparto Sicurezza e Difesa Grnet.it. Valentina Fabri si e'
rivolta al Tar per contestare il verbale degli accertamenti
psico-fisici con il quale il 9 novembre scorso la Direzione
generale per il personale militare l'ha dichiarata non idonea e
l'ha esclusa dal concorso per l'immissione di 3392 unita' nel
ruolo dei volontari in servizio permanente dell'Esercito.
Il Tar ne ha disposto l'ammissione con riserva al concorso
considerando che ''il ricorso - si legge nell'ordinanza - ad una
prima sommaria delibazione propria della fase cautelare,
presenta sufficienti elementi di fondatezza, tenuto conto della
vigente normativa in materia di tutela della maternita',
ispirata ai valori, costituzionalmente garantiti, del rispetto
della vita umana''. Non solo; i giudici amministrativi con la
loro decisione sono andati anche oltre, considerando che ''lo
stato di gravidanza non costituisce una patologia e quindi non
appare di per se' idoneo a supportare un provvedimento di
esclusione dal concorso'' e ritenendo dall'esecuzione del
provvedimento di esclusione che e' stato impugnato ''deriva un
danno grave ed irreparabile per la ricorrente, consistente nella
privazione di una possibilita' lavorativa nell'ambito delle
Forze Armate''. (ANSA).
FISCO: PER 81% ITALIANI TASSE ALTE, CANONE RAI INDIGESTO
RICERCA CENSIS-COMMERCIALISTI, AUMENTA EVASIONE, INVASIONE PRIVACY
(di Manuela Tulli)
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Tasse troppo alte, evasione che
aumenta e ''un Fisco 2011 che potrebbe essere feroce''. E' dura
l'analisi sul rapporto tra il fisco e gli italiani realizzata da
Censis-Commercialisti e presentata oggi nel corso di una
conferenza stampa. ''Il cittadino continua a vivere male il
rapporto con il fisco'', ha sottolineato il presidente del
Consiglio nazionale dei Commercialisti, Claudio Siciliotti, per
il quale i contribuenti esprimono ''una voglia di legalita' che
puo' essere accolta con la riforma. Ma non bastano gli
annunci'', ha sottolineato.
La grande maggioranza degli italiani giudica elevato il
carico fiscale. La pensa cosi' l'81% dei contribuenti
intervistati nell'ambito della ricerca realizzata su un campione
di 1.000 contribuenti. Per un italiano su tre il Fisco e'
''ingiusto'', mentre per sei italiani su 10 l'evasione fiscale
negli ultimi tre anni e' aumentata. Il principale problema del
fisco per gli italiani (lo afferma il 44,4%) e' l'evasione
mentre tra le imposte ''piu' indigeste'' i contribuenti indicano
il canone Rai (per il 47,3%), il bollo auto (14,5%), l'Ici
(12,7%), la tassa sulla nettezza urbana (12,1%) e l'Irpef
(11,6%).
Anche il federalismo fiscale, che muove i primi passi, non e'
percepito dai contribuenti italiani come una occasione di
vantaggio: ''Il 42,5% dei contribuenti pensa che il carico
fiscale complessivo tendera' ad aumentare'', sottolinea la
ricerca e ''anche in fatto di complessita' del sistema fiscale
gli italiani non sembrano credere ai benefici di una riforma
federalista: per il 35,1% degli intervistati la complessita'
tendera' infatti ad aumentare''.
Il Fisco 2011 si prospetta come quello della ''riscossione a
tutti i costi e sconfina con l'essere un fisco feroce'', ha
detto Siciliotti, criticando anche la nuova misura che prevede
che dal primo maggio 2011 occorrera' mostrare il codice fiscale,
e dunque bisognera' essere identificati, per qualsiasi acquisto
oltre i 3.600 euro. ''Una invasione della privacy del cittadino
comune ben piu' generalizzata - ha commentato il presidente dei
Commercialisti - di qualsivoglia polemica riguardante le
intercettazioni telefoniche'' e che ha il sapore di ''Stato di
polizia fiscale''. Sulla cedolare: ''Non ci piace e qualcuno
dovra' spiegare perche chi lavora paga tasse anche per il 50% e
chi possiede, da una casa ad un castello, ne paghera' solo il
23%''. Il presidente del Censis Giuseppe De Rita ha sottolineato
invece che ''quando il Fisco percepisce il commercialista o il
Caf non piu' come mediatore ma come vicino all'evasore si
favorisce la battaglia mentre oggi piu' che mai e' necessario
far convergere gli interessi''.(ANSA).
FISCO: CORTE UE, NO ESENZIONE PRIMA CASA SOLO A RESIDENTI
LEGISLAZIONE GRECIA CONTRARIA A PRINCIPI EUROPEI
(ANSA) - BRUXELLES, 20 GEN - La legislazione fiscale greca
che esenta solo i residenti in Grecia dall'imposta dovuta
sull'acquisto di una prima abitazione e' contraria ai principi
dell'Unione europea. E' quanto ha stabilito la Corte di
giustizia Ue del Lussemburgo in una sentenza.
Secondo i giudici europei, a cui aveva fatto ricorso la
Commissione, le norme della Grecia ''comportano un effetto
dissuasivo nei confronti delle persone non residenti in Grecia e
limitano in tal modo il loro diritto di libera circolazione
nell'Unione''.
La legislazione greca prevede, a determinate condizioni,
l'esenzione dall'imposta sull'acquisto di un primo bene immobile
destinato ad abitazione soltanto a favore degli acquirenti che
risiedono in permanenza in Grecia ed eccezionalmente a favore
dei greci non residenti che hanno lavorato all'estero per almeno
sei anni.
(ANSA).
OPERAIA CINESE DENUNCIA IMPRESA CONNAZIONALI, E' PRIMO CASO
LICENZIATA; CGIL, PAGATA PER 4 ORE MA NE LAVORA MOLTE DI PIU'
(ANSA) - PRATO, 20 GEN - Si e' ribellata al datore di lavoro
e, soprattutto, e' stata la prima a rompere il muro di omerta'
che vige nella sua comunita' e ad imboccare una via 'ordinaria'
per difendere i propri diritti. A Prato un'operaia cinese si e'
rivolta alla Cgil per un licenziamento che ritiene ingiusto: i
datori di lavoro sono suoi connazionali.
Nella citta' toscana vive una fra le comunita' cinesi piu'
consistenti d'Europa e prospera un'economia 'parallela'
orientale. Non di rado, durante i controlli, carabinieri,
polizia e guardia di finanza scoprono operai clandestini
costretti a lavorare anche diciotto ore al giorno e a vivere in
giacigli di fortuna ricavati nei capannoni.
La storia di Chen Mei Xi, 29 anni, e' diversa. E' una storia
che parte dalla legalita', ma che, pian piano, della legalita'
sembra aver perso i connotati essenziali. La ditta di confezioni
tessili dove lavorava, la ''Touch 'n Tuoch'', si trova nel
Macrolotto di Prato. La donna e' stata licenziata il 12 gennaio.
''E' venuta da noi - spiega il capo dell'ufficio vertenze
della Cgil di Prato Giovanni Piras - raccontandoci di avere
segnalato i propri problemi di salute ai datori di lavoro,
avvertendo i dirigenti del desiderio di tornare in Cina dalla
sua bambina piccola. L'operaia era assicurata per sole quattro
ore di lavoro, ma lavorava per moltissimo tempo ogni giorno,
fino a quanto ce ne era bisogno. Anche il salario non era
commisurato al tipo di contratto part-time che aveva
l'operaia''. La ''Touch 'n Tuoch'' avrebbe interrotto il
rapporto di lavoro perche' la dipendente cinese aveva confidato
di aver comprato il biglietto aereo per tornare in Cina.
Nel pomeriggio, sindacato e azienda si sono incontrati, per
cercare una mediazione: Chen chiedeva il reintegro in fabbrica e
la differenza economica tra il salario part-time e il tempo
lavorato. I titolari della ditta avrebbero invece offerto 1.500
euro come buonuscita. Una soluzione, hanno spiegato dalla Cgil,
''fuori da tutte le regole''. Domani Chen ricorrera'
all'ispettorato del lavoro.
L'Idv parla di ''atto di coraggio'' e la Lega Nord di
''granello di sale nell'oceano''. Il Carroccio ha anche messo a
disposizione un'e-mail e un numero di telefono per facilitare le
denunce. Per l'assessore regionale al bilancio, Riccardo
Nencini, ''la lotta all'illegalita' economica e' una priorita'.
E una priorita' nella priorita' e' il caso Prato, con il
distretto cinese parallelo''. Poi, parlando della vicenda di
Chen: ''E' una prima crepa in un muro di omerta'''. Nencini ha
ricordato anche l'ultima operazione delle forze dell'ordine a
Prato, il controllo di 19 aziende ospitate nel capannone: in 14
sono emerse irregolarita'. (ANSA).