FISCO:SCADE DELEGA TREMONTI - PUBBLICITA': IN VIGORE NUOVA LEGGE, PIU' POTERI AD ANTITRUST

martedì 03 maggio 2005

 

FISCO:SCADE DELEGA TREMONTI, STOP A RIFORMA 2 ALIQUOTE/ANSA

LEO, ULTIMO STRUMENTO POSSIBILE, MA PARZIALE, LA FINANZIARIA

 

   (ANSA) - ROMA, 2 MAG - La riforma Tremonti rischia di restare sulla carta. L'Irpef, anzi l'Ire, con due sole aliquote al 23 e 33%; l'aliquota unica per le rendite finanziarie; la nuova imposta sui servizi per cancellare sette tasse, da quella di registro ai bolli. E ancora: un'Iva dal volto umano con una percentuale devolvibile a finalita' etiche. Sono alcune delle novita' fiscali, introdotte con la riforma di due anni fa, che scade domani. Il 3 maggio e' infatti il termine per attuare con decreti legislativi la riforma che era stato il manifesto delle passate elezioni politiche e che doveva fare da architrave al nuovo fisco.

   L'articolo 10 della legge 80 del 2003 stabiliva infatti che l'attuazione della riforma fosse ''modulata con piu' decreti legislativi da emanare entro due anni''. Certo, la scadenza della legge non implica l'impossibilita' di procedere in altri passi della riforma, con strumenti diversi dal decreto legislativo, e ulteriori sgravi fiscali sono stati gia' annunciati dal premier Silvio Berlusconi anche per il prossimo anno. Sta di fatto pero' che l'arco temporale che il governo si era dato per completare la riforma si e' rivelato piu' corto del necessario e ora tutto diventa piu' difficile, come spiega Maurizio Leo, esperto fiscale di An e vicepresidente della Commissione Finanze della Camera. ''Ora per introdurre le novita' previste - dice - non basteranno i 30 giorni entro i quali le commissioni parlamentari devono esprimere pareri non vincolanti, bisognera' ripercorrere l'intero iter legislativo. Lo strumento piu' utile resta la Finanziaria, per le cose che si vorranno fare. Ma e' chiaro che non e' la stessa cosa che fare una riforma a trecentosessanta gradi''. Dall'opposizione arriva l'accusa che la scadenza della delega fiscale e' ''un flop per la Casa delle Liberta' che aveva fatto della riforma fiscale - sottolinea Giorgio Benvenuto dei Ds - il provvedimento fondamentale del programma di governo''.

   Parte della riforma presentata dal governo Berlusconi e' stata comunque attuata. L'Ires, l'imposta sul reddito delle societa', e' stata la prima a vedere la luce, con un taglio dell'aliquota dal 34 al 33%. Passi in avanti sono stati fatti anche sul fronte Irpef (si chiamerebbe Ire ma anche l'Agenzia delle Entrate nelle sue circolari continua ad usare il vecchio acronimo) con la riduzione delle aliquote da cinque a (di fatto) quattro. Come pure e' stata introdotta la 'no tax area' e le prime deduzioni per i carichi familiari. Si e' proceduto anche all'alleggerimento dell'Irap - e la riforma aveva prudentemente parlato di ''graduale'' abolizione - ma consistenti pezzi della riforma restano inattuati. Ora il governo punta a completare la riforma dell'Irap, sulla strada della sua abolizione, come ha annunciato lo stesso ministro Domenico Siniscalco nei giorni scorsi.

- ALIQUOTE IRPEF, L'OBIETTIVO ERA 23-33%. Due sole soglie di tassazione con lo spartiacque a 100.000 euro. La delega prevedeva un 'tetto' che avrebbe portato di fatto la quasi totalita' degli italiani a pagare le tasse al 23% (i super-ricchi, quelli cioe' con un reddito superiore a 100.000 euro l'anno sono complessivamente poco piu' di 334.000, ovvero appena lo 0,8% del totale della platea dei contribuenti e ad essi si sarebbe dovuto applicare il 33%).

- FISCO ETICO, ATTESA PER QUOTA IVA. La Detax, cara all'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, oggi vice premier, di fatto non e' mai entrata in vigore. La sperimentazione dello strumento che potrebbe consentire ai consumatori di destinare una quota dell'Iva sugli acquisti ad associazioni che svolgono attivita' etiche era stata introdotta con la Finanziaria 2004 ma nei fatti mai attuata.

- RENDITE FINANZIARIE CON ALIQUOTA UNICA. La delega parlava di ''omogeneizzazione dell'imposizione su tutti i redditi di natura finanziaria'' e questo potrebbe essere interessante per i conti pubblici perche' porterebbe nuovi introiti, ma finora il governo ha sempre smentito ogni volta che qualcuno ha parlato di una sua imminente attuazione.

- DEDUZIONI, ANCHE CON UN OCCHIO ALLA CASA. Per i figli si e' passati gia' dalle vecchie detrazioni alle deduzioni (che comportano un abbattimento della base imponibile e non uno sconto fisso in percentuale sulle tasse). Ma la delega prevedeva la trasformazione degli sconti in deduzioni anche per incentivare l'acquisto della casa, per sostenere l'istruzione, per contribuire agli oneri per l'asilo nido dei bambini.

- IMPOSTA SUI SERVIZI PER SEMPLIFICARE. Era una delle cinque imposte previste dal nuovo fisco (oltre a Ire, Ires, Iva e accisa) e doveva sostituire sette differenti tasse: l'imposta di registro, le imposte ipotecarie e catastali, l'imposta di bollo, la tassa sulle concessioni governative, la tassa sui contratti di borsa, l'imposta sulle assicurazioni e l'imposta sugli intrattenimenti. Prevista dalla delega, e non ancora attuata, anche una riforma del sistema delle accise.(ANSA).

 

PUBBLICITA': IN VIGORE NUOVA LEGGE, PIU' POTERI AD ANTITRUST

SU PUBBLICITA' INGANNEVOLE, MULTE FINO A 100 MILA EURO

 

   (ANSA) - ROMA, 29 APR - Entra oggi in vigore la legge n.49/2005 che riforma la normativa sulla pubblicità ingannevole e comparativa (la cosiddetta legge Giulietti). La nuova legge attribuisce all' Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato maggiori poteri sia per quello che concerne l'attività istruttoria, sia in relazione alle misure da adottare per reprimere il fenomeno dell' ingannevolezza dei messaggi pubblicitari.

    Si fa riferimento, in particolare, al rafforzamento dello strumento sanzionatorio.  Ora infatti l'Autorità ha anche il potere di irrogare multe che potranno variare, tenuto conto della gravità e della durata della violazione, tra i 1.000 e i 100.000 euro.

Fino ad ora, spiega una nota dell' Antitrust,  l'Autorità aveva il potere di inibire l'ulteriore diffusione del messaggio ingannevole e di ordinare la pubblicazione sugli organi di informazione, di una comunicazione rettificativa che contenesse un estratto della decisione dell'Autorità con cui si giudicava ingannevole un dato messaggio. Dall'entrata in vigore della nuova normativa, invece, l'Autorità ha anche il potere di irrogare multe che potranno variare, tenuto conto della gravità e della durata della violazione, tra i 1.000 e i 100.000 euro.

   Nei casi in cui i messaggi ingannevoli riguardano la pubblicità di prodotti pericolosi per la salute e la sicurezza dei consumatori o pubblicità che minacci la sicurezza o abusi della naturale credulità di bambini o adolescenti, la sanzione non può essere inferiore a 25.000 euro.  E' stata inoltre completamente modificata, spiega la nota,  la disciplina dell'inottemperanza alle decisioni dell'Autorità, per la quale era precedentemente prevista la competenza del giudice penale. Da ora in poi, infatti, l'Autorità può intervenire direttamente nei confronti dell'operatore pubblicitario che non ha ottemperato alla pronuncia adottata nei suoi confronti, irrogando multe e, nel caso di reiterata inottemperanza, disponendo la sospensione dell'attività per un periodo di massimo 30 giorni.

    Per quanto riguarda i maggiori poteri  istruttori, rileva ancora la nota dell' Antitrust, si segnala l'attribuzione all' Autorità del potere di richiedere copia del messaggio pubblicitario all' operatore pubblicitario o al proprietario del mezzo di diffusione anche in caso di opposizione da parte di questi soggetti. A ciò si aggiunge il potere di irrogare sanzioni pecuniarie nei casi di inottemperanza alle richieste di fornire informazioni o la documentazione necessaria per lo svolgimento dell' istruttoria, sanzioni che sarebbero di importo maggiorato nel caso in cui siano state fornite false informazioni.

   Un' altra novità, infine, sta nella possibilita' per l'Autorità di attivare il potere ispettivo per l' acquisizione della copia del messaggio affidando l'incarico alla Guardia di Finanza, seguendo le procedure già consolidate in materia di concorrenza nell' applicazione della legge antitrust.

   Per adempiere ai nuovi compiti, informa infine la nota, l'Autorità ha deciso di istituire una direzione  che si occuperà specificatamente di pubblicità.   (ANSA).

 

 


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