L'INCOSTITUZIONALITA' DEL TAGLIO DEGLI ASSEGNI FUNZIONALI E LA SOLUZIONE DEL TETTO SALARIALE COMPLESSIVO (CHE COMUNQUE NON REMUNERA LA SPECIFICITA') - di Gianluca Taccalozzi
L'INCOSTITUZIONALITA' DEL TAGLIO DEGLI ASSEGNI FUNZIONALI E LA SOLUZIONE DEL TETTO SALARIALE COMPLESSIVO (CHE COMUNQUE NON REMUNERA LA SPECIFICITA') - di Gianluca Taccalozzi
E’ ormai assodato che l’applicazione del tetto salariale individuale previsto dal comma 1 dell’art. 9 del D.L. 78/2010 comporta problematiche tecniche e giuridiche di difficile, se non impossibile, risoluzione.
Per applicare concretamente il tetto salariale individuale, infatti, le amministrazioni sarebbero costrette a monitorare costantemente i salari di ogni dipendente e la relativa proiezione annuale e, quindi, ad impiegare in attività straordinarie assistite da particolari indennità (straordinari, missioni, servizi esterni) solo il personale con un tetto salariale adeguatamente capiente.
Un’opera di difficile attuazione dal punto di vista amministrativo e particolarmente deleteria dal punto di vista operativo, in quanto:
- i disagi connessi alle attività straordinarie ricadrebbero sempre sullo stesso personale (quello che ha un tetto salariale capiente):
- i responsabili sarebbero costretti attribuire incarichi e pratiche in base al tetto salariale e non alle competenze degli addetti;
- si potrebbero verificare situazioni nelle quali si potrebbe non riuscire a far fronte a particolari ed improvvise emergenze operative per raggiunti limiti di spesa salariale.
Gli inevitabili mancati riconoscimenti di diritti acquisiti e le ingiustificate diversità di trattamento economico tra personale con la stessa qualifica e lo stesso incarico, che l’applicazione del tetto salariale individuale comporta, rendono, inoltre, il comma 1 dell’art. 9 palesemente inticostituzionale con tutte le conseguenze del caso (sicuri ricorsi alla giustizia amministrativa).
Una soluzione che permetterebbe di rendere il comma 1 costituzionale ed applicabile e, contemporaneamente, di mantenere inalterato il risparmio globale imposto dalla finanziaria esiste ed è anche di facile attuazione.
Basterebbe, infatti, un semplice atto governativo (tra l’altro più volte promesso) che interpretasse il tetto salariale previsto dal comma 1 COME COMPLESSIVO E NON INDIVIDUALE ovvero relativo alla singola amministrazione e non al singolo dipendente.
In tal modo, le amministrazioni interessate sarebbero ugualmente costrette a non superare la spesa salariale del 2010, ma, potendo conoscere con una certa precisione l’entità delle indennità non controllabili (assegni funzionali, adeguamenti automatici stipendiali) da corrispondere nel corso dei prossimi tre anni, potrebbero, già a monte, apportare un equivalente taglio delle risorse dedicate alle altre indennità controllabili tale da garantire a tutti la corresponsione delle indennità non controllabili.
Si risolverebbero così le criticità connesse all’applicazione del tetto salariale ed i profili di incostituzionalità derivanti dal tetto salariale individuale.
à ˆ altresì evidente la specificità del comparto sicurezza e difesa non sarebbe comunque riconosciuta dal punto di vista economico, visto che il taglio globale delle risorse dedicate al trattamento economico del personale rimarrebbe invariato, e che la perdita di capacità operativa delle amministrazioni rimarrebbe comunque intatta, visto che il taglio andrebbe ad incidere esclusivamente sulle indennità operative, quindi: meno missioni, meno pattuglie sulla strada, meno controllo del territorio, ecc.
Rimarrebbero, infine, le criticità giuridiche ed applicative derivate dall’applicazione comma 21 dell’art. 9 o meglio dal congelamento degli effetti economici di promozioni ed adeguamenti stipendiali dei dirigenti, quantunque calmierati dal fondo di 80 + 80 milioni di euro previsto dal comma 11bis dell’art. 8.
GIANLUCA TACCALOZZI
Presidente Direttivo nazionale Ficiesse
gianlucataccalozzi@alice.it