I RADICALI AL MINISTRO LA RUSSA: MILITARI MANDATI IN MISSIONE IN AFGHANISTAN DIETRO IL PAGAMENTO DI TANGENTI?

domenica 13 febbraio 2011

 
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10834
presentata da
MAURIZIO TURCO
giovedì 10 febbraio 2011, seduta n.433

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

sul sito web http://www.americaoggi.info è pubblicato un articolo del 25 gennaio 2011, dal titolo «Afghanistan. Intervista a un commilitone dell'alpino ucciso in Afghanistan.» a firma di Valeria Sabatini in cui si legge «racconta il caporale G.T. commilitone del militare ucciso - [...] Una cosa però voglio dirla e cioè che molti di quei ragazzi che stanno laggiù vengono spediti sul fronte di guerra senza l'adeguato addestramento». Un'accusa grave che arriva dall'interno ma circostanziata da elementi raccolti negli anni, non una voce di qualche militare frustrato perchà© vede partire il vicino di branda ma appurata anche da un'inchiesta un paio di anni fa dall'allora procuratore militare di Roma Antonino Intelisano. Ed oggi dopo l'ennesima morte la denuncia fatta da un amico del povero Luca Sanna con parole forse ancora più forti per lenire il dolore di un compagno perso in quella che da missione di pace è ormai evidente di filantropico ha ben poco. Guardi G. che quello che lei sta dicendo è piuttosto grave... «Lo so ma è una prassi risaputa, lei lo sa che per andare in missione in molti pagano la cosiddetta mazzetta ad alti gradi delle forze armate? Io, insieme a molti altri commilitoni svolgo il mio lavoro in caserma da anni, nonostante ciò nessuno di noi ha mai preso parte ad alcuna missione all'estero o frequentato qualche corso specifico nell'ambito militare in quanto all'interno della nostra caserma incarichi di rilievo e la partecipazione a corsi o missioni sono svolti sempre dallo stesso personale». [...] «Ho ragione di ritenere che qui a Venzone anche per partecipare ad un semplice corso patenti bisogna essere raccomandati, lo sponsor lo chiamano qui. Personale che da anni continua a richiedere la propria partecipazione a missioni all'estero si è visto sempre chiudere la porta in faccia in quanto al suo posto partiva qualcun altro che legalmente non avrebbe potuto farlo. àˆ ovvio che se sono questi i criteri di scelta, a imbarcarsi su un aereo per finire laggiù sono spesso giovani che non hanno completato la preparazione o da troppo poco tempo nell'esercito, ma evidentemente più bravi ad ottenere gli appoggi giusti». «Su quanto accaduto martedì posso aggiungere anche questo; il livello di attenzione si è pericolosamente abbassato tra i militari, qualcuno si dimentica diciamo così l'elmetto o non segue in toto il protocollo che prevede altre misure di sicurezza. Purtroppo di questi episodi non se ne parla, i giornali non so perchà© molte volte non danno voce al malessere che gira tra noi militari. Si parla di mobbing nelle aziende ma quanti sanno che in tanti di noi hanno subito fatti simili?» Insomma si paga la mazzetta per partire? «Nessuno ne parla apertamente ovvio ma come spiegherebbe altrimenti lei certi strani trattamenti di favore quando non si è ancora completato il percorso addestrativo? àˆ qualcosa che accade non soltanto qua nelle caserme del nord est ma, mi creda se va in giro a chiedere ne troverà  di mani che sono state allungate per consegnare l'obolo». Come già  emerso nel 2008 in un'altra inchiesta giornalistica in molti casi la prima mensilità  percepita in missione finisce nelle tasche di marescialli, colonnelli, generali come segno tangibile della riconoscenza di chi viene spedito oltre confine. E non sono spiccioli, a fare i conti con la calcolatrice significa un assegno mensile netto che nella peggiore delle ipotesi è di 2.700 Euro nella migliore arriva a 6.000. Oltre allo stipendio. Un obolo quanto mai pesante se poi si è bravi a fare partire anche solo una mezza dozzina di raccomandati allora il gioco vale la candela.»;

già  il 16 ottobre 2004 sul quotidiano Corriere della Sera era stato pubblicato un articolo dal titolo «Inchiesta sulle missioni estere "Tangenti pagate agli ufficiali"» che riportava la notizia secondo cui la Procura di Roma aveva aperto un'inchiesta (che si affianca a quella della Procura militare) sulle affermazioni di un maresciallo dell'Esercito e di un sottufficiale dei carabinieri. Nell'articolo si legge che «I due militari nel luglio scorso, durante alcune trasmissioni tv, hanno detto che - per andare in missione all'estero - i militari dell'Esercito e dell'Arma dovevano versare una tangente ad alcuni ufficiali superiori. Anche sul programma tv "Le lene", due incappucciati, presentati come marescialli dei carabinieri, ammisero il pagamento di tangenti. Il Pm Adelchi D'Ippolito ha ipotizzato i reati di corruzione e concussione.»;

nella risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 4-10673 del 30 luglio 2004, il Ministro della difesa aveva, tra le altre, affermato che «[...] con sentenza di patteggiamento in data 5 maggio 2004, divenuta irrevocabile il successivo 25 giugno, il tribunale militare di Padova ha condannato a due anni di reclusione il colonnello Filippo Marinelli, già  comandante del CIMIC GROUP SOUTH (con sede in Motta di Livenza - Treviso), arrestato il 10 dicembre 2003, in flagranza di reato, dai carabinieri del comando provinciale di Treviso. Il predetto organo giudicante, nella richiamata sentenza, ha evidenziato, tra l'altro, che l'ufficiale si era fatto consegnare denaro in contanti, mai restituito, a fronte di esigenze personali o della caserma del tutto false, raggirando le parti offese, le quali, in buona fede, avevano aderito alle richieste in prospettiva di una missione all'estero, oppure di benefici di servizio o, ancora, per non essere danneggiate in sede di valutazione della documentazione caratteristica. [...] il Comando Provinciale Carabinieri di Roma ha inoltrato all'autorità  giudiziaria della capitale l'articolo di stampa dal titolo "Tangenti per andare a Nassiriya" pubblicato il 29 luglio 2004 dal quotidiano il Manifesto. Inoltre, lo stesso comando provinciale è stato incaricato di informare l'autorità  giudiziaria in ordine al contenuto del servizio diffuso il 29 luglio 2004 da RAI News 24, nonchà© di un'intervista andata in onda il 26 settembre 2004, durante la trasmissione Mai dire iene, nella quale un sedicente militare dell'Arma ha affermato di aver ricevuto richieste di tangenti per essere inviato in missione all'estero. Le relative indagini sono tuttora in corso.[...]» -:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato nell'articolo pubblicato sul sito web citato in premessa e qualora corrisponda al vero, quali immediate azioni intenderà  avviare per chiarire i termini della vicenda narrata e se abbia interessato la procura competente;

quali provvedimenti disciplinari vennero adottati nei confronti del colonnello Marinelli a seguito della sentenza di condanna e quali siano stati i risultati delle indagini scaturite dalla segnalazione effettuata dal comando provinciale carabinieri di Roma all'autorità  giudiziaria che all'epoca della risposta fornita risultavano essere ancora in corso;

quale sia il periodo di addestramento minimo considerato necessario a cui deve essere sottoposto il personale militare per poter essere impiegato nelle missioni internazionali di pace ed in particolare in quella in atto in Afghanistan;

quanti siano i militari con meno di due anni di servizio che sono stati impiegati in Afghanistan dal 2001 in poi;

quali siano i criteri adottati da ogni singola forza armata per la selezione del personale militare da inviare in missione all'estero. (4-10834)


Tua email:   Invia a: