LA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO SULLA MANOVRA FINANZIARIA GELA IL PERSONALE DEL COMPARTO DIFESA E SICUREZZA. TECNICISMO DEI BUROCRATI O MISTIFICAZIONE DELLA POLITICA? - di Eliseo Taverna e Daniele Tisci
domenica 13 febbraio 2011
LA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO CON UN’INASPETTATA INTERPRETAZIONE SULLA MANOVRA FINANZIARIA GELA IL PERSONALE DEL COMPARTO DIFESA E SICUREZZA.
Tecnicismo dei burocrati o la solita mistificazione della classe politica.
di Eliseo Taverna e Daniele Tisci *
Diversi autorevoli politici continuano a sostenere, ormai da mesi, che è tutto a posto. Che le forze dell’ordine e le forze armate sono specifiche e che il Governo è pronto a riconoscerne nei fatti il particolare status. Ribadiscono con convinzione che la volontà  del legislatore che ha emanato nell’estate scorsa, la manovra finanziaria correttiva dei conti pubblici, non era quella di colpire in modo così devastante le retribuzioni degli operatori della difesa e della sicurezza. Con la stessa disinvoltura hanno manifestato in più occasioni l’intenzione di volerne interpretare giuridicamente la reale portata, appunto per ridimensionarne gli effetti. Queste, sono le parole ricorrenti di autorevoli esponenti di questo Governo, che da mesi rimbombano nelle nostre orecchie. Questo modo di fare confuso, disinvolto ed irrituale ci portò a diffidare di chi vedeva tutto come se fossero rose e fiori. D’altro canto se il Governo avesse voluto contenere gli effetti della manovra, avrebbe potuto farlo - fin da subito - inserendo le necessarie modifiche in un qualsiasi provvedimento di legge in discussione in Parlamento, senza andare alla ricerca di soluzioni pasticciate e di difficile attuazione. I fatti, però, in special modo quelli che da alcuni giorni sono stati scritti nero su bianco con un provvedimento della Ragioneria Generale dello Stato, parlano un altro linguaggio e pesano come un macigno sulle retribuzioni del personale e di riflesso sul funzionamento degli apparati.
A questo punto, è normale chiedersi se quello che sta accadendo a distanza di parecchi mesi dal varo della manovra finanziaria, sia casuale e discenda da mere interpretazioni giuridiche degli organi di controllo o ci troviamo, ancora una volta, ad essere vittime di promesse della politica poi puntualmente non mantenute o di un’abile alchimia con la quale qualcuno cerca di dare l’impressione di voler cambiare tutto ma finisce per non voler cambiare nulla?
Una cosa certa traspare con evidenza in queste ore: la rabbia che si mescola all’indignazione di coloro che operano nel comparto difesa e sicurezza e che quotidianamente tutelano la collettività  .
Giova ricordare che il D.L. 78/10 convertito dalla legge 122/10 ha previsto tutta una serie di provvedimenti irrazionali e con un impatto economico sul personale estremamente negativo. Tra i più significativi, rammentiamo il blocco per gli anni 2011-2012 e 2013 dei meccanismi di adeguamento delle retribuzioni, senza possibilità  di recupero, la non utilità  delle citate annualità  ai fini della maturazione delle classi e degli scatti stipendiali per il personale non contrattualizzato, l’efficacia ai soli fini giuridici delle progressioni di carriera comunque denominate sia per il personale non contrattualizzato, sia per quello contrattualizzato e dei passaggi tra aree, solo per il personale contrattualizzato, disposte nel corso di questi anni. Impossibilità  per l’Amministrazione di erogare ai singoli dipendenti - anche di livello dirigenziale - un trattamento economico complessivo superiore al trattamento economico ordinariamente spettante per l’anno 2010 e di non poter corrispondere un ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale - anche di livello dirigenziale – superiore a quello erogato sempre nel 2010 .
Con le forti proteste attuate dai Co.Ce.R. e dalle OO.SS. delle Forze di Polizia ad ordinamento civile, che sfociarono anche in diverse manifestazioni di piazza, furono evidenziate sia la gravità  delle misure finanziarie adottate, sia la mancanza del principio di proporzionalità  del prelievo rispetto a quanto avvenuto per i lavoratori di altri comparti, nonchà © tra gli stessi appartenenti al comparto difesa e sicurezza.
Misure che in alcun i casi potevano addirittura presentare profili d’illegittimità  costituzionale e, quindi, suscettibili di un copioso contenzioso.
Alla luce di queste iniziative e della rivendicata specificità  del comparto difesa-sicurezza e dei Vigili del Fuoco fu istituito, dall’art. 8 comma 11 bis, un fondo con dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuna delle annualità  2011 e 2012, destinato al finanziamento di misure perequative del personale interessato dai provvedimenti di cui all’art. 9 comma 21 (blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo del personale non contrattualizzato e blocco delle progressione economica degli stipendi, nonchà © validità  ai soli fini giuridici, per gli anni 2011, 2012 e 2013 delle progressioni di carriera comunque denominate del personale non contrattualizzato e delle progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le aree del personale contrattualizzato). La norma rinviava ad uno specifico DPCM, da emanarsi su proposta dei Ministri competenti, per l’individuazione esatta delle misure e la ripartizione delle risorse stanziate.
Nei mesi scorsi la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha diramato una bozza di DPCM, attuativo delle citate disposizioni, predisposto dal Ministero dell’Interno a seguito di specifici incontri ed approfondimenti in ambito interforze con il quale, in linea di massima, veniva data un’interpretazione favorevole per il personale ed in linea, peraltro, con gli ordini del giorno accolti dal Governo in fase di approvazione della legge di conversione del D.L.78/2010. In altre parole, il provvedimento proposto avrebbe definitivamente salvaguardato taluni emolumenti (assegno funzionale, omogeneizzazione retributiva ed incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni ) chiarendo, tra l’altro, che non sarebbero rientrati nel computo utile ai fini del raggiungimento del “tetto retributivo” ordinariamente spettante per l’anno 2010, che com’à © noto non à © superabile nei tre anni successivi. Ovviamente, questa soluzione necessitava di un’ulteriore copertura finanziaria annua pari a circa 79 milioni di euro, per il 2011, 2012 e 2013. La ripartizione del fondo perequativo di 80 milioni di euro per l’anno 2011, avrebbe permesso di compensare integralmente gli importi economici interessati dai citati tagli.
Le somme infatti, così ripartite, sarebbero state sufficienti per la totale copertura economica degli avanzamenti di carriera, passaggi tra aree e degli scatti e classi, con esclusione degli adeguamenti annuali (DPCM) per i dirigenti: 11.615.164,53 per la Polizia di Stato, 2.095.475,00 per i Vigili del Fuoco, 38.522.261,13 per le Forze Armate, 8.580.436,74 per i Carabinieri, 2.044.894,47 per la Capitaneria di Porto, 5.551.459,48 per la Polizia Penitenziaria, 4,741.108,09 per la Guardia di Finanza e 3.720.881, 47 per il Corpo Forestale dello Stato.
La Ragioneria Generale dello Stato, però, in questi giorni ha fornito un’interpretazione diametralmente opposta a quella che era stata ipotizzata, dapprima da autorevoli esponenti del Governo e successivamente, dai vari Ministeri e dall’Ufficio Legislativo dell’Economia, risultante fortemente penalizzante per tutto il personale. In particolar modo, l’organo centrale di supporto e verifica del Parlamento e del Governo nelle politiche, nei processi e negli adempimenti di bilancio, deputato alla corretta programmazione ed alla rigorosa gestione delle risorse pubbliche, ha espressamente chiesto:
- l’espunzione dal testo del DPCM di qualsivoglia disposizione di natura interpretativa degli articoli d’interesse del D.L. 78/10 (ovvero l’interpretazione di gran lunga più favorevole per il personale, così come promesso, da mesi, dalla classe politica) . Questo comporterà  , allo stato attuale, di non poter corrispondere gli assegni funzionali al personale interessato dalle citate disposizioni;
- di rivedere l’attuale formulazione dell’articolo che amplierebbe l’ambito degli istituti e categorie a cui applicare la disciplina perequativa dell’art. 8 comma 11 bis (misure perequative da attuare con il fondo di 80 milioni di euro) riqualificando le misure perequative come assegni ”una tantum” e non “ad personam”, tenuto conto che le stesse non potranno avere carattere permanente. Questa interpretazione estremamente restrittiva comporterà  l’impossibilità  a poter ristorare al cento per cento i previsti tagli. In altre parole, poichà © le somme eventualmente ristorate come ”assegno ad personam”, quindi strutturali, ai singoli dipendenti nel 2011 avranno effetto trascinamento anche sul 2012 e a seguire sul 2013 determinerebbero, in linea di massima, il seguente quadro esigenziale: 80 milioni per il 2011, 80+80 per il 2012 e 160 + 80 per il 2013 che peraltro allo stato attuale risulta completamente non finanziato;
- l’eliminazione della previsione della computabilità  degli assegni perequativi ai fini del calcolo della base pensionabile e dell’indennità  di buonuscita, stante il loro carattere accessorio. Nei fatti accadrà  che quanto ristorato con criterio di assegno “una tantum” non sarà  computabile ai fine del trattamento pensionabile e per la buonuscita;
- riconsiderare l’entità  della ripartizione delle quote del predetto fondo di 80 milioni di euro tra le Amministrazioni interessate, in quanto risultano esigue le risorse residue (circa 3 milioni di euro) disponibili per la corresponsione dell’adeguamento annuale della retribuzione dei dirigenti e del personale “omogeneizzato”.
Con questi rilievi la Ragioneria Generale dello Stato ha invitato i dicasteri proponenti (Interno e Difesa) a rimodulare lo schema di DPCM al fine di renderlo conforme alle predette indicazioni.
E’ evidente, pertanto, l’effetto dirompente che questa interpretazione avrà  sul trattamento stipendiale fisso ed accessorio, causando inevitabilmente, marcate sperequazioni tra i singoli dipendenti.
Ancora non si ha, inoltre, una chiara percezione dei riflessi che avranno sul comparto difesa e sicurezza le norme che prevedono, dal 2015, la rivisitazione dei criteri per l’accesso al pensionamento, in base all’aumento delle aspettative di vita, che dovrà  essere stimato dall’ISTAT.
Ora la palla ripassa, come al solito, alla politica. Ma intanto il personale già  ha iniziato a sentire i primi effetti della manovra sulla propria pelle. E questo potrebbe essere solo l’inizio, poichà © cominciano a circolare voci (speriamo infondate) del varo di un’ulteriore manovra.
Probabilmente è arrivata l’ora che qualcuno inizi a mostrare gli attributi.
* Delegati Co.Ce.R. Guardia di Finanza
Ancora non si ha, inoltre, una chiara percezione dei riflessi che avranno sul comparto difesa e sicurezza le norme che prevedono, dal 2015, la rivisitazione dei criteri per l’accesso al pensionamento, in base all’aumento delle aspettative di vita, che dovrà  essere stimato dall’ISTAT.
Ora la palla ripassa, come al solito, alla politica. Ma intanto il personale già  ha iniziato a sentire i primi effetti della manovra sulla propria pelle. E questo potrebbe essere solo l’inizio, poichà © cominciano a circolare voci (speriamo infondate) del varo di un’ulteriore manovra.
Probabilmente è arrivata l’ora che qualcuno inizi a mostrare gli attributi.
* Delegati Co.Ce.R. Guardia di Finanza