LA TANTO DECANTATA SPECIFICITA' DEL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA: AMORE DICHIARATO E TRADIMENTO CONSUMATO - di Cleto Iafrate

lunedì 14 febbraio 2011

Meno di un anno fa, alla vigilia delle consultazioni amministrative, veniva approvata la legge che riconosceva la specificità  di tutti il Comparto Sicurezza e Difesa.

 

Gli organi di informazione diedero ampio risalto alla notizia, sul sito internet del Ministero per l’Innovazione della P.A. il riconoscimento della specificità  fu definito, addirittura, di portata “storica” (cfr. http://www.innovazionepa.gov.it).

In una conferenza stampa tenuta a Palazzo Madama insieme al presidente dei senatori del Pdl, il ministro Brunetta, oltre a rivendicare i meriti della riforma, ha affermato quanto segue: “Dopo anni di infruttuosi tentativi, il Governo Berlusconi ha accolto la legittima richiesta del personale del comparto sicurezza-difesa di vedersi riconosciute in via giuridica e permanente la rilevanza, L’UNICITA’ e L’INSOSTITUIBILITA’ del ruolo svolto per la collettività . (…) E' un fatto di straordinaria rilevanza e moralmente dovuto per dei servitori dello Stato che rischiano la vita tutti i giorni e svolgono compiti estremamente delicati e sensibili. (…) La SPECIFICITA’ viene riconosciuta ai fini della definizione degli ordinamenti, delle carriere, dei contenuti del rapporto d’impiego, nonchà© della tutela economica, pensionistica e previdenziale”.


Il termine “specifico” deriva dalla parola latina “species” (specie), che indica appartenenza – dipendenza e si usa, in contrapposizione con “genus” (genere), per indicare chi è proprio di un genere.

Faccio un esempio.


I dipendenti dello Stato che si occupano di lotta all’evasione, rappresentano il genus, ed i militari della Guardia di Finanza rappresentano la species.

Nell’udire tali dichiarazioni, piene di riconoscimenti ma vuote di contenuti (la norma rimandava il reperimento dei fondi a successivi provvedimenti legislativi), mi è venuto subito in mente un racconto, frutto della saggezza popolare, conosciuta come “Lettera d’amore”, che così recita.

 

LETTERA D’AMORE
Mia amata
Tu per me sei unica ed insostituibile
Io per te andrei in capo al mondo
Per te andrei anche sull'Himalaya
Per te attraverserei il deserto del Sahara
Per te farei di tutto
Post scriptum: ci vediamo sabato sera,
se non piove


Questa lettera viene spesso presa ad esempio dalle madri per proteggere le proprie figlie da corteggiatori senza scrupoli che usano parole mielose e spesso non sincere.

Stando allo spirito della norma, la specificità  avrebbe dovuto garantire a tutti gli appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa, vantaggi epocali senza precedenti sul fronte della CARRIERA, del RAPPORTO D’IMPIEGO e del RAPPORTO PENSIONISTICO.

Ebbene:


1. In merito alla carriera, con la manovra economica correttiva votata il 30 luglio scorso, sono stati bloccati per un triennio gli aumenti connessi a ciascuna promozione, pertanto si andranno a ricoprire gli incarichi di maggiore responsabilità  senza che a ciò corrisponda alcun riconoscimento stipendiale.

2. Per quanto riguarda il rapporto d’impiego, con l’applicazione del tetto salariale individuale, previsto dal comma 1 dell’art. 9 del D.L. 78/2010, parimenti, sono stati bloccati per un triennio gli assegni funzionali e gli scatti di anzianità , si tratta di diritti acquisiti su cui molti avevano già  fatto affidamento nei loro impegni di spesa.

3. Infine, in merito al rapporto pensionistico, faccio preliminarmente, una premessa.
Come noto, la legge n. 335/1995 (cosiddetta "legge Dini") ha profondamente riformato il sistema di calcolo delle pensioni, stabilendo il passaggio dal sistema di calcolo retributivo (basato sulla media delle retribuzioni degli ultimi anni lavorativi) al sistema contributivo (basato sull’ammontare dei contributi versati nel corso della vita lavorativa).

Le pensioni calcolate con il sistema misto saranno meno pesanti, rispetto a quando venivano calcolate con il vecchio sistema. Le pensioni diminuiranno all’aumentare del numero di anni di attività  lavorativa svolta successivamente al 1996.

Prendiamo il caso di due dipendenti dello Stato che si occupano di lotta all’evasione: un militare della G.di F (ritenuto specifico) ed un funzionario dell’Agenzia delle Entrate (generico); poniamo che entrambi abbiano intrapreso l’attività  lavorativa nell’anno 1986, data in cui percepivano uno stipendio mensile pari a 100. La loro pensione, se fosse calcolata interamente con il metodo retributivo, sarebbe pari ad 80% dell’ultimo stipendio; ma dovendo calcolarsi con il sistema misto, la pensione sarà  al massimo pari al 60% dell’ultimo stipendio. Nel caso di specie gli effetti della riforma Dini provocano una riduzione pari circa al 20% dell’ultimo stipendio.

Questa è la teoria. Ma la pratica è ben diversa.


Il 2% delle somme riscosse a titolo definitivo a seguito dell’attività  di accertamento tributario e della lotta all’evasione, viene ripartito tra i dipendenti delle Agenzie Fiscali sotto forma di premio incentivante. Tale premio arriva perfino a sfiorare i 19 mila euro all’anno per i dirigenti di prima fascia ed gli 11 mila euro per quelli di terza fascia, E SONO TOTALMENTE PENSIONABILI (fonte il Sole 24 Ore).


In questo modo gli effetti della Legge Dini vengono, di fatto, annullati per tutti i dipendenti dello Stato che si occupano di lotta all’evasione, ad eccezione della “species” che appartengono alla G. di F (l’importo annuo individuale della retribuzione di risultato, infatti, non può essere inferiore al 20% del valore annuo della retribuzione di posizione percepita - fonte Agenzia Entrate).


Inoltre, poichà© di anno in anno gli effetti della riforma Dini si fanno sempre più pesanti sulle future pensioni, le risorse annuali destinate al “premio incentivante”, introdotto dal comma 165 dell’art. 3 della Legge 350/2003, vanno aumentando di pari passo. Si consideri che nel 2010 sono stati distribuiti 101 milioni di euro, che si riferiscono al premio incentivante maturato nel 2008. Mentre nel corrente anno verranno distribuiti ben 194 milioni di euro che corrispondono al premio incentivante del 2009 (fonte il Sole 24 Ore).


I militari della G.di F. pur contribuendo in modo determinante alla lotta all’evasione, non partecipano alla distribuzione della quota parte delle somme recuperate. I militari, infatti, percepiscono solamente un “bonus” di poche centinaia di euro, NON PENSIONABILE, da utilizzare per l’acquisto di supporti informatici.

In conclusione, per rimanere nella metafora, della lettera d’amore: gli appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa sospettano che lo scopo della norma che li proclamava “unici ed insostituibili” fosse di puro corteggiamento, in vista delle successive consultazioni amministrative, e vuota di ogni seria intenzione.

CLETO IAFRATE
Componente Direttivo nazionale Ficiesse

c.iafrate@ficiesse.it


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