AL CONSIGLIO DEI MINISTRI LO SBLOCCO DEGLI SCATTI DI CARRIERA DELLE FORZE DELL'ORDINE. IL PROVVEDIMENTO MESSO A PUNTO NELLE ULTIME ORE HA AVUTO LO STOP DI TREMONTI (Il Sole24Ore)

venerdì 18 febbraio 2011


Il Sole24Ore - 18 febbraio 2011
 

La decisione al consiglio dei ministri: si studia l'ipotesi di uno scambio con il 4 novembre

PRONTO IL DECRETO SULLA FESTA DEL 17 MARZO


L'ALTRO NODO: “fuori sacco” oggi a Palazzo Chigi anche lo sblocco degli scatti di carriera per il personale dell'esercito e delle forze dell'ordine


ROMA

Saranno note solo stamattina le sorti del 17 marzo. Il dilemma è sempre lo stesso: festivo o non festivo? Di certo per ora c'è solo lo strumento con cui si interverrà : un decreto legge. Resta ancora da decidere in che direzione andare. L'ultima parola spetterà  ai ministri oggi al tavolo di Palazzo Chigi.

Una delle ipotesi è quella di uno scambio con il 4 novembre. Ma bisognerà  vedere se Ignazio La Russa sarà  d'accordo a sacrificare la giornata delle forze armate sull'altare delle celebrazioni per i 150 anni dell'unità  d'Italia. La Russa, tra l'altro, insieme con il collega Roberto Maroni, oggi metterà  sul tavolo del governo la questione degli aumenti di stipendio legati ai passaggi di carriera di militari e forze di polizia bloccati dai tagli. Da settimane c'è un confronto serrato con il dicastero dell'Economia e sono stati trovati anche 79 milioni che, aggiunti ad altri 80 già  disponibili, potrebbero risultare sufficienti. Ma il provvedimento messo a punto nelle ultime ore ha avuto lo stop di Tremonti, tra le proteste del Cocer Esercito, e la discussione non accenna a placarsi.

Tornando alla festa del 17 marzo ieri è stato proprio il responsabile della Difesa, in un'intervista al Tg3 da Sanremo, ad assicurare che oggi un decreto sarà  in Cdm anche se nell'ordine del giorno del provvedimento non c'è traccia. «Posso darvi la certezza – ha detto La Russa – che domani mattina (oggi, ndr) il dado sarà  tratto». Una conferma analoga è giunta dal titolare del Lavoro, Maurizio Sacconi.

Spettatore particolarmente interessato della vicenda il presidente della Repubblica. Nei giorni scorsi, Giorgio Napolitano si è più volte appellato a una «consapevolezza» e una «matura coscienza» da parte di «tutti» dell'importanza della ricorrenza. Come confermato dal testo del telegramma inviato dal segretario generale del Quirinale, Donato Marra.

Passando dal contenuto al contenitore, l'impressione è che, nonostante i mugugni della Lega e le perplessità  delle imprese di introdurre un nuovo giorno non lavorativo proprio mentre l'economia sta provando a ripartire, l'esecutivo opterà  per istituire una festività  a tutti gli effetti. Ne è convinta l'associazione dei presidi (Anp), che si è opposta con forza alla proposta del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, di non chiudere le scuole e celebrare l'evento con una serie di lezioni sul sul Risorgimento. Citando «fonti attendibili», il presidente dell'Anp, Giorgio Rembado, ha dichiarato: «Il consiglio dei ministri dovrebbe decidere che il 17 marzo sarà  vacanza scolastica». Tuttora diviso il mondo politico anche se il partito pro festa sta man mano scalando posizioni. E comprende il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, secondo la quale non si può «assolutamente configurare il 17 marzo come festività  di serie B».

Un appello a evitare di dividersi su questo tema è arrivato dal vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi. «Le istituzioni e le forze politiche, nessuno escluso, – ha sottolineato il deputato del Pdl – hanno il dovere di dare un segnale di compattezza su questo tema». Laddove il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, si è augurato che il consiglio dei ministri «decida che il 17 marzo sia celebrato con una festività  piena», altrimenti si darebbe «un segnale brutto» al paese.

Eu. B.
D. Col.

Tua email:   Invia a: