PROROGA DEL MANDATO DELLA RAPPRESENTANZA: SERVE UN SUSSULTO DI DIGNITA' – di Antonella Manotti

martedì 22 febbraio 2011


PROROGA DEL MANDATO DELLA RAPPRESENTANZA

UN SUSSULTO DI DIGNITA’

Diventa assai difficile parlare oggi di un un tema, quello della rappresentanza militare, ormai depennato del tutto dall’agenda politica.
E non perchà© il governo sia impegnato, in Parlamento, a produrre leggi per affrontare questioni pressanti, come la diffusa crisi economica che sta impoverendo sempre di più le famiglie e oscurando il futuro di tanti giovani…O per imbastire uno straccio di iniziativa di politica estera, ora che abbiamo il Mediterraneo infiammato dalle proteste che riversano sulle nostre coste migliaia di disperati…
No; quello che preoccupa è ben altro….Saranno 315, 319 o 320 i deputati che sosterranno la maggioranza?. Chi sarà  lo Scilipoti di turno?
Questo è il tormentone quotidiano della cronaca politica.
Rappresentanza Militare? Tutela? Per chi e per che cosa?
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Figuriamoci se qualcuno di quei 315,319, 320 deputati ( a secondo di come andrà  la transumanza di questi giorni), sa che tra le norme del Milleproroghe che si accinge a votare, ce ne è una che impedirà  ai cittadini militari di poter esercitare un loro sacrosanto diritto: quello di scegliersi i loro delegati in seno ai Consigli di rappresentanza.
Eppure, la norma con la quale si intende prorogare il mandato dei delegati in carica, (per la seconda volta) va ad incidere in un sistema elettivo in cui, gli unici protagonisti dovrebbero essere proprio gli elettori militari.
Probabilmente, da parte di una classe politica entrata in Parlamento per decisione delle segreterie di partito, l’argomento può apparire del tutto insignificante.
Eppure, i principi democratici a cui ispirarsi non mancano.
In conformità  a questi principi , il cittadino ha dei precisi e non eludibili doveri, non certamente minori di quelli dei suoi rappresentanti. Gli eletti, cioè, hanno il dovere di rispettare il mandato elettivo, ovvero la fiducia degli elettori, mentre questi ultimi, a loro volta, hanno il diritto - dovere, mediante il controllo diretto, di farlo rispettare.
Il rapporto cittadino-elettore e cittadino-eletto è un rapporto di reciproca fiducia, una relazione, vale a dire, morale fra persone che responsabilizza entrambi i contraenti.
Infatti, l’eletto ha il dovere di rappresentare gli interessi dell’elettore, mentre quest'ultimo ha l’attesa ed il diritto che siano rispettati.
Il cittadino-elettore quando verifica che il cittadino-eletto ha tradito la sua fiducia, ha il diritto- dovere di togliergliela al momento del voto.
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Possono valere questi principi anche per la rappresentanza militare?
Possono e debbono valere.
La questione della nuova proroga infatti, acquista nello scenario attuale una sua particolare “criticìtà ”, perchà© appare come una forzatura incomprensibile davanti alla manifesta debolezza della stessa rappresentanza e della categoria, nei confronti di un governo che infierisce contro il personale militare, con tagli alle retribuzioni, blocchi stipendiali, slittamenti dei pensionamenti, restrizioni di diritti, nonostante la tanto sbandierata norma sulla specificità  che nelle parole di autorevoli esponenti della maggioranza, avrebbe dovuto differenziare il Comparto dal resto della pubblica amministrazione.
Anzichà© raccogliere il malessere che sale sempre più forte dalla base del personale, non disgiunto da quello di un Paese in cui il rapporto tra cittadini e Istituzioni è visibilmente molto allentato, cosa si fa?
Si concede una proroga e non si consente ai cittadini militari di mobilitare una propria presenza partecipativa ed elettiva, in un momento così delicato in cui vi sarebbe necessità  di far sentire FORTE la propria voce. Una Voce di persone libere, mosse dalle proprie idee e non da interessi personali.
Il rinnovo dei consigli di rappresentanza può costituire un momento di grande impegno, contro una politica governativa sorda che, ad oggi, non ha onorato nessuno degli impegni assunti con il personale militare.
Spetta ai delegati in carica dimostrare che non esistono interessi particolari nell’accettare il prolungamento del mandato e dimostrare che questa ipotesi è priva di fondamento; che non si è sacrificata la propria dignità  al carro del politico di turno, che non ci sono distribuzioni di vantaggi e protezione.
Un sussulto di dignita’

ANTONELLA MANOTTI*
Direttore de “Il Nuovo Giornale del Militari”

*Vicepresidente Comitato Articolo 52


 

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