SICUREZZA: SINDACATI PS, APRIRE TAVOLO CONTRATTUALE COMPARTO - MILLEPROROGHE: ALT NAPOLITANO - P.A: BRUNETTA INVIA IPOTESI RIDEFINIZIONE RELAZIONI SINDACALI - UNGHERIA: SI' A INTERCETTAZIONE STATALI

mercoledì 23 febbraio 2011

SICUREZZA: SINDACATI PS, APRIRE TAVOLO CONTRATTUALE COMPARTO
(AGI) - Roma, 22 feb. - Apertura del tavolo contrattuale del comparto sicurezza e difesa relativamente agli aspetti normativi e per la definizione della previdenza complementare e il Tfr. E' quanto chiede - in una lettera indirizzata al ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e al ministro dell'Interno, Roberto Maroni - il "cartello" dei sindacati di polizia comprendente Siulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl-Polizia di Stato e Coisp.
"La complessita' e l'imprevedibilita' del sistema sicurezza del nostro Paese - scrivono i sindacati - anche alla luce degli scenari che si sono aperti nei Paesi nord africani che hanno una ricaduta immediata sulle condizioni generali dell'ordine pubblico del nostro Paese, impone di portare alla attenzione una considerazione che alla luce degli scenari che si stanno profilando, necessitano di un risolutivo intervento. Fermo restando la previsione normativa contenuta nell'ultima legge di stabilita', con la quale e' stato previsto il blocco dei contratti per il triennio 2011-2013, le scriventi organizzazioni sindacali ritengono indispensabile un'apertura del tavolo contrattuale, anche se limitatamente agli aspetti normativi che pero' consentono di mutare gli assetti organizzativi del funzionamento della macchina sicurezza, in assenza dei quali, anche per le note e croniche carenze di organico anch'esse determinate dai tagli della finanza pubblica, c'e' il serio e fondato rischio di non essere in grado di affrontare le emergenze che si stanno profilando".
Per le sigle del cartello, infatti, "la possibilita' di modificare gli orari di lavoro e il funzionamento delle articolazioni delle amministrazioni del comparto sicurezza, sono deputate allo strumento dell'accordo nazionale quadro che, pero', a sua volta, necessita di una delega dal tavolo della contrattazione nazionale per poter intervenire e correggere le eventuali disfunzioni o carenze che l'attuale impianto prevede. Ecco perche' siamo a richiedere, consapevoli che tale operazione non possa assolutamente comportare aggravi economici a carico delle casse dello Stato, la riapertura delle procedure negoziali sugli aspetti normativi in modo da individuare, nell'interesse comune delle istituzioni, della sicurezza del Paese e dei diritti dei lavoratori, nuovi ed adeguati strumenti che consentano di razionalizzare l'attuale organizzazione del lavoro rendendola piu' snella ed efficace in relazione alle mutate esigenze di sicurezza".
Allo stesso modo, "al fine di ridurre il danno sugli aspetti previdenziali, in particolare sulle giovani generazioni, causati dalla mancata messa a disposizione delle relative risorse", i sindacati sollecitano "l'apertura del tavolo per la definizione della previdenza complementare e dell'istituzione del Tf".

ANSA-FOCUS/ MILLEPROROGHE: ALT NAPOLITANO; SLITTA SEDUTA CAMERA
FINI SOSPENDE LAVORI;PDL DECIDE SU MAXIEMENDAMENTO O NUOVO DL
(di Francesco Bongarra')
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Giorgio Napolitano stoppa alla Camera
il decreto Milleproroghe. Con una lettera al presidente del
Consiglio ed ai presidenti delle Camere il Capo dello Stato
registra una serie di rilievi costituzionali al decreto. E parla
anche di aggiunta di norme 'incoerenti' che hanno gonfiato a
dismisura il provvedimento rendendolo quasi il doppione di una
Finanziaria. Il Capo dello Stato critica inoltre un eccesso di
fiducie che 'comprime' l'attivita' del Parlamento. E indica, sia
pure indirettamente, una via d'uscita: un nuovo maxiemendamento
che ripristini il testo originario e comprenda solo le modifiche
non in contrasto con la Carta. In alternativa lasciare decadere
l'attuale dl e farne uno nuovo che tenga conto delle richieste
del Quirinale.
Il provvedimento, varato dal Senato, scade il prossimo 27
febbraio. Gianfranco Fini (secondo il quale la lettera del Colle
''si commenta da se''') sospende la seduta, riconvocando l'Aula
per domattina. L'opposizione, pronta all'ostruzionismo sul
testo, canta vittoria e punta il dito sul governo; la
maggioranza, invece, sta decidendo il da farsi e, al momento
sembra puntare sulla strada del maxiemendamento.
E' Gianfranco Fini in persona a leggere in Aula, scandendone
le parole nel silenzio dell'Emiciclo, la lettera con cui il
presidente della Repubblica evidenzia che la prassi irrituale
con cui si introducono nei decreti disposizioni non strettamente
attinenti al loro oggetto ''si pone in contrasto con puntuali
norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti
parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo
dello Stato in sede di emanazione dei decreti legge''.
''Osservazioni di metodo'' su cui il presidente del Consiglio ha
detto di concordare. Il maxiemendamento dovra' tener conto dei
rilievi del Colle: se la maggioranza seguira' questa strada
sara' resa nota formalmente quando i deputati, domani,
torneranno in aula per votare le pregiudiziali delle opposizioni
al testo. Un maxiemendamento che sostanzialmente riproponga il
testo originario del decreto 'milleproroghe' e che verrebbe
comunque 'blindato' con la fiducia. Il testo dovrebbe quindi
tornare al Senato.
''Leggo che nel comunicato del Quirinale il presidente del
Consiglio ha condiviso le osservazione del presidente della
Repubblica. Adesso ci aspettiamo la totale corrispondenza tra le
parole del presidente del Consiglio e gli atti legislativi che
il governo sta predisponendo'', sostiene il capogruppo Pd alla
Camera Dario Franceschini, mentre per Rosy Bindi ''Napolitano
richiama giustamente un Governo pasticcione e una maggioranza
arrogante e miope al rispetto della Costituzione e delle
regolari procedure legislative e parlamentari''.
Antonio Di Pietro sostiene che ''la denuncia del Quirinale ha
messo in evidenza la mortificazione delle funzioni parlamentari
attuata da Berlusconi. Lui e i suoi sodali hanno tentato, ancora
una volta, di abusare delle istituzioni, ricorrendo a leggi che
favoriscono solo alcuni per bypassare le regole del gioco
democratico'', dice bollando il decreto come ''un provvedimento
incostituzionale che serve soltanto a dare 'mance' a destra e a
sinistra, a seconda di chi ha deciso di svendersi a questo
governo''.
Bocche chiuse nella maggioranza, i cui deputati hanno
ricevuto dai capigruppo una convocazione per domattina alle 9,
quando si voteranno in aula le pregiudiziali. Solo Umberto Bossi
parla per definire Napolitano ''un amico''; e, riferendosi al
'caveat' relativo al decreto, rileva: ''questa e' l'ultima
volta, ma passa''. (ANSA).

MILLEPROROGHE: LETTERA NAPOLITANO; IL TESTO INTEGRALE
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Ecco il testo integrale della lettera
che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha
inviato al Presidente del Senato, Renato Schifani, al Presidente
della Camera, Gianfranco Fini, e al Presidente del Consiglio dei
Ministri, Silvio Berlusconi:
''Onorevoli Presidenti, ho attentamente esaminato i contenuti
delle modifiche e delle aggiunte apportate, nel corso dell'esame
al Senato, al disegno di legge di conversione del decreto-legge
29 dicembre 2010, n. 225, recante proroga di termini previsti da
disposizioni legislative e interventi urgenti in materia
tributaria e di sostegno alle famiglie e alle imprese.
''Devo innanzi tutto osservare che il disegno di legge di
conversione del decreto-legge e' stato presentato dal Governo al
Senato il 29 dicembre 2010 (A.S. 2518), ed assegnato alle
Commissioni riunite affari costituzionali e bilancio il 7
gennaio 2011. L'esame in sede referente, iniziato il successivo
19 gennaio, si e' concluso l'11 febbraio, con l'approvazione di
104 emendamenti. Nello stesso giorno e' iniziato l'esame in
Assemblea, che si e' concluso mercoledi' 16 febbraio con
l'approvazione del maxiemendamento presentato dal Governo, sul
quale e' stata posta la questione di fiducia, che riproduce il
testo delle Commissioni con l'aggiunta di numerose altre
disposizioni. L'esame in prima lettura ha dunque consumato 50
dei 60 giorni tassativamente previsti dalla Costituzione per la
conversione in legge dei decreti-legge nonostante che l'esame
nell'Assemblea del Senato si sia concentrato in pochi giorni.
''A seguito delle modifiche apportate dalle Commissioni del
Senato e dal Governo con il successivo maxiemendamento, al testo
originario del decreto-legge, costituito da 4 articoli (di cui
il terzo relativo alla copertura finanziaria e il quarto
all'entrata in vigore) e 25 commi, sono stati aggiunti altri 5
articoli e 196 commi. Molte di queste disposizioni aggiunte in
sede di conversione sono estranee all'oggetto quando non alla
stessa materia del decreto, eterogenee e di assai dubbia
coerenza con i princi'pi e le norme della Costituzione. E cio'
e' avvenuto nonostante l'intendimento manifestato dal Governo al
Capo dello Stato in sede di illustrazione preventiva del
provvedimento d'urgenza, poi confermato con l'approvazione del
testo da me successivamente emanato, di limitare a soli tre mesi
le proroghe non onerose di termini in scadenza entro il 31
dicembre 2010, rendendo facoltativa la ulteriore proroga al 31
dicembre 2011 di quei termini e degli altri indicati in apposita
tabella attraverso l'eventuale adozione di uno o piu' decreti
del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il
Ministro dell'economia e delle finanze;
nonche' di prevedere
pochi e mirati interventi urgenti in materia tributaria e di
sostegno alle imprese e alle famiglie.
''E' appena il caso di ricordare che questo modo di procedere,
come ho avuto modo in diverse occasioni di far presente fin
dall'inizio del Settennato ai Presidenti delle Camere e ai
Governi che si sono succeduti a partire dal 2006, si pone in
contrasto con i principi sanciti dall'articolo 77 della
Costituzione e dall'articolo 15, comma 3, della legge di
attuazione costituzionale n. 400 del 1988, recepiti dalle stesse
norme dei regolamenti parlamentari. L'inserimento nei decreti di
disposizioni non strettamente attinenti ai loro contenuti,
eterogenee e spesso prive dei requisiti di straordinaria
necessita' ed urgenza, elude il vaglio preventivo spettante al
Presidente della Repubblica in sede di emanazione dei decreti
legge. Inoltre l'eterogeneita' e l'ampiezza delle materie non
consentono a tutte le Commissioni competenti di svolgere l'esame
referente richiesto dal primo comma dell'articolo 72 della
Costituzione, e costringono la discussione da parte di entrambe
le Camere nel termine tassativo di 60 giorni. Si aggiunga che il
frequente ricorso alla posizione della questione di fiducia
realizza una ulteriore pesante compressione del ruolo del
Parlamento''. (SEGUE).

MILLEPROROGHE: LETTERA NAPOLITANO; IL TESTO INTEGRALE (2)
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - La la lettera del Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, cosi' prosegue:
''Tali considerazioni sono state da me ribadite ancora di
recente con la lettera in data 22 maggio 2010 inviata in
occasione della promulgazione della legge di conversione del
decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40 in materia di incentivi,
recante le norme anti-evasione di contrasto alle c.d.
frodi-carosello.
''Sono consapevole che una eventuale decisione di avvalermi
della facolta' di richiedere una nuova deliberazione alle Camere
del disegno di legge in esame ai sensi dell'articolo 74 della
Costituzione, per il momento in cui interviene a seguito della
pressoche' integrale consumazione da parte del Parlamento dei
termini tassativamente previsti dall'art. 77 della Costituzione,
potrebbe comportare la decadenza delle disposizioni contenute
nel decreto-legge da me emanato nonche' di quelle
successivamente introdotte in sede di conversione: ed e' questa
la ragione per la quale vi sono solo due precedenti in cui tale
facolta' e' stata esercitata nei confronti di disegni di legge
di conversione di decreti-legge dopo la sentenza della Corte
Costituzionale n. 360 del 1996 che ha ritenuto di norma
costituzionalmente illegittima la reiterazione dei decreti-legge
(entrambi da parte del Presidente Ciampi, che in data 29 marzo
2002 e 3 marzo 2006 chiese una nuova deliberazione alle Camere
sulle leggi di conversione dei decreti-legge 25 gennaio 2002, n.
4 e 10 gennaio 2006 n. 2).
''Devo osservare peraltro che l'ordinamento prevede la
possibilita' di ovviare a tali inconvenienti, attraverso sia la
regolamentazione con legge dei rapporti giuridici sorti sulla
base del testo originario del decreto, sia la riproposizione in
uno o piu' provvedimenti legislativi, anche di urgenza, di
quelle disposizioni introdotte in sede di conversione che si
ritengano conformi ai princi'pi costituzionali. Inoltre
allorche', come in questo caso, la decadenza del decreto-legge
sia riconducibile al rinvio del disegno di legge di conversione
in legge ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione, anziche'
alla mancata conversione da parte delle Camere nei termini
stabiliti dall'articolo 77, ritengo possibile anche una almeno
parziale reiterazione del testo originario del decreto-legge.
Ho ritenuto di dovervi sottoporre queste considerazioni perche'
a mio avviso non mancherebbero spazi, attraverso una leale
collaborazione tra Governo e Parlamento da un lato e fra
maggioranza ed opposizione dall'altro, per evitare che un
decreto-legge concernente essenzialmente la proroga di alcuni
termini si trasformi sostanzialmente in una sorta di nuova legge
finanziaria dai contenuti piu' disparati.
''Mi riservo altresi', qualora non sia possibile procedere
alla modifica del testo del disegno di legge approvato dal
Senato, di suggerire l'opportunita' di adottare successivamente
possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga,
in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge.
Devo infine avvertire che, a fronte di casi analoghi, non potro'
d'ora in avanti rinunciare ad avvalermi della facolta' di
rinvio, anche alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede
nella eventualita' della decadenza di un decreto-legge, come ho
sopra ricordato''. (ANSA).

P.A: BRUNETTA INVIA IPOTESI RIDEFINIZIONE RELAZIONI SINDACALI
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Il ministro per la Pubblica
amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, ha inviato ai
comitati di settore, venerdi' scorso, l'ipotesi di atto di
indirizzo per la stipulazione di un accordo quadro all'Aran per
la regolazione del sistema di relazioni sindacali nel pubblico
impiego.
Palazzo Vidoni, in una nota, spiega che ''una volta approvato
dai comitati di settore, l'atto di indirizzo sara' inviato
all'Aran che stipulera' un accordo quadro con le Confederazioni
sindacali rappresentative, con il quale saranno individuate le
materie demandate alle diverse forme di partecipazione
sindacale, effettuandone la riclassificazione in relazione al
modello di relazioni sindacali previste dalla Riforma Brunetta
della Pubblica amministrazione''.
Inoltre il ministero fa sapere che l'invio e' stato avvenuto
''nel rispetto dei termini previsti dal punto 5 dell'Intesa
raggiunta il 4 febbraio fra Governo e Confederazioni
rappresentative per la regolamentazione del regime transitorio
conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi
nazionali di lavoro nel pubblico impiego''.

UNGHERIA: CORRUZIONE, SI' A INTERCETTAZIONE STATALI
(ANSA) - BUDAPEST, 22 FEB - Per prevenire ogni tipo
corruzione, gli statali ungheresi potranno essere intercettati:
entro pochi giorni, dovranno infatti firmare una dichiarazione
di consenso, e chi non firma sara' licenziato. Lo ha annunciato
a una tv privata Peter Michalko, presidente del sindacato della
Guardia di finanza, dove per primi sono stati distribuiti i
documenti da firmare.
Dal settembre scorso, gli statali ungheresi sono licenziabili
senza giusta causa. Benche' la legge rispettiva sia stata
abrogata dalla Corte costituzionale, ma con validita' solo da
dopo il 31 maggio, tutti i funzionari sgraditi al governo, entro
tale data, potranno essere licenziati.
La portavoce del governo ha assicurato che la decisione
dell'Alta corte sara' rispettata. I sindacati protestano ma
consigliano ai dipendenti pubblici di firmare il documento di
consens. Scioperi di protesta non sono in vista. ''Il governo
conservatore vuole servitori obbedienti, e non funzionari
professionali'', ha criticato il capogruppo socialista
all'opposizione in Parlamento. (ANSA).

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